The Morning Show 3×04 – The Green LightTEMPO DI LETTURA 4 min

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Recensione The Morning Show 3x04Il mondo di The Morning Show si è sempre caratterizzato per una rappresentazione verosimile e penetrante delle dinamiche del settore televisivo, presentate attraverso lenti che esplorano al contempo sia gli ambiti professionali che personali di quest’ultimo.
In questo quarto episodio, lo show prende una piega particolarmente intrigante, rivelando non solo gli ingranaggi interni al potere ma anche la fragilità umana nelle sue molteplici sfaccettature.

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Cory Ellison, con la sua personalità magnetica e complessa, torna al centro della scena, fungendo da perno attorno al quale ruotano molte delle tensioni dell’episodio. Questo personaggio, personificazione della contraddizione, mostra come al solito una facciata di sicurezza e astuzia, mentre alle spalle lotta disperatamente per mantenere a galla UBA, una rete che sembra destinata a un imminente naufragio finanziario.
Stella, new entry nell’ambito degli Upfronts, è invece posta dinanzi all’arduo compito di siglare un accordo pubblicitario cardine per UBA. La sua interazione con due esecutivi volutamente stereotipati si configura quale spaccato del maschilismo ancora radicato all’interno nel settore: la coppia di colletti bianchi, in un eccesso di sfrontatezza, impone, come condizione per l’accordo, che una cameriera lecchi un drink rovesciato sul tavolo, prospettandole una lauta mancia di 20.000 dollari come contropartita. Stella, in un tormentato compromesso tra etica e ambizione, accoglie a malincuore la denigrante richiesta, rivelando l’angosciosa lotta tra la sua aspirazione professionale e l’essenza umana che giace dietro il suo consueto atteggiamento da cyborg. Questo momento, insieme alla successiva crisi di pianto sulla via del ritorno, enfatizza la sua vulnerabilità in un universo lavorativo dominato e sfigurato da dinamiche ancora fortemente patriarcali.
Emergendo con il suo carisma intrinseco, Alex Levy, attraverso la sua profonda interazione con il miliardario Paul Marks, ha rivelato una connessione che, pur avendo inizialmente l’aria di una manovra strategica, si è profondamente radicata in un terreno di comprensione e chimica palpabile. Durante una visita evocativa a Coney Island, dove Alex condivide frammenti del suo passato, le viene data l’opportunità di svelare un lato di sé precedentemente nascosto, esponendo una vulnerabilità nascosta dalla sua celebrità televisiva e mostrando una figura che, pur essendo al centro dei riflettori, condivide aspirazioni, insicurezze e sogni simili a quelli della “gente comune”.
Questa evoluzione, che ha trasformato Alex da una figura apparentemente unidimensionale all’inizio della serie in un personaggio ora stratificato e ricco di sfaccettature, sottolinea non solo una determinazione e un senso di responsabilità ineguagliabili nel contesto dei suoi impegni presso UBA, ma anche la complessità del panorama mediatico in cui si muove. Infatti, il culmine di questo intricato gioco di potere e ambizione si manifesta con l’arrivo di Paul Marks alla festa nelle Hamptons: un momento decisivo in cui la sua sola presenza, insieme alla sottesa promessa di un potenziale salvataggio finanziario per UBA, cattura magistralmente l’intero spettro di emozioni oscillanti tra la speranza fervente e l’ombra della disperazione, evidenziando le sottili linee che separano il successo dal fallimento.

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“The Green Light” offre una ricca tapestry di sfumature e complessità, soprattutto nella raffigurazione dei suoi personaggi. Non vi è una demarcazione rigida tra l’essere buono o cattivo; invece, ogni personaggio emerge come un amalgamato di forze e debolezze, virtù e vizi. Questa intricata tessitura esalta la complessità della condizione umana e la serie stessa dimostra un profondo acume nell’affrontare temi etici e morali con una maturità del tutto apprezzabile.
Una menzione speciale va inoltre alla soundtrack dell’episodio. In particolare, la decisione di utilizzare “Stayin’ Alive” dei Bee Gees in avvio di puntata non è casuale; riflettendo simbolicamente le sfide di Cory e della UBA nel navigare le acque tumultuose di un’industria mediatica in continua evoluzione. Questa scelta musicale, oltre a fornire un tocco nostalgico, serve a rafforzare il messaggio dell’episodio, e dimostra come ogni singolo elemento in The Morning Show sia meticolosamente selezionato per trasmettere sfumature e sensazioni precise.
Infine, ci si immerge nella potente rappresentazione del mondo mediatico e della sua volatilità intrinseca. La serie sottolinea abilmente il potere pervasivo e talvolta imprevedibile dei social media, con particolare riferimento al personaggio di Chris. Questa giovane giornalista, armata della sua crescente influenza digitale, è in grado di esercitare pressione sui pesi massimi di UBA, illustrando il cambiamento sismico nella dinamica del potere comunicativo. In un’epoca in cui una singola voce può catalizzare un movimento o creare shock con un semplice post, The Morning Show riesce a catturare l’essenza della comunicazione nell’era digitale e le sue ripercussioni nel tessuto della società contemporanea.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Ambiguità dei personaggi
  • Rappresentazione dei media
  • Colonna sonora
  • Tensione narrativa, specialmente nel confronto tra Stella e i due colletti bianchi
  • L’arrivo di Paul Marks e Alex sul finale
  • Cliché narrativi sempre presenti
  • Sottoutilizzo di alcuni personaggi

 

Nel complesso, “The Green Light” rappresenta un episodio significativo nella trama di The Morning Show, offrendo una miscela di tensione drammatica, esplorazione dei personaggi e riflessione sulla condizione odierna del mondo della comunicazione. Lo show dimostra qui una buona capacità nel tessere insieme questi vari filoni narrativi, garantendo un flusso costante e coinvolgente della storia. Ogni scena, ogni scambio verbale e ogni decisione dietro la camera contribuisce a delineare una visione ponderata, seppur critica, dell’industria dei media.
Questo rende l’episodio degno di attenzione sia per i fan della serie sia per chi desidera uno sguardo schietto sui dinamismi di potere e ambizione nel panorama mediatico contemporaneo.

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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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