Al quinto episodio di otto ci si aspetterebbe qualche chiarimento in più su alcuni dei misteri che The Peripheral propone. Scott B. Smith e Jamie Chan hanno scelto invece di interrompere la narrazione principale per svelare qualche aspetto in più di Aelita West, una figura che dovrebbe essere enigmatica e sfuggente ma che al momento risulta essere solo assente negli episodi precedenti senza una reale motivazione se non creare un interrogativo in più senza soluzione.
Per una prima stagione si possono perdonare leggerezze e imprecisioni in favore dello sviluppo della trama e della presentazione dei personaggi ma, fino ad ora, sembra proprio che il lato action abbia sostituito la vera e propria scrittura dei personaggi e qua e là Smith abbia inserito qualche digressione e dialogo simil filosofico (come in “Haptic Drift“) per rendere più profondi i protagonisti ma senza un grosso risultato.
LA VULNERABILITÀ DI AELITA WEST
Grace: “It said the allure…and the fatal flaw… of our relationship was that you were a bad good-girl, and I was a good bad-girl. On the surface, you make a show of being rather bad, but deep down, you’re almost frighteningly good. And I’m the opposite. Do you still muck about with those doll’s houses? The AIT had a theory. It said it was all about order and control. That you came from a place where you had neither, and the doll’s houses were a way to compensate. Miniature worlds in which you could feel safe”.
Aelita West: “That sounds like a steaming pile of horseshit”.
Grace: “You have a better explanation? You have to admit it’s an eccentric hobby”.
La tirata analitica di Grace che chiarisce ad Aelita West il suo lato più intimo e nascosto non restituisce nulla allo spettatore. Sembra di assistere alla solita conversazione di due amanti con una relazione fallita alle spalle che riflettono su cosa non ha funzionato. Non c’è originalità nel doppio fine di Aelita e il fatto che voglia sapere cosa fanno nel laboratorio segreto non stuzzica l’attenzione perché di fatto lo spettatore non conosce il personaggio e il ruolo che dovrebbe avere nello sviluppo della trama.
Il personaggio di Aelita West non ne esce approfondito se non negli aspetti immediatamente necessari a portare avanti il racconto quando l’approfondimento delle motivazioni che la spingono ad agire in tale modo avrebbe meritato sicuramente più spazio e una scrittura migliore. La collocazione del suo approfondimento a inizio episodio e lo stacco netto con la sezione successiva non rende il character più importante ma è solo una fastidiosa interruzione rispetto alla storia principale di Flynne e compagni.
UNA SORPRESA PER FLYNNE E FAMIGLIA
Proprio lo stacco netto rispetto alla prima sezione e l’introduzione di un altro personaggio nuovo di cui non si sa nulla non permettono allo spettatore di immergersi nella narrazione successiva. La storia del killer su commissione poi era già stata presentata (con altri personaggi) e risulta davvero improbabile che Flynne e suo fratello riescano sempre a salvarsi, anche nelle situazioni più pericolose.
Inoltre i due possono sempre contare sull’aiuto di qualche amico o conoscente che casualmente è in zona ed ha le competenze giuste per salvare loro la pelle.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Un episodio traballante che dovrebbe approfondire una figura importante nello sviluppo della storia di The Peripheral ma che delude le aspettative senza lasciare nessun segno importante nella narrazione, seguito da uno sviluppo a tratti poco probabile. Si può fare decisamente di meglio.
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La notte sognivaga passeggia nel cielo ed il gufo, che mai dice il vero, sussurra che sono in me draghi ch'infuocano approdi reali e assassini seriali, vaghi accenti d'odio feroce verso chiunque abbia una voce e un respiro di psicosfera che rende la mia indole quanto mai nera. Però sono simpatica, a volte.