Quando esce una serie italiana su Amazon Prime Video con un cast di talento e una storia originale non scopiazzata da qualche altra serie nel mondo, ogni recensore spera di poterne scrivere o per distruggerla o per acclamarla come una rivelazione.
Oggi il pilot in questione è di una nuova serie, l’italianissima The Bad Guy, ultima fatica di Ludovica Rampoldi che insieme a Davide Serino e Giuseppe G. Stasi ne ha scritto e firmato sia soggetto che sceneggiatura.
Dietro la macchina da presa insieme allo stesso Stasi c’è Giancarlo Fontana; i due registi hanno scritto e co-diretto tre film (Amore Oggi, Metti La Nonna In Freezer e Bentornato Presidente) infatti Stasi e Fontana vengono dalla stessa città, Matera, e oltre a essere soci sono due amici che hanno iniziato a farsi largo nel mondo del cinema postando i loro cortometraggi sul web. Il genere che più li contraddistingue come autori è quello della dark comedy, genere dalla difficile riuscita, ma che con qualche buon risultato accompagna anche questo primo episodio di The Bad Guy.
La serie è uscita su Prime l’8 dicembre con i tre primi capitoli ed i restanti tre usciranno il 15 dicembre, una strategia di rilascio interessante, un po’ alla stregua di Stranger Things, anche se il paragone con l’investimento di marketing di Netflix è un azzardo. Una nota importante va fatta per il cast, vediamo un ottimo Luigi Lo Cascio interpretare il protagonista della storia, l’ex magistrato Nino Scotellaro, affiancato dalla sempre giusta Claudia Pandolfi che interpreta Luvi Bray, avvocato di successo e moglie di Nino.
LA MAFIA NON È SOLO COPPOLE ED ESPLOSIVI
Lo spettatore italiano è ormai abituato alle storie di mafia e camorra, negli ultimi 25 anni a iniziare da La Piovra sono state girate decine e decine di serie su questo tema, come se la criminalità organizzata nostrana fosse uno degli argomenti sempre freschi e interessanti da cui trarre una storia. I prodotti finora realizzati sono stati di qualità altalenante, ma una cosa che li ha accomunati è quella di avere sempre inserito la trama in un contesto molto stereotipato, dove i “cattivi” sono super cattivi ed i “buoni” sono eroi senza troppe complessità o sfaccettature.
Un plauso va fatto in questi termini a The Bad Guy che invece fotografa una storia di Cosa Nostra (con personaggi, fatti ed eventi inventati) totalmente nuova dove i ruoli sono per la prima volta rovesciati: è un buono, il classico eroe, giudice antimafia, che stanco delle batoste prese sia dello stato che dai boss, decide di vendicarsi e farsi giustizia da solo come un lupo solitario. Un Bad Guy alla Walter White di Breaking Bad che, da integerrimo giudice antimafia che ha dedicato la sua vita nel cercare di arrestare i boss latitanti, diventa lui stesso un criminale senza scrupoli.
TRA INNOVAZIONE E TRADIZIONE
Non può esserci una storia di mafia senza un boss violento, un giudice eroe, dei tradimenti, delle talpe e infatti neanche nel pilot di The Bad Guy mancano questi elementi, ma il modo in cui vengono presentati allo spettatore, anche e soprattutto da un punto di vista registico, lo rendono un prodotto innovativo.
Gli elementi in CGI infatti sono credibili e ben inseriti nella storia, non si può non sorridere pensando che gli autori hanno immaginato una Sicilia finalmente collegata alla terra ferma tramite il ponte sul stretto e che il ponte sia credibile all’occhio di chi guarda. Gli elementi d’avanguardia, se ci si tara sulle fiction Rai che sono la maggior parte della produzione nostrana, si mischiano bene con quelli più tradizionali rendendo allo stesso tempo familiare e nuovo il pilot di The Bad Guy.
Sarebbe banale dirlo, ma la prima cosa che si pensa guardando con un occhio attento questo episodio è che la qualità del girato e della fotografia siano così alte da non dover invidiare niente a una serie americana. Lo sforzo di alzare il tiro è palese, ma questa volta l’esperimento sembra riuscito perché non si è cercato di scimmiottare un qualcosa che non fa parte della nostra cultura, sfumando nella brutta copia, ma anzi si è attinto dalla nostra tradizione seriale rovesciandone e rivoluzionandone i canoni.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Il primo episodio di The Bad Guy si tira via dietro il secondo, è infatti innegabile che si abbia voglia di proseguire la serie e capire quali saranno i prossimi piani del fu Nino Scotellaro. D’altronde chi non ha sognato, proprio come Pirandello raccontava nel Mattia Pascal, di potersi fingere morto e iniziare una nuova vita?
Gli sceneggiatori, nonostante i primi tre episodi siano stati rilasciati insieme, creano un pilot con un discreto cliffhanger che invoglia lo spettatore ad andare avanti in questa storia di mafia, che è tutto tranne che una canonica biografia della vita di un magistrato buono.
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Vivo a Milano, ma sono una romana doc, guardo tante serie tv e film e nel mio tempo libero lavoro, faccio sport e viaggio tanto.
Mi piacciono molto i cani e amo le mezze stagioni, anche se non ci sono più.