The Witcher: Blood Origin 1×04 – Of Mages, Malice And Monstrous MayhemTEMPO DI LETTURA 4 min

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The Witcher Blood Origin 1x04La miniserie prequel, scritta da Declan de Barra e dalla showrunner di The Witcher Lauren Schmidt Hissrich, ha un difetto enorme che ne compromette la riuscita: è scritta in maniera pessima, approssimativa e non dedica il giusto tempo per approfondire tematiche e personaggi che invece potevano risultare molto interessanti.
Un prodotto televisivo che nasce da una retcon evidente (si era sempre sostenuto che i primi Witcher fossero umani, non elfi, poi trasformati dalla Prova delle Erbe) di cui sinceramente non se ne sentiva il bisogno.

LA GRANDE FRETTA


In soli quattro episodi si assiste a:

  • la caduta di regni millenari e la nascita di un Impero;
  • la scoperta di nuovi mondi;
  • la caduta dell’Impero e conquista della Capitale ad opera di 50 mercenari e un manipolo di popolani armati a malapena;
  • la nascita del primo Witcher;
  • la Congiunzione delle Sfere, evento cardine della mitologia alla base del mondo di The Witcher.

Si capisce subito come quattro episodi siano veramente pochi per una materia così complessa e il risultato complessivo è infatti mediocre: i personaggi non sono stati approfonditi a dovere, così come i grandi eventi principali che sono trattati in modo superficiale e approssimativo. Un peccato perché il regno elfico di Xin’trea, che diventerà poi il regno umano di Cintra, poteva offrire molti spunti a livello narrativo.
Nonostante le ottime scene di combattimento, vero punto di forza dello show, avvincenti e mai ripetitive, la bassa qualità delle sceneggiatura penalizza oltremodo i personaggi e anche il plot twist visto nell’episodio precedente viene depotenziato.
A non convincere, inoltre, sono le sorti di Fjall e Balor: il primo, quasi invincibile e prototipo dei futuri Witcher, viene ucciso con una semplice pugnalata, poco credibile visto il livello di forza raggiunto; il mago che padroneggia il fuoco e il potere del Caos viene invece sconfitto in un istante da Syndril e Zacarè senza particolari problemi. A “cazzo de cane” direbbe qualcuno recentemente riapparso sul piccolo schermo.

I COLLEGAMENTI CON THE WITCHER


Sono numerosi i collegamenti con la serie madre che spiegano le genesi non solo di grandi eventi ma anche la nascita di diversi personaggi fondamentali nel mondo creato da Andrzej Sapkowski.
Prima fra tutte risulta molto interessante la scena post credit, proveniente da “Before A Fall” della prima stagione, con un giovane Avallac’h che, come scoperto durante l’episodio, può viaggiare nel tempo e va a trovare Ciri nel futuro regno di Cintra, visto che nelle vene della ragazza scorre il potentissimo Sangue Antico.
Si può infatti ipotizzare che il figlio di Éile e Fjall, un bambino “con un sangue unico, metà bestiale e metà magico” possegga il citato Sangue Antico che con il passare delle generazioni giungerà fino a Ciri, discendente dei due personaggi e destinata dalla profezia a scatenare l’Apocalisse.
A proposito di profezie, Ithlinne, la giovane figlia epilettica della locandiera, è destinata a diventare la più importante guaritrice e profetessa della storia del popolo elfico, come già visto nella seconda stagione della serie madre. Mentre, al termine della sua profezia rivelata a Éile, si conclude il lungo flashback con cui era iniziata la storia, con Ranuncolo che ora può riferire ai suoi compagni la profezia su Ciri.
Ma l’evento fondamentale dell’episodio è senza dubbio la Congiunzione delle Sfere, causata dal collasso spazio-temporale derivato dalla lotta tra i maghi, con l’unione di diversi mondi che portano, per la prima volta, gli esseri umani e i mostri sul Continente, rispondendo così all’interrogativo sorto nella recensione del pilot dove ci si chiedeva perché i vari regni fossero abitati solo dalla razza elfica. Tra l’altro la scena della bacheca con le taglie è identica al videogioco, dove tale bacheca viene utilizzata da Geralt per ottenere nuovi contratti di lavoro.
Discorso a parte merita invece Eredin, ex comandante delle guardie reali del regno di Xin’trea, rimasto bloccato nel mondo arido da cui provengono i mostri: come suggerito dalla scena sul finale, il character si trasformerà nel leggendario Re della Caccia Selvaggia, visto nella seconda stagione mentre cerca di impossessarsi di Ciri per controllare i portali del multiverso.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Le scene di combattimento sono ottime e avvincenti
  • La morte di Fjall…
  • La Congiunzione delle Sfere…
  • Scena post credit con Avallac’h e i collegamenti con la serie madre
  • La serie è scritta in maniera pessima e il risultato generale è mediocre
  • … anche se messa in scena in modo superficiale
  • … anche se la sconfitta di Balor è veramente tirata
  • L’eccessiva rapidità con cui si sviluppa la trama
  • Troppo pochi 4 episodi per una materia così complessa

 

Un finale deludente per una miniserie mediocre, il tutto a causa di una scrittura non all’altezza della situazione e una storia che si sviluppa veramente troppo in fretta. Nonostante un buon comparto tecnico e ottime scene d’azione, la valutazione dell’episodio è insufficiente risultando un vero peccato visto che gli eventi narrati appaiono interessanti e spiegano meglio la mitologia della serie madre. Veramente un’occasione sprecata.

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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.

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