Schumacher-2021
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Schumacher

Attraverso interviste esclusive e filmati di repertorio, questo documentario ricostruisce un ritratto intimo del sette volte campione di Formula 1 Michael Schumacher.

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Attraverso interviste esclusive e filmati di repertorio, questo documentario ricostruisce un ritratto intimo del sette volte campione di Formula 1 Michael Schumacher.

 

Michael Schumacher è un personaggio sportivo che non ha bisogno di alcun tipo di presentazione: campione iridato di Formula 1 dal 2000 al 2004, sette volte vincitore del Mondiale piloti e primo guidatore in grado di riportare in auge la Ferrari, impresa non riuscita nemmeno ad Alesi e Prost che per diversi anni (tra il 1990 ed il 1995) sedettero sulla vettura della casa di Maranello.
Una guida aggressiva, spesso e volentieri criticata dai suoi avversari; una persona determinata sui propri obbiettivi; un leader nato in grado di mettersi in gioco insieme al proprio team per ricostruire una vettura dalle fondamenta per riportarla competitiva. Questo e molto altro è stato Schumacher visto che il documentario cerca di addentrarsi anche nella vita privata e nel passato dell’ex pilota tedesco di cui lo spettatore viene messo a conoscenza tramite le parole di Corinna Betsch, con cui è sposato dal 1995.
Michael non appare all’interno della pellicola se non per mezzo di video d’epoca ed interviste decisamente datate: il 29 dicembre 2013, infatti, è rimasto gravemente ferito in seguito ad un incidente di sci, trascorrendo diversi mesi in coma farmacologico. Il settembre successivo è stato dimesso dall’ospedale per proseguire la riabilitazione a casa, ma da allora la famiglia ha mantenuto totale riserbo sulle condizioni di salute del pilota.
Proprio a questo incidente la pellicola approda come ultimo, delicato e triste, capitolo del viaggio sportivo di Schumacher, un uomo mai domo e mai sazio di avventure, adrenalina e sfide con se stesso.

Just being a mediocre driver has never been my ambition. That’s not my style.

Il film spazia attorno alla vita di Michael trattando, principalmente, dei suoi antagonisti in gara: Senna, Hill, Villeneuve, Häkkinen.
Prima di arrivare alla parentesi Formula 1, tuttavia, il film cerca di approfondire chi fosse Michael Schumacher e che tipo di infanzia abbia avuto. Ma si tratta di pochi, elemosinati, dettagli che si perdono nelle quasi due ore di film. Schumacher, quindi, non è affatto uno spaccato privato vista e considerata la disomogeneità di minutaggio tra le varie sezioni. Certo, i dettagli sul passato ci sono (il rapporto con i genitori, le prime gare, l’utilizzo di gomme di seconda mano e altri strumenti di recupero per i kart), ma si tratta veramente di poca roba.
Un peccato, in realtà, perché l’idea del film era anche interessante: parlare di Schumacher approfondendo le varie vittorie che lo hanno portato ai 5 Mondiali consecutivi sarebbe stata la scelta più semplice, ma avrebbe reso il lavoro piatto e nulla di diverso da qualsiasi altro speciale televisivo.
Hans Bruno-Kammertöns decide invece di prendere in esame quel periodo in cui il pilota tedesco ancora doveva raggiungere l’olimpo della Formula 1. Gli inizi con la Jordan, l’approdo alla Benetton ed i primi travagliati anni alla Ferrari. A costellare i racconti dei vari giornalisti sportivi e delle riprese dell’epoca compaiono diversi “colleghi” di scuderia di Michael, nonché diversi piloti e persone di rilievo del mondo della Formula 1: Jean Todt, Bernie Ecclestone, Ross Brawn, Sebastian Vettel, Mika Häkkinen, Damon Hill, David Coulthard, Eddie Irvine, Flavio Briatore.
Ma come si diceva ad inizio paragrafo, il film costruisce la propria narrazione attorno alle varie rivalità di Schumacher durante il corso degli anni: durante il periodo alla Benetton vengono analizzate le diatribe in gara (ed extra) con Senna e Hill; alla Ferrari, invece, il maggior antagonismo sarà con Villeneuve ed Häkkinen.

