Megalopolis recensione
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Megalopolis

Questo sarà l'ultimo film che Francis Ford Coppola dirigerà e qualcuno potrebbe definirsi grato che la sua carriera di regista e sceneggiatore si interrompa qui prima di creare altri film come Megalopolis che sono, francamente, inguardabili.

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In un’America retro-futuristica, la città di New Rome è dominata da un’élite di famiglie patrizie che, pur professando rigidi codici morali, indulge in piaceri proibiti mentre il popolo vive nella miseria. Cesar Catilina (Adam Driver), architetto e vincitore del Nobel per l’invenzione di un materiale rivoluzionario, ha il potere di fermare il tempo ed è segnato dal rimorso per la strana morte della moglie. Cesar sogna di costruire “Megalopolis”, una città ideale, un’utopia, mentre il sindaco Cicero propone un casinò per rilanciare l’economia. A quel punto Cesar incontra Julia, la figlia di Cicero, e tra loro nasce una relazione nonostante le divergenze iniziali. Cesar Catilina si trova quindi a dover scegliere in chi riporre la propria fiducia e a chiedersi cosa merita davvero l’umanità.

Megapolis rappresenta il progetto più ambizioso e personale di sempre per Francis Ford Coppola, tanto che ha voluto dedicare il film alla compianta moglie Eleonore. Non è solo un progetto ambizioso dal punto di vista personale, ma soprattutto dal punto di vista economico essendo che il film è costato oltre 120 milioni di dollari interamente messi da Coppola stesso dopo la vendita di alcune vigne a Sonoma County. Soldi che ha dovuto investire di tasca propria a causa della mancanza di case produttrici aperte a scommettere su questo progetto. Cosa che a posteriori, guardando il box-office, è stata una scelta saggia.
Discorso economico a parte e nonostante l’intento sincero di Coppola di realizzare il suo progetto tenuto nel cassetto per svariate decadi, il risultato lascia molt(issim)o a desiderare, trasformando una pellicola che doveva essere maestosa in un’opera carente su molti fronti, incluso quella della CGI che avrebbe dovuto spiegare i 120-130 milioni di budget e che invece risulta piuttosto inspiegabile. Megalopolis non riesce a reggere le aspettative né sul piano tecnico, né su quello narrativo, arrivando al punto di far domandare il perché di questa fatica di Coppola e anche delle finte recensioni inserite nel trailer (discusse anche all’interno di un episodio del podcast)

When does an Empire die does it collapse in one terrible moment? No, but there comes a time when his people no longer believe in it.

Sicuramente una delle critiche principali è quella del budget elevato perché ha senso spendere una cifra oltre i 100 milioni se c’è un uso necessario e costante della CGI, se le riprese si protraggono per diversi mesi e, soprattutto, se nel cast ci sono nomi come Leonardo Di Caprio, Robert Downey Jr. o Tom Cruise che hanno un cachet decisamente alto. Coppola qui non ha giustificazioni sotto alcun punto di vista: nonostante il costo elevato, la qualità degli effetti speciali è insoddisfacente, nel cast ci sono attori famosi che ricoprono ruoli minuscoli e che avrebbero potuto essere sostituiti da nomi meno noti (Laurence Fishburne che fa il maggiordomo/tuttofare è un esempio eclatante, idem Dustin Hoffman) e le riprese sono durate circa 6 mesi, nella media di un film di oltre due ore.
Dal punto di vista degli effetti visivi, paragonato a Dune (sia primo che secondo capitolo con rispettivamente 190 e 165 milioni di budget) o ad altri recenti blockbuster (Oppenheimer e i suoi 100 milioni, Povere Creature! e i suoi 35 milioni), Megalopolis non riesce a impressionare dal punto di vista visivo, sia per la CGI ma anche per la ricostruzione dei set cinematografici che sembrano quasi teatrali, e questo fallimento è ancora più deludente considerando le aspettative legate al nome di Coppola.
E per quanto riguarda il cast di livello, con attori come Adam Driver, Giancarlo Esposito o Shia LeBeouf, le interpretazioni non riescono a risollevare il film. Se da un lato alcuni attori come Aubrey Plaza e Shia LaBeouf si distinguono positivamente, è altrettanto evidente che le loro performance siano sprecate in un contesto che non riesce a valorizzarle, il che conferma alcuni pregiudizi di chi scrive sulla caratura di Adam Driver come attore. Il film sembra quasi fare affidamento solo sui nomi noti per attrarre pubblico, senza però offrire un reale supporto alla loro interpretazione.

