The Peripheral 1×06 – Fuck You And Eat ShitTEMPO DI LETTURA 3 min

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The Peripheral 1x06 recensioneIl nome di questa puntata è sicuramente una delle cose più belle dell’intera serie. Il che pone, volutamente, abbastanza in chiaro il tenore della serie Amazon Prime Video rispetto alle aspettative e rispetto alla gestione del minutaggio che ha ormai superato tre quarti del tempo a disposizione in questa stagione.
“Fuck You And Eat Shit” è il terzultimo episodio e come tale dovrebbe incominciare a sistemare i tasselli e le pedine per il gran finale, invece la sensazione è che Scott B. Smith non sia ancora riuscito a terminare la preparazione necessaria. Lo si deduce dall’arrivo di nuovi character (come ad esempio l’Ispettore Ainsley Lowbeer) che, improvvisamente, diventano centrali nella narrazione e altri (Bob il serial killer irlandese che vive in Florida) che perdono improvvisamente di valenza dopo aver occupato un’intera puntata.

CERCASI SCHELETRO DELLA STAGIONE


La gestione dei personaggi principali e secondari da parte dello showrunner Scott B. Smith è piuttosto “eccentrica”, per essere gentili a descriverla. La serie non sembra avere una struttura ben definita e continua ad aggiungere nuovi character in un universo che non riesce ad approfondire degnamente nemmeno quelli che sono già a disposizione.
Questo episodio è un ottimo esempio di quanto appena descritto:

  • la puntata si apre con un flashback di 5 minuti che mostra come Conner abbia perso le due gambe ed il braccio;
  • si passa poi nel futuro con Wilf e Flynne per una quindicina di minuti nella finta macelleria utile principalmente a creare un po’ d’azione e poco altro;
  • seguono poi 20 minuti oggettivamente sacrificabili che offrono una panoramica non richiesta su dove sia finito Bob il serial killer, su Conner che si cucina french toast sistemando la sua moto e poi sul poliziotto Tommy che ha arrestato Bob nella scorsa puntata prima di fare un incidente contro la macchina invisibile;
  • a chiudere il cerchio si ritorna al futuro con il nuovo Ispettore che evoca i “protagonisti” dal passato per interrogarli e quindi Flynne ritorna in scena dopo oltre 30 minuti d’assenza dalla serie in cui dovrebbe essere la protagonista.

In una gestione più misurata del minutaggio e del proprio parco personaggi, Flynne sarebbe potuta essere utilizzata in maniera più omogenea lungo l’intero episodio invece di sparire improvvisamente ad inizio puntata per poi spuntare fuori all’improvviso negli ultimi due minuti. E lo stesso si può dire anche di tanti altri character, tipo Conner, che vengono costantemente dimenticati e poi improvvisamente ripescati fino a cadere nuovamente nel dimenticatoio. Lo stesso Corbell Pickett, un wannabe villain del passato, qui ritorna di moda per tipo 3 minuti prima di essere nuovamente accantonato da Smith: ridicolo.
La sensazione che si potesse saltare questa sesta puntata, o almeno il 90% di essa, riecheggia nel cuore e nella testa di uno spettatore confuso e senza punti di riferimento in una serie che continua a non dare nessuna risposta (probabilmente perché non ce ne sono) alle tante domande messe in piedi, il tutto mentre si butta fumo negli occhi dello spettatore per nascondere le mancanze accumulate in fase di progettazione e scrittura.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La scena di combattimento nella macelleria
  • Cliffhanger finale
  • Arrivano ancora nuovi personaggi quando quelli che sono già in scena non sono nemmeno caratterizzati bene
  • Gestione pessima del minutaggio dei vari character
  • C’è sempre molta confusione che non va diradandosi
  • Molti attori sono palesemente di serie B
  • La scena iniziale con il cane non era necessaria ed è semplicemente un atto di crudeltà buttato lì per il gusto di farlo

 

Dopo la visione di “Fuck You And Eat Shit” sembra che il messaggio principale che Scott B. Smith voglia passare al proprio pubblico dopo sei episodi sembra proprio insito nel titolo. La visione di questa puntata è un’esperienza vacua con una gestione del parco personaggi che si conferma essere piuttosto insensata, farcita di paroloni e di nomi futuristici che provano a nascondere la mancanza di uno scheletro narrativo su cui, effettivamente, costruire una storia decente.

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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