Michael has been the author of a unique chapter in the history of Formula 1 and of Ferrari in particular. It has yet to reach its conclusion and what he has achieved extends over and above the results obtained. He is an exceptional man and will become a legend as a driver. (Jean Todt, 2006)

Ritornando a parlare della disomogeneità dei minuti attribuiti alle varie sequenze, va segnalato quello eccessivamente esiguo relativo all’incidente di Silverstone del 1999 quando Schumacher fu vittima del più grave incidente della sua carriera fratturandosi la gamba destra e costringendo la Ferrari a trovare un sostituto per il resto del Mondiale: il pilota tedesco, infatti, rimarrà assente fino al penultimo Gran Premio di quella stagione.
Un incidente non collegato alla guida spregiudicata del pilota teutonico che invece in altri frangenti lo ha portato a scontrarsi molto duramente con diversi colleghi (Hill, Coulthard, Villeneuve, Senna), arrivando addirittura ad essere escluso dalla classifica piloti nel 1997 in seguito ad un deprecabilissimo episodio avvenuto durante il Gran Premio di Jerez de la Frontera contro Villeneuve.
Molto profondo ed interessante, invece, risulta essere lo spaccato personale e sentimentale tra Senna e Schumacher. L’incidente del pilota brasiliano viene mostrato e debitamente approfondito con interviste dell’epoca proprio del giovane tedesco, ma è la stessa moglie a sottolineare come, per Schumacher, Senna fosse diventato una sorta di fantasma dal quale non riusciva a sfuggire ritrovandosi sofferente di insonnia.
Il forte legame con Senna torna a galla più avanti, nel film, quando viene mostrata l’intervista post Gran Premio di Monza del 2000. Schumacher viene informato da un giornalista di aver raggiunto quota 41 vittorie in Formula 1, secondo a pari merito con Ayrton in questa particolare classifica. Alla domanda “Questo significa molto per te?”, il pilota tedesco risponde “Sì, significa tantissimo” senza fissare nessuno ma mantenendo il volto chino e fisso sul microfono davanti a sé. Poi i nervi, forse il ricordo di Senna, forse il peso di un Mondiale che sta diventando alla sua portata: Schumacher crolla e cede ad un pianto vistoso, liberatorio e umano, cercando inizialmente di ricomporsi ma successivamente cedendo alle emozioni e portando Häkkinen (suo contendente in quel Mondiale) a chiedere una pausa.
Un mese circa da quell’avvenimento, grazie alla vittoria del Gran Premio di Suzuka, Michael riuscirà a coronare il suo sogno iridato portando il Mondiale di Formula 1 in casa Ferrari, una cosa che non accadeva dal 1979 (Jody Scheckter).

Senza la mia famiglia, il suo aiuto e il suo appoggio non ce l’avrei fatta a essere quello che sono.


Dedizione, passione: l’avventura alla Ferrari è la rappresentazione di una fenice che risorge dalle proprie ceneri e torna alla vittoria dopo oltre vent’anni d’assenza. E lo fa grazie ad un campione che da lì in poi, una volta liberatosi dell’impegno preso, iniziò a macinare numeri e tempi extraterrestri che reggeranno per diverso tempo, fino a quando un giovane britannico non inizierà a calcare i suoi stessi circuiti: Lewis Hamilton.
La chiusura del film è l’ennesima dimostrazione di una disomogeneità di minuti fin troppo evidente. Negli ultimi quindici minuti circa di film vengono infatti condensati il suo ritiro, il ritorno alle corse con la Mercedes, l’incidente a Meribel e vaghi riferimenti al suo stato di salute attuale. Molta carne al fuoco che viene gettata addosso allo spettatore senza dar modo e spazio di elaborare oltre. Una piccola pecca per un film che ha dalla sua una costruzione inusuale (poco o nulla di spazio per l’arco vincente di Schumacher alla Ferrari) riuscendo a presentare l’umanità di un pilota, di un leader in grado di portare a termine il proprio progetto riuscendo a mantenersi in stretto legame con tutti i suoi collaboratori. Ma non si tratta di voler mitizzare visto e considerato l’ampio spazio concesso alle diatribe automobilistiche e disciplinari che hanno costellato la carriera del pilota tedesco.
Schumacher è un affresco di uno sportivo a tutto tondo e di un uomo che ha fatto della sua passione il proprio lavoro, ma raccoglie anche spaccati del suo ruolo di padre e marito. Elementi, questi ultimi, trattati purtroppo spesso e volentieri come dettagli elemosinati ed inseriti all’interno della pellicola in maniera quasi asettica.

 

TITOLO ORIGINALE: Schumacher
REGIA: Hanns-Bruno Kammertöns, Vanessa Nöcker, Michael Wech
INTERPRETI: Corinna Betsch, Jean Todt, Bernie Ecclestone, Sebastian Vettel, Mika Häkkinen, Damon Hill, David Coulthard, Flavio Briatore
DISTRIBUZIONE: Netflix
DURATA: 112′
ORIGINE: GERMANIA, 2021
DATA DI USCITA: 15/09/2021

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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