The Witcher: Blood Origin 1×03 – Of Warriors, Wakes, And Wondrous WorldsTEMPO DI LETTURA 3 min

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recensione The Witcher: Blood Origin 1x03The Witcher: Blood Origin entra finalmente nel vivo della sua azione. Verrebbe da dire che era inevitabile dal momento che questa mini-serie (che va presa come un vero e proprio prodotto “a sé” all’interno dell’universo dei romanzi di Sapkowski) si compone di soli 4 episodi.
La puntata in questione ha dunque lo scopo di tirare un po’ le somme di quanto visto finora e preparare il terreno a quello che sarà il finale di stagione. Un compito certamente non facile considerando che ancora lo spettatore non ha fatto in tempo ad abituarsi ai personaggi protagonisti del racconto, né tantomeno affezionarsi più di tanto a questi da poter ora essere più di tanto preoccupato della loro sorte.

SCARSITÀ DELLA TRAMA ORIZZONTALE


In effetti, arrivati a questo punto, si potrebbero riassumere tutti i difetti di questo show proprio su tale punto. Quattro episodi appaiono decisamente pochi per una trama orizzontale che, visto il potenziale, avrebbe potuto essere una sorta di Compagnia dell’Anello 4.0″ per l’universo di The Witcher, peraltro già pronto ed esplorato nella serie-madre per cui già ben conosciuto allo spettatore.
Purtroppo la scarsità di sole quattro puntate, di cui le prime due di sola presentazione dei personaggi, non hanno giovato, e non sorprende che gli sceneggiatori si siano trovati qui nella situazione di dover ricorrere al metodo o’ dimo per raccontare il background dei vari co-protagonisti dello show.
Come quello di Meldof (Francesca Mills), personaggi oche nel precedente episodio era stato brillantemente presentato e che qui si limita a far parte del gruppo di eroi senza sapere neanche lei perché, per tutto il resto quello che concerne la sua personalità e il rapporto con la sua arma viene semplicemente descritto. Un peccato per uno dei personaggi migliori dello show insieme a Scian (Michelle Yeoh), la cui storyline rimane l’unica cosa che salva l’intero prodotto, altrimenti molto dimenticabile.

E ORA CHE IL TEAM È UNITO CHE SI FA?


Per il resto tutte le altre storyline (comprese quelle di Eile e Fjall, finora gli unici veri co-protagonisti del racconto) risultano molto scialbe e approssimative, e il fatto che ora finalmente il gruppo dei sette “eroi” si sia finalmente unito non cambia granché tale sensazione.
Non fosse altro per il fatto che il tutto risulta prettamente casuale e velocizzato per rientrare in sole quattro puntate. L’improvvisa amicizia e cameratismo che intercorre nei sette appaiono poi alquanto forzati, soprattutto per persone che, in fondo, si sono appena conosciute, e che appartengono a background così diversi.
Neanche la love-story fra Eile e Fjall (telefonatissima fin dal primo episodio) sembra riuscire a cambiare questa sensazione. C’è solo da sperare che l’imminente scontro finale possa risollevare tale trama scadente e dare un senso a quanto visto finora.

LA NASCITA DEL PRIMO WITCHER


Anche perché, nonostante tutto, le premesse ci sono tutte. A cominciare dalla nascita del primo witcher, qui finalmente mostrata, e l’entrata in scena dei primi “mostri”, un elemento che non è affatto secondario (e, anzi, sarebbe il pilastro di tutta l’opera di Sapkowski).
Anche se in maniera un po’ superficiale quindi ci sono tutti i presupposti se in altro per un finale epico che possa dare il via all’universo di The Witcher per come lo si conosce. E solo per questo motivo il voto finale risulta un Save che risolleva, anche se solo in parte, la noia vista finora.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Finalmente il primo “witcher”
  • “I “magnifici sette” riuniti
  • Le canzoni of course!
  • Fotografia e scene d’azione
  • Michelle Yeoh e Francesca Mills
  • Plot twist importante che viene fuori un po’ a caso
  • In generale una certa approssimazione per quanto riguarda lo sviluppo dei personaggi e dell’azione
  • Intrighi di corte abbastanza prevedibili
  • Love story fra Eile e Fjall francamente evitabile

 

Dopo ben due episodi introduttivi The Witcher: Blood Origin entra nel vivo dell’azione e si prepara ad un epico final season. E finalmente si ricollega anche alla trama principale della serie-madre, cosa che finora era apparsa tutt’altro che scontata!

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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