The Gentlemen 1×01 – 1×02 – Refined Aggression – Tackle Tommy Woo WooTEMPO DI LETTURA 4 min

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The Gentlemen recensioneOgni volta che viene annunciata una serie tv tratta da un film, sia essa un reboot o uno spin-off o un sequel, la puzza di bruciato è il primo segnale d’allerta che si percepisce. Lo scetticismo divampa di pari passo perché, dopo decenni di esperienza del piccolo schermo, anche lo spettatore meno attento sa che le motivazioni di chi ha schiacciato il bottone verde in fase di produzione sono interconnesse con il tentativo di fare soldi facili con un usato sicuro.
Questo tipo di progetti, però, puzza di bruciato sin da quando vengono annunciati per la prima volta per via di una lunga sfilza di risultati negativi che fa dubitare chiunque e, bisogna ammettere, che il filo conduttore di tutti questi aborti televisivi è rappresentato dai network generalisti. Qualche nome? Ok:

  • The Karate Kid del 1989 è durato 13 episodi su CBS
  • Taken nel 2017 è durato 26 episodi su NBC ma con un tracollo imbarazzante negli ascolti
  • qualcuno si ricorderà forse di Blade: The Series creata da David S. Goyer per Spike nel 2006
  • le 10 puntate di quel remake senz’anima di Minority Report targato FOX
  • il non malvagissimo Limitless della CBS del 2015-2016
  • le due stagioni di About A Boy su NBC del 2014
  • i 13 pessimi episodi di Training Day andati in onda nel 2017 su CBS
  • le 4 stagioni di 12 Monkeys di SyFy
  • il recentissimo (ma anche cancellatissimo) True Lies di CBS.

Ovviamente ci sono anche esempi positivi e, a riprova di quanto detto poche righe più sopra, subito viene in mente Fargo di Showtime, l’ottimo Watchmen di HBO (e per qualcuno anche il Westworld di HBO) e il recente Mr. & Mrs. Smith di Amazon Prime Video: tutti arrivati da network via cavo. Il tentativo di Netflix è però il primo vero passo verso questo infausto trend degli anni ’10 che ha spaventato anche i conduttori di Spin-Off (tra cui chi scrive queste righe), ancora sofferenti per tutte le batoste racimolate negli anni con la lunga lista sopra.
La sensazione che Guy Ritchie e Netflix stessero cercando i soldi facili con un remake/spin-off di seconda mano viene però facilmente scrollata di dosso dopo la visione del pilot e il secondo episodio scongiura tutte le paure pregresse perché, e lo si dice con somma gioia, l’esperimento The Gentlemen sembra aver capito cosa non fare.

The Gentlemen 1x02 recensione

POLLI, MARIJUANA E MORTI


A reiterare i timori di un remake non degno dell’originale c’è anche un nome non altisonante che ha coadiuvato Guy Ritchie nella creazione della serie e anche nella sceneggiatura di questi due episodi: Matthew Read, uno sceneggiatore che nel suo curriculum (stando ai voti degli utenti su IMDB) ha partecipato solo a produzione di dubbio gusto. Eppure, e per fortuna, il risultato finale è ampiamente influenzato dalla mente e dalla mano (anche alla regia e sempre per entrambi gli episodi) di Ritchie stesso, palesemente in un ottimo momento creativo della sua carriera vista la piacevolezza del prodotto finale.
Lo show non ha praticamente nessun elemento in comune con il film del 2019, nel senso che non bisogna aver visto la pellicola prima di approcciarsi alla serie di Netflix, però ovviamente mantiene alcuni temi centrali come l’affitto di parte del terreno di un ricco nobile britannico per coltivare marijuana in cambio di una parte dei profitti e una serie di personaggi altamente sopra le righe.
Theo James (visto di recente nella 2° stagione di The White Lotus) è sorprendentemente un ottimo protagonista e regge molto bene il peso scenico; non sono da meno anche gli altri attori del cast come Kaya Scodelario o il “fratello di Theo James” Daniel Ings. Poi ovviamente Giancarlo Esposito ha sempre il suo peso specifico ed è innegabile.
Non è difficile immaginare dove andrà a parare la storia dopo la visione dei primi due episodi, però il ritmo e una solida sceneggiatura che sgancia botta e risposta piuttosto interessanti bastano e avanzano per apprezzare lo show e proseguirne la visione.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Regia
  • Ritmo
  • Finale ben piazzato
  • La danza del pollo
  • Theo James regge molto bene il ruolo da protagonista
  • C’è bisogno di più tempo per poter apprezzare i personaggi, guardare semplicemente il pilot non è sufficiente

 

Decisamente una piacevolissima sorpresa pensata bene e realizzata con i dovuti crismi. Certo, sono 8 episodi e le cose possono sempre cambiare lungo il percorso, però la visione delle prime due puntate è molto soddisfacente ed è piuttosto difficile che Ritchie e/o Netflix riescano a mandare tutto a rotoli. Gli va data assolutamente una chance.

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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