The Peripheral 1×08 – The Creation Of A Thousand ForestsTEMPO DI LETTURA 4 min

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The Peripheral trova la sua conclusione. O per meglio dire, conclude qui questa prima stagione, perché una seconda sembrerebbe già essere in sviluppo con la conclusione dell’episodio (con tanto di scena post crediti) che lascia intendere una prosecuzione.
Una prosecuzione che, stando a quanto visto, non cattura più di tanto l’attenzione, visto e considerato il poco appeal del prodotto, nonostante le prime posizioni nelle classifiche interne di Amazon Prime Video.
Un finale che mette in mostra le debolezze già elencate nella precedente recensione e che, quindi come era lecito attendersi, restano tali senza eccessivi margini di miglioramento.
Allo spettatore vengono fornite maggiori informazioni riguardo quanto sta avvenendo, dando maggiore spazio alla comprensione della storia. Ma si tratta di un piccolissimo passo avanti.

UN PO’ DI SPIEGAZIONI


L’omicidio dello sceriffo a casa Pickett viene archiviato in brevissimo tempo e lo stesso Corbell, sopravvissuto miracolosamente alla pistola ad impulsi, potrebbe rappresentare un grosso rischio per Tommy nel caso in cui l’uomo si risvegli ed inizi a raccontare cosa effettivamente è accaduto all’interno della casa.
I problemi di salute che hanno seguito Flynne lungo l’intera stagione sono collegati alla prima missione mostrata in “Pilot”, quando stava interpretando il personaggio di Burton all’interno della simulazione. Nel cervello della ragazza sono stati impiantati tutti i ricordi e tutte le informazioni raccolte da Aelita al Research Institute, motivo per cui Cherise le sta dando la caccia anche nel 2032.
Un’informazione che, per quanto potesse essere prevista, rimane nascosta al pubblico fino al momento in cui viene rivelata in questo episodio.
L’impossibilità di liberarsi delle informazioni, impiantate nel suo cervello e ormai parte stessa di Flynne, obbligano la ragazza all’estremo sacrificio, non prima di aver traslato la sua identità all’interno di una simulazione ed essersi messa in contatto con la Londra del futuro, dove potrà continuare a collaborare con il detective Lowbeer (MET, Metropolitan Police) per cercare di mettere i bastoni tra le ruote sia al Research Institute, sia ai Klept (che compaiono nella scena post crediti per minacciare Zubov).

IL RITORNO DI AELITA


Nomi e classi sociali creano solo ulteriori dubbi e perplessità riguardo a ciò che si è visto? Non c’è da preoccuparsi, il problema è essenzialmente legato alla sceneggiatura stessa di The Peripheral. Una scrittura estremamente lacunosa e mai veramente in grado di calamitare l’attenzione del pubblico.
Lo scontro tra RI, Klept e MET orchestrato attorno alla famiglia Fisher poteva rappresentare un ottimo spunto per presentare un nuovo futuro distopico e le conseguenze di determinate scelte. Tuttavia, molti elementi sono andati perdendosi in un mare di nulla. Delle ricerche di Aelita e del suo tentativo di portare allo scoperto il RI viene raccontato veramente poco, se non nulla, così come del personaggio in sé: fatta eccezione per brevissime comparsate e il flashback riguardante anche Wilf, di Aelita (personaggio cardine della storia) non c’è veramente nessun tipo di approfondimento. Anche la sua ricomparsa in questo finale, insieme ai suoi accoliti (neoprim?) è totalmente anticlimatica e non in grado di creare interesse.

JASPER E LA SCENA DEL TRENO


Il resto della puntata si perde in dettagli narrativi totalmente inutili ai fini della storia, come per esempio l’intera sequenza riguardante Jasper che, dopo l’attacco a Corbell, non riveste più nessuna importanza. Preso in giro da quelli che reputava amici, quindi, decide di ucciderli bloccando l’auto sopra le rotaie del treno. Tra il suo fare impacciato e l’intera costruzione della scena l’unica domanda che ci si pone è “perché?”, talmente tutto si rivela essere senza senso.
Anche la parte di puntata riguardante il “tradimento” di Ash ed Ossian nei confronti di Zubov risulta poco coinvolgente e resta nell’anonimato: il loro appoggio a Cherise potrebbe in un futuro rappresentare un punto di rottura con gli altri personaggi, ma in questo momento di totale confusione e poca chiarezza aggiunge talmente poco che non riesce minimamente ad attirare l’attenzione.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il sacrificio di Flynne per salvaguardare la propria famiglia
  • Scene action… nonostante nei libri le stesse siano decisamente molto più centellinate
  • Lotta sociale tra le varie classi
  • Flynne muore… ma non muore
  • La sequenza di Jasper
  • Eccessiva terminologia specifica, occorrerebbe un dizionario per la serie
  • Aelita ricompare dal nulla
  • I domestici a casa Zubov
  • Cherise, una villain senza spina dorsale

 

Un finale sottotono, esattamente come lo show. Si può tranquillamente etichettare The Peripheral come una delusione, considerati la sceneggiatura approssimativa, l’anonima recitazione e il pressapochismo con cui lo spettatore viene fatto approcciare alla mitologia del prodotto. Con una seconda stagione, probabilmente già in produzione, cosa c’è da aspettarsi?

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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