Sono Lillo 1×01 – Episodio 1TEMPO DI LETTURA 4 min

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Recensione 1x01 Sono Lillo LOLAmazon Prime sfrutta la popolarità derivata da un suo stesso programma televisivo LOL – Chi Ride È Fuori per regalare al proprio pubblico una nuova serie supereroistica dai toni prettamente comedy.
Sono Lillo è una serie comedy incentrata sul “supereroe” Posaman interpretato dall’attore Pasquale Petrolo, creatore del personaggio stesso durante uno degli episodi del noto talent show comico.
Ovviamente non bisogna aspettarsi la classica storia di formazione condita da scontri e battaglie con super-villain con tanto di effetti speciali ed esplosioni. Sono Lillo è un esperimento più intimista e semi-autobiografico il cui focus principale è la satira sul mondo televisivo, in particolare sui programmi cosiddetti “comici” per l’appunto.

PIACERE SO’ POSAMAN… LILLO!


Più che i supereroi Marvel qui l’ispirazione principale è più Birdman di Iñárritu, palesemente citato soprattutto nella sequenza finale.
Protagonista dello show è Lillo (Pasquale Petrolo), ipotetico comico televisivo (chiaramente ispirato allo stesso Petrolo) diventato noto per il tormentone di Posaman, per cui viene invitato in tutte le trasmissioni televisive a replicare le stesse identiche pose, con grandi applausi e risate più o meno vere.
Tutto questo provoca in Lillo una dissonanza mentale, per cui viene di fatto perseguitato dal “fantasma” del personaggio che lui stesso ha creato, che gli ricorda come tutto il suo successo sia dovuto a lui. Tutto questo unito ad una depressione dovuta al fatto che la moglie Marzia (Sara Lazzaro) ha deciso di lasciarlo visto il suo stile di vita definito “infantile”.
Da qui i continui tentativi di Lillo di crearsi una nuova vita senza l’ingombrante ombra del suo stesso personaggio. Impresa tutt’altro che facile, soprattutto in un mondo dove a padroneggiare sono i tormentoni ripetuti fino allo sfinimento.

SATIRA SULLA COMICITÀ TELEVISIVA


L’intento di Sono Lillo è dunque ben chiaro e, allo stesso tempo, molto difficile: fare satira sul mondo della comicità. Difficile in quanto si tratta di prendersi gioco di una realtà che, già di per sé, è dissacrante ed esagerata. Il rischio è dunque quello di risultare eccessivamente ridondanti e didascalici, e quindi paradossalmente ben poco divertenti.
In effetti, se non fosse per l’evidente tono meta-ironico e per l’uso di guest-star d’eccezione presenti nello show (è presente praticamente mezzo cast di Boris e numerosi stand-up comedian italiani fra cui Valerio Lundini ed Edoardo Ferrario) si potrebbe inserire lo show all’interno del genere dramedy.
Purtroppo il risultato finale è uno show ibrido che però riesce a metà nel suo intento. La causa principale è proprio la troppa auto-referenzialità dello show che rende il tutto fin troppo prevedibile e poco divertente, smorzando anche i momenti che dovrebbero essere quelli più comici. Risulta più preponderante la malinconia del personaggio che non l’intento parodico in sé, cosa che comunque non riesce a suscitare la giusta empatia nello spettatore.

CONCLUSIONI


È un peccato perché il potenziale c’è eccome, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto satirico dello show. No a caso i personaggi più riusciti sono i comprimari che fanno parte dell’entourage di Lillo (il suo agente e il talent scout dei nuovi comici), guarda caso interpretati da due “veterani” del mestiere come Pietro Sermonti e Paolo Calabresi.
In effetti lo show poteva funzionare come ideale proseguimento del discorso meta-televisivo lanciato da Boris (da cui provengono i due attori sopracitati), dal momento che i programmi come LOL da cui nasce Posaman sembrano essere una versione “talent-show” di Troppo Frizzante.
Questo che dovrebbe essere il perno centrale di tutto lo show viene però messo in secondo piano rispetto all’aspetto sentimentale, condito da una blanda storia di rinascita personale che però ha come unico risultato di rendere la serie qualcosa di indefinito. Ed è difficile interessarsi a qualcosa che non è “né carne né pesce”.
Un episodio pilota che non rende dunque al meglio e che risulta alla fine un “già visto” esattamente come il tormentone su cui si basa.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Lillo (Pasquale Petrolo) e Posaman
  • Satira sulla comicità contemporanea e sulla stand-up comedy televisiva
  • Metà del cast di Boris presente…
  • … purtroppo inserito in un contesto molto diverso
  • Un po’ troppa auto-referenzialità
  • Sviluppo vero solo nel finale

 

Dal tormentatone di LOL ad una vera e propria serie tv supereroistica che omaggia Birdman di Iñárritu. Sono Lillo prende il personaggio di Posaman e lo fa diventare metafora della comicità contemporanea televisiva, ostaggio di tormentoni comici e successi effimeri. Una sorta di “nuovo Boris” se vogliamo, ma con risultati purtroppo molto più modesti.

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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