Basato sulla storia reale dell’incidente di Tham Luang. Dodici adolescenti e un adulto rimangono intrappolati all’interno di Tham Luang Nang Non, una grotta nella provincia di Chiang Rai. Le piogge monsoniche fanno salire il livello delle acque e le autorità tailandesi devono salvare le tredici persone intrappolate prima che anneghino. |
L’accoppiata Ron Howard–William Nicholson regala un survival drama con i fiocchi capace di tenere incollato allo schermo nonostante le due ore e mezza di visione.
Per William Nicholson (che collaborò alla sceneggiatura de Il Gladiatore e de Les Misérables) non si tratta del primo survival drama visto e considerato che nel 2015 lavorò ad Everest, pellicola riguardante la tragedia avvenuta sul monte omonimo nel 1996.
Non un neofita, sicuramente, e Ron Howard nemmeno visto come la pellicola viene impreziosita da riprese claustrofobiche all’interno dei tunnel subacquei nella grotta unitamente a sequenze lunghe il giusto per dosare pathos ed ansia nel pubblico. Un film che funziona, attento ai dettagli nonostante qualche piccola inaccuratezza più che altro dovuta alla trasposizione. Rick Stanton, uno dei due subacquei britannici che per primo si è messo in gioco per l’operazione di ricerca dei ragazzi, ha puntualizzato come l’acqua della grotta fosse effettivamente molto più fangosa impedendo la vista, tuttavia ha anche specificato che: “That would be impossible to demonstrate because then the viewers would not see anything”.
You would have to have a heart of stone not to be moved.
Di cosa parla quindi Thirteen Lives? Il 23 giugno 2018 i componenti della squadra di calcio giovanile (età compresa tra gli 11 ed i 17 anni) thailandese “Wild Boars” ed il loro coach terminato allenamento si insinuano all’interno della grotta Tham Luang. Mentre il gruppo è all’interno inizia a piovere, una pioggia intensa, senza sosta: si tratta di una anticipazione del periodo dei monsoni. Qualcosa di inaspettato e catastrofico per il gruppo che si ritrova impossibilitato a lasciare la grotta, bloccato al suo interno. L’allarme della loro scomparsa viene lanciato velocemente ed iniziano da subito i tentativi da parte dei soccorritori: prima improvvisati, poi i Navy Seals thailandesi ed infine arriveranno diversi subacquei da tutto il mondo, attrezzati ed allenati per questo tipo di immersioni. Dopo 18 giorni i ragazzi ed il coach riusciranