Sei Nell'Anima Recensione
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Sei Nell’Anima

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Ritratto della cantautrice Gianna Nannini, dagli inizi al 1983, anno della sua definitiva consacrazione come rockstar internazionale e da lei stessa definito “sua seconda nascita”.

 

Netflix ha deciso di dedicare un film a Gianna Nannini, intitolandolo Sei Nell’Anima, come uno dei suoi maggiori successi. Il materiale è fornito dall’autobiografia della cantautrice. Il finissimo titolo del libro, Cazzi Miei, si rivela sorprendentemente calzante alla narrazione. Una delle cose che emergono chiaramente, durante la visione di questo biopic, è l’esigenza imperativa, quasi furiosa che la protagonista ha di fare musica. Esigenza strettamente imparentata con un desiderio di libertà, di arrivare, sparire ed eventualmente tornare per le persone veramente importanti.
Altri elementi della storia risultano fin troppo confusi e ammassati in modo frettoloso.

LE PERSONE VERAMENTE IMPORTANTI


I rapporti familiari sono rappresentati molto bene e, anche per questo, la commozione sul finale arriva puntuale.
Più che il conflitto, la divergenza fra Gianna e la sua famiglia emerge solo dalle immagini, senza bisogno di molte spiegazioni. Papà Nannini, titolare di un’avviata pasticceria in centro a Siena, ha un immaginario che va da Claudio Villa a Mina. Se fosse un libro, sarebbe Il Giardino dei Finzi – Contini o Vestivamo alla Marinara. La figlia è decisamente più orientata su Janis Joplin o, restando in Italia, sul cantautorato che ha scoperto l’impegno sociale tipo Venditti.
Non per niente, il brano della Nannini Morta per Autoprocurato Aborto esce negli stessi anni in cui il cantautore romano dava alle stampe Lilli, una canzone in cui, per la prima volta, si parlava di droga.
Purtroppo, Andrea Delogu non ha molto tempo e molto spazio per tratteggiare la figura di Mara Maionchi. Il grande pubblico ormai conosce da anni il carattere simpatico e sanguigno della discografica, per fortuna molto più ricco e complesso rispetto al suo condire ogni frase con una parolaccia.

FONTI D’ISPIRAZIONE


Il materiale biografico viene via via selezionato e tagliato per mostrare principalmente da dove Gianna Nannini abbia tratto l’ispirazione per i testi delle sue canzoni più famose. Qui iniziano, si perdoni il gioco di parole, le dolenti note.
Questo dovrebbe essere un prodotto Netflix, destinato ad un pubblico “preparato e consapevole” che paga un abbonamento per vederlo.
Ebbene, si allinea sui canoni della più collaudata fiction Rai e non riesce nemmeno ad uguagliarla. Per vedere la tecnica del mostrare spunti tratti dalla vita reale e poi la loro trasformazione in canzoni, usata al meglio, c’è la fiction su Domenico Modugno con un grande Beppe Fiorello.
Certo, chi ben conosce il repertorio della cantautrice toscana avrà il piacere di capire subito tutto al volo. Ad esempio, quando l’autostoppista comincia a parlare di essere fuggito da Varsavia per non fare il soldato, individua subito il Ragazzo dell’Europa. Ci si chiede però cosa capiscano gli altri, a meno che non sia un film destinato ai soli veri fans.

METTERSI A NUDO


Un punto del film particolarmente impervio e difficile da trattare è quello riguardante i problemi mentali della protagonista.
Non si capisce in quanta parte siano dovuti o meno all’assunzione di droghe. Le scene stesse confondono lo spettatore: ad un certo punto, non si capisce se il “latin lover” Marc sia vivo, sia morto o addirittura se non sia solo un personaggio immaginario.
Tutto però, alla fine, viene ricondotto in un alveo “rassicurante”: anche le allucinazioni diventano materiale per una hit e la musica scatena ancora una volta il suo potere salvifico.
Intanto comunque, viene “presentata al mondo” Carla, compagna di Gianna. Le due sono una coppia sin dagli anni ’70, ma hanno vissuto la loro relazione sempre nella massima discrezione. Carla viene presentata come “altra metà” fondamentale di una ricetta salvifica.
Le buone interpretazioni di Letizia Toni (molto somigliante all’originale, anche nel parlato), Selene Caramazza e Maurizio Lombardi, nel ruolo di papà Nannini, contribuiscono di molto a emendare diversi difetti di sceneggiatura.


Questo film rischia di essere troppo poco per chi già conosce l’argomento e troppo per chi non lo conosce. Non si può parlare, dunque, di un’opera ben riuscita. Forse si sono volute affastellare tante cose, anche di grande importanza, in poco tempo.
Peccato, perché la parte più coraggiosa, quella del mettersi a nudo anche parlando di salute mentale, meritava ben altro trattamento.
In generale, un’opera che osa poco proprio parlando di una cantautrice che ha osato moltissimo, forse non si capisce quanto, data tutta l’acqua passata sotto i ponti dagli anni ’70.

 

TITOLO ORIGINALE: Sei Nell’Anima
REGIA: Cinzia TH Torrini
SCENEGGIATURA: Cinzia TH Torrini, Cosimo Calamini, Donatella Diamanti

INTERPRETI: Letizia Toni, Maurizio Lombardi, Selene Caramazza, Andrea Delogu, Stefano Rossi Giordani
DISTRIBUZIONE: Netflix
DURATA: 113′
ORIGINE: Italia, 2024
DATA DI USCITA: 02/05/2024

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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