What do you think about this boner I’ve got?

MA C’È UNA TRAMA? E PERCHÈ ADAM DRIVER CONTINUA AD ESSERE PROTAGONISTA DI FILM IN CUI RICOPRE SEMPRE LO STESSO RUOLO?


Dal punto di vista narrativo, il film si presenta con una trama confusa che sembra non decollare mai veramente.
Sebbene Coppola avesse probabilmente intenzioni profonde e desiderasse realizzare un’opera epica che riflette la caduta dell’impero romano con la caduta della società americana moderna, Megalopolis manca di una struttura coerente che giustifichi tutti questi sottintesi. Sembra quasi Coppola abbia voluto sperimentare con un tono teatrale e visionario (visibilissimo soprattutto all’inizio quando tutti i personaggi guardano nella stessa direzione pur essendo uno di fronte all’altro davanti ad un modello gigantesco della città, o anche durante le scene di protesta della plebe in cui a protestare ci sono forse 30 comparse invece che qualche migliaio) ma il risultato è sia incoerente con la trama, sia poco efficace a livello d’intrattenimento.
Alcune scene passano da momenti seri a momenti musicali e surreali senza un filo logico apparente, spezzando il ritmo e confondendo ulteriormente lo spettatore. Il tutto senza dimenticarsi poi dell’inserimento di frasi e dialoghi “random”, una sorta di voice-over senza un vero scopo, che sembrano scollegati dalla trama principale e non riescono a creare la profondità emotiva che il film cerca disperatamente di trasmettere.

You’re anal as hell, Cesar. I, on the other hand, am oral as hell.

L’incertezza narrativa si riflette anche nello sviluppo dei personaggi e nella loro stessa esistenza. Il protagonista Cesar Catilina, interpretato da un Adam Driver che sembra costantemente recitare lo stesso ruolo mesto, cupo e un po’ ignavo in ogni film (coff coff, House Of Gucci, Ferrari, coff coff), manca di mordente e non genera alcun tipo di empatia nel pubblico. Il problema principale è che non ha una storia chiara alle spalle e, a parte scoprire che ha vinto un Nobel anni prima, che la moglie è morta/scomparsa e che ha il potere di fermare il tempo (cosa che utilizza due volte in tutto il film, di cui una per vedere al rallenty un palazzo in via di demolizione, a riconferma dell’ottimo uso di questi 120 milioni di budget), non si sa molto altro di lui. E, soprattutto, non si prova alcun interesse nel volerne scoprire di più. Cosa che invece si prova per l’altra co-protagonista, Nathalie Emmanuel, totalmente su un altro livello rispetto all’interpretazione ignava di Driver.
Poi c’è tutta una problematica di personaggi secondari che fanno cose a caso, tipo il già citato Laurence Fishburne che appare quasi fuori contesto, come se fosse stato inserito senza un reale scopo tanto da venir percepito come un cameo costoso da poter sciorinare nel cast ma alla fine molto poco efficace. Idem per quanto riguarda i character di Dustin Hoffman, Jason Schwartzman, Shia LaBeouf o Jon Voight, personaggi che sembrano caricature, senza profondità, incapaci di coinvolgere lo spettatore.


Megalopolis si rivela un esperimento fallito che delude su tutti i fronti. Coppola sembra aver perso completamente la direzione nella sua ricerca di un’opera profonda e visionaria, finendo con il realizzare una pellicola che non convince né a livello visivo, né soprattutto narrativo. Sebbene sia sempre un rischio vedere un regista cimentarsi in un progetto così ambizioso (soprattutto considerando la lunghissima gestazione) il risultato non giustifica in alcun modo la fatica e nemmeno la curiosità. Gli spettatori interessati a un’esperienza cinematografica di qualità farebbero meglio a rivolgere la loro attenzione altrove perché Megalopolis offre solo una flebile ombra del talento di Coppola e lascia un ricordo amar(issim)o anche tra i suoi fan più fedeli.

 

TITOLO ORIGINALE: Megalopolis
REGIA: Francis Ford Coppola
SCENEGGIATURA: Francis Ford Coppola
INTERPRETI: Adam Driver, Giancarlo Esposito, Nathalie Emmanuel, Aubrey Plaza, Shia LaBeouf, Jon Voight, Laurence Fishburne, Kathryn Hunter, Dustin Hoffman
DISTRIBUZIONE: Cinema
DURATA: 138′
ORIGINE: USA, 2023
DATA DI USCITA: 27/09/2024 (USA), 16/10/2024 (USA), 

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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