Niente da fare, The Penguin proprio non riesce a smentirsi e continua a regalare un altro episodio di pregevolissima fattura come “Homecoming“. Dopo una puntata incentrata su Vic e un capolavoro che scava nel passato di Sofia Falcone – anzi meglio dire Sofia Gigante – ecco che tutto torna a girare intorno a Oz Cobb, alla sua sete di potere e alle sue trame a metà tra l’improvvisazione e il genio, condito da una spietatezza degna del Pinguino di Gotham City.
“Homecoming” porta avanti in maniera magistrale tutti i personaggi in gioco, suddividendosi equamente tra Falcone, Maroni e Cobb. Al quinto episodio non si contano i ribaltamenti di fronte, i colpi di scena e le evoluzioni nei personaggi, che non rimangono mai immobili tra una puntata e un’altra. Una rarità nel panorama televisivo odierno, dove magari ciò che è accaduto in un episodio di The Penguin sarebbe bastato per farci una stagione intera.
RITORNO A CROWN POINT
Il suggerimento del titolo, il ritorno a casa in questione, non può che intendere quello verso Crown Point. Il quartiere forse più pericoloso di Gotham, che già di per sé non è nota per la sua vita tranquilla e sicura, che si scopre essere un punto in comune tra Oz e Vic rafforzando un bellissimo rapporto mentore-aiutante che si sta costruendo nel corso degli episodi. In molti teorizzano che questo rapporto così roseo andrà in futuro a distruggersi, magari proprio per mano di Cobb, in modo da renderlo definitivamente un personaggio negativo, senza possibilità di redenzione, e solo pensare a tutto ciò è straziante, grazie alla grande cura con cui è stata coltivata questa relazione.
In tutto ciò si inserisce anche il sottovalutato personaggio di Francis Cobb, la madre di Oz affetta da demenza senile. Alzi la mano chi, all’ingresso in casa di Victor non aveva già temuto per il peggio – grazie ad una regia magistrale – per poi far tirare a tutti un sospiro di sollievo. La bravura dell’attrice Deirdre O’Connell si vede tutta negli stacchi improvvisi tra i deliri di demenza e la fredda lucidità con cui guarda Vic, con cui gioisce per il primo vero successo nella carriera (seppur criminale) del figlio, con cui si racchiude in sé stessa quando si accorge che ancora una volta Oz si è rivelato un fallimento.
CLAN GIGANTE
Andando invece sul fronte opposto, quello dell’altra protagonista dello show, Cristin Milioti continua a regalare al mondo intero ragioni per renderla protagonista della prossima stagione dei premi televisivi (Emmy avvisati). Dopo l’exploit di “Cent’anni“, anche stavolta ruba la scena con l’eccezionale scena della riunione. Sofia Falcone decide infatti di abbandonare definitivamente il cognome Falcone, che ha significato per lei solo dolori e calunnie da parte della sua stessa famiglia, scegliendo di rinominarsi con il cognome della madre da nubile, Gigante.
Nasce così, dalle ceneri del clan Falcone, il clan dei Gigante, che segna un netto stacco nell’ecosistema criminale di Gotham da tutti i suoi predecessori. Una maggiore ridistribuzione dei ricavi, o almeno così promette Sofia, e niente più legami con la precedente gestione dello “strangolatore”, con cui taglia anche l’ultima connessione sparando alla tempia di Johnny Viti in un colpo di scena che lascia agghiacciati gli spettatori, così come tutti i loschi figuri in scena.
ATTACCO A MARONI
In mezzo a questa guerra annunciata tra Oz Cobb e Sofia Gigante si trova Salvatore Maroni. Il boss della famiglia Maroni era infatti a inizio stagione una preziosa pedina nei panni del Pinguino, che grazie a lui riusciva a fare il suo doppiogioco, sfiorando l’inizio di una sanguinosa guerra tra le due famiglie più potenti di Gotham in modo da subentrare a giochi finiti per prendersi il bottino. Un piano andato in malora grazie alla scaltrezza di Sofia, che si è finora rivelata la persona più astuta di tutta la criminalità organizzata di Gotham.
Ecco quindi che Maroni diventa una risorsa per i Gigante. In mezzo ci sono anche alcuni trascorsi come l’agguato al “gangster da TikTok” Taj Maroni, figlio di Sal, e la sanguinosa restituzione di Taj – in una scena spettacolare -, preso come ostaggio e seviziato. Un piano in continua evoluzione per Cobb, fatto di lampi improvvisi di spietatezza che quasi destabilizzano i nemici, ma che rischiano di ritorcergli contro quando dall’altro lato si ritrova a che fare con gente più esperta e più strutturata di lui.
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Ancora un ottimo episodio per The Penguin che si assesta su un livello medio altissimo, e i voti della redazione di RecenSerie non possono esimersi dal riconoscerlo.
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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.