A Gentleman In Moscow 1×01 – A Master Of CircumstanceTEMPO DI LETTURA 3 min

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A Gentleman In Moscow 1x01 recensioneArriva su Paramount+ A Gentleman In Moscow, tratto dall’omonimo romanzo di Amor Towles.
Per raccontare un momento storico complesso e doloroso, l’autore (anche produttore esecutivo della serie) ha scelto un punto di vista piuttosto particolare.
Protagonista è Alexander “Sasha” Rostov, nobile russo che, nel 1921, torna a Mosca dopo alcuni anni di residenza all’estero. La rivoluzione bolscevica imperversa e lui è molto preoccupato per la sorte dell’amata nonna.
Essendo aristocratico, il conte Rostov viene subito processato dal regime come “nemico del popolo” e condannato. La pena è restare confinato nel lussuoso hotel Metropol, dove già alloggiava, senza uscire, pena la fucilazione immediata. Un protagonista che affronta gli eventi con una compostezza e uno humor da vero grande gentleman. Questo è un primo punto a favore dello show.
La regia è di Sam Miller, qui ben lontano dalle atmosfere di Black Mirror.

EWAN MCGREGOR E LA BAMBINA


Ewan McGregor, nel ruolo principale, è molto bravo nel giostrarsi fra la facciata sempre impeccabile che il conte Rostov deve mostrare al mondo intero e quella carica di dolorosi ricordi e intimi scoramenti.
Ogni tanto, infatti, fanno capolino le memorie del protagonista, sotto forma di sfumati flashback. Si intuisce che riguardino la sorella di Alexander, morta durante la rivoluzione, ma nulla viene ben spiegato. Si spera in un approfondimento nelle puntate successive.
McGregor sembra più centrato e carismatico rispetto al suo ruolo in Obi-Wan Kenobi. Il paragone viene spontaneo anche perché il conte Rostov, con tutta la varia umanità che popola l’hotel Metropol, stringe particolare amicizia con una ragazzina, Nina. Alexa Goodall, però, non gli ruba la scena come Vivian Lyra Blair.
Il rapporto fra i due, con lei che vuole sapere come si fa a diventare “vere principesse”, porta una luce negli ambienti dell’hotel, spesso molto cupi al punto tale da ostacolare il godimento di alcune scene. L’albergo, tra decadenza e passaggi segreti, diventa metafora della Russia stessa, ma la politica viene evitata con la massima cura ogni qualvolta sia possibile.

PENSIERI DI EVASIONE


Viene spontaneo chiedersi se Alexander covi in sé desideri di vendetta o progetti la fuga. La risposta alla prima domanda è no (o almeno sembra), ma alla seconda.
Anzi, proprio i piani di fuga, orditi insieme all’amico Nikolai, sono all’origine del tragico finale di questo primo episodio. Questo dovrebbe dare al conte Rostov una spinta decisiva ad agire per cambiare la sua situazione. La trama e il ritmo della storia ne gioverebbero moltissimo.
Ovviamente, non ci sarà da aspettarsi un passaggio troppo rapido dal dire al fare. Lo dimostra il passo preso dallo svolgersi degli eventi nello show.
Intanto, lo spettatore che ama il genere può gustarsi molti piccoli dettagli, accessibili soprattutto ai più preparati. Si va dall’intro di Lorne Balfe e Steffen Thum, con immagini che ricordano le opere d’arte degli anni ’20 del XX secolo, e si procede, ad esempio, con la fiducia di uno dei personaggi in Trotskij (chi conosce la storia avrà colto subito l’ironia).

MALINCONIA


Una dolce malinconia di fondo è la cifra stilistica che permea tutto il racconto. Questo è un elemento che va dosato con sapienza, soprattutto nel passaggio dalla pagina scritta allo schermo. Se si esagera, l’effetto colpo di sonno è dietro l’angolo. Soprattutto, come si diceva sopra, si spera che lo spleen, come si chiamava allora, non impedisca al protagonista di prendere decisioni importanti e di restare al timone della propria esistenza.
In questo senso, un segnale fa ben sperare: è previsto l’arrivo di Anna Urbanova, attrice che diventerà interesse amoroso del protagonista. Sarà interpretata da Mary Elizabeth Winstead, cioè dalla moglie di Ewan McGregor nella vita reale.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Ewan McGregor
  • L’intro
  • Dettagli prelibati
  • Alcune scene fin troppo scure
  • Flashback da spiegare
  • La dolce malinconia di fondo, se mal dosata, può rivelarsi un’arma a doppio taglio

 

Una serie non destinata al largo consumo, ma con i suoi pregi. McGregor si rivela un sostituto più che degno per Kenneth Branagh, a cui si era pensato in origine per il ruolo di Alexander Rostov. Per chi ama il genere, ci sono tutti i dettagli dell’ambientazione d’epoca, per quanto in un ambiente squassato dal vento della rivoluzione. La colonna sonora è di qualità. Tutto questo merita una sufficienza bella piena e un proseguimento della visione, in attesa di sviluppi.

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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