The Mandalorian 3×06 – Chapter 22: Guns For HireTEMPO DI LETTURA 3 min

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The Mandalorian 3x06 recensioneQuesta stagione di The Mandalorian sta chiaramente dividendo il pubblico tra coloro che apprezzano il format del “caso di giornata” da risolvere allegramente e quelli che invece sono piuttosto infastiditi dalla gestione degli eventi, piuttosto sottotono rispetto sia alle aspettative che a ciò che si è visto in passato. E chi scrive queste righe fa parte di questo secondo gruppo (non sparuto) di persone.
Il concetto dietro la quest dell’episodio è un qualcosa che risale a decenni e decenni di tv generalista in cui, per mantenere uno show in onda ogni settimana, gli sceneggiatori erano forzati nel creare puntate a sé stanti che potessero essere guardate in qualsiasi momento senza una particolare conoscenza dei personaggi o della trama orizzontale. Un format che è tuttora ancora in voga nei vari show ABC, CBS, FOX, NBC perché hanno tutti 20-24 episodi a stagione ma che non ha senso di esistere per serie composte da 8 puntate come quella di cui si sta scrivendo.

TRE GUEST STAR PER UNA TRAMA VERTICALE NON RICHIESTA


La presenza di Jack BlackLizzo e Christopher Lloyd in questo episodio non era stata pubblicizzata in alcun modo, pertanto la sorpresa generale nel trovarsi di fronte questi attori è sicuramente tanta ma una volta finito l’entusiasmo cosa rimane veramente di queste scelte?
Alcuni spettatori potrebbero considerare queste tre guest star come un ottimo modo per gettare fumo negli occhi, altri come un valore aggiunto ad una trama che è carina ma anche evitabile. La realtà sta probabilmente nel mezzo, ovvero tra la gestione malsana della stagione da parte di Jon Favreau e il divertissement di quest’ultimo nel proporre una tematica invertita (e paradossalmente attuale) in cui i droidi sono preoccupati che gli esseri umani gli tolgano il lavoro.
Ci sono anche reminiscenze di “Io, Robot” che non dispiacciono ma che nel complesso non giustificano la scelta, piuttosto scellerata, di concedere il giusto spazio alla trama orizzontale, trama orizzontale che si concentra nei due minuti finali e che invece avrebbe meritato molto più spazio. Perché, alla fine dei conti, se al posto di Black, Lizzo e Lloyd ci fossero stati altri attori meno rinomati, non sarebbe cambiato più di tanto.

TRE MANDALORIANI PER UNA TRAMA ORIZZONTALE CHE NON ARRIVA


L’obiettivo di rendere Bo-Katan la nuova di leader di tutti i mandaloriani riportandoli su Mandalore è sulla carta ottima, d’altronde a chi non piace una storia in cui il protagonista si accolla sulle sue spalle il peso del mondo per raggiungere un bene superiore che migliori la vita di un’intera popolazione? Una ricetta molto facile e già vista nella letteratura mondiale oltre che ovviamente anche sul piccolo e grande schermo, specialmente quando si pensa ai supereroi (Arrow giusto per citarne uno). Tra il dire e il fare, sfortunatamente c’è il mare Jon Favreau.
Lo scontro tra Bo-Katan e Axe Woves, che ritorna dopo la sua prima e unica apparizione in “Chapter 11: The Heiress“, è piacevole ma anche non strettamente necessario ai fini della trama. Se è vero che nel Credo mandaloriano la supremazia del leader viene conquistata sul campo di battaglia, è altresì vero che non può bastare una semplice scenetta iniziale di un paio di minuti per dare profondità narrativa ad un faccia a faccia che avrebbe potuto e dovuto ricevere più attenzioni ed un maggiore contesto sociale per i membri di una società (quella mandaloriana) che rappresenta il punto di maggiore interesse per lo spettatore. Spettatore che invece viene imboccato con trame verticali non richieste.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • CGI sempre molto curata
  • Guest star interessanti
  • Trama verticale non molto convincente
  • Trama orizzontale gestita con fin troppa rapidità e completamente depauperata del suo spessore
  • Grogu inesistente

 

“Chapter 22: Guns For Hire” è il terzo episodio (su sei) di questa stagione a guadagnarsi una meritata insufficienza. Un chiaro segnale, molto allarmante, di una qualità in netto calo e di un problema molto grosso che può essere identificato con la persona di Jon Favreau, chiaramente in overconfidence da successo per le precedenti stagioni. Non basta avere alcune guest star importanti per sopperire ad una qualità in picchiata.

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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