Al di là dell’ovvio (e parecchio cringe) gioco di parole fra il nome della serie e i riferimenti religiosi, Christian si rivela essere uno show estremamente interessante.
Prodotto e distribuito da Sky Italia, questa nuova serie tv, diretta da Stefano Ludovichi e tratta dalla graphic novel Stigmate di Claudio Piersanti e Lorenzo Mattotti, cattura sicuramente l’attenzione per via della tematica proposta e per il cast presente, ponendosi dunque nella scia delle produzioni Sky Italia che, come al solito, riservano sempre delle piacevoli sorprese per gli spettatori.
SUPERNATURAL CRIME RELIGIOSO
Si potrebbe dire, d’altronde, che solo in Italia poteva nascere uno show del genere. Nella terra di San Francesco D’Assisi e Padre Pio (e della fiction religiosa mainstream) sembrava starno che non fosse ancora uscito qualcosa a tema stimmate.
L’idea vincente di questo nuovo prodotto è però il trattare l’argomento in maniera estremamente laica e soprattutto pop. La storia si svolge in una periferia romana estremamente degradata (la cosiddetta “Città-Palazzo”) in cui la vita è regolata dal boss mafioso di turno, Don Lino (interpretato da Giordano De Plano che purtroppo, come in Zero, si conferma poco credibile come villain). Il protagonista Christian (Stefano Pesce) è suo figlio adottivo, nonché uno dei suoi tirapiedi, specializzato nel “menare le mani” con i debitori insolventi.
Ed è proprio a Christian che, un giorno, compaiono le famose ferite alle mani che, oltre al dolore fisico, gli procura non pochi problemi togliendoli quello che di fatto è il suo principale strumento di “lavoro”. Un supernatural-crime tutto made in Italy dunque, che si introducie in una tradizione ben consolidata che unisce il genere comedy a Suburra.
UN SOPRANNATURALE “NEOREALISTA”
Nonostante l’aspetto “soprannaturale” della vicenda infatti, Christian è estremamente realistico. I vari personaggi presentati riflettono la realtà della periferia romana fra prostitute, spacciatori e umanità varia. “Sei Destro O Sinistro?” si rivela essere un buon episodio pilota nel settare fin da subito i vari conflitti e le problematiche presenti. Potrebbe sembrare all’apparenza noioso, se si considera che l’evento principale che smuove tutta l’azione è riservato ai soli cinque minuti finali (anche se piccoli segnali e indizi vengono rilasciati nel corso di tutta la puntata).
In realtà questa “lentezza” è comprensibile considerando le dinamiche varie fra i vari character presenti che necessitano del loro tempo per risultare realistiche e coerenti. Particolarmente apprezzati, da questo punto di vista, le interpretazioni dei personaggi di Italia (Lina Sastri), l’anziana madre del protagonista malata d’Alzheimer, ed il misterioso Don Matteo (Claudio Santamaria), incaricato dal Vaticano di smascherare i “falsi miracoli”, entrambi efficaci nel suscitare interesse e mai sopra le righe.
MORALE CATTOLICA E SUPERPOTERI
Ci sono tutti gli elementi dunque per catturare l’attenzione dello spettatore per quanto riguarda questo strano supernatural-drama dalla morale prettamente cattolica.
La storia di formazione di un piccolo criminale della malavita romana che improvvisamente scopre di avere un dono divino è senza dubbio particolare e fa leva sull’umanità dei character presenti in esso.
A questo punto è intuibile uno sviluppo della trama tutta basata sul tema della redenzione e della speranza in una vita (si spera) migliore anche di fronte alle avversità.
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Nonostante il ritmo un po’ compassato, non rimane che vedere quali saranno le conseguenze di questo particolare dono per Christian e di come la sua storyline si unirà a quella del misterioso Don Matteo, ma per il momento questo episodio pilota si merita un Thank Them All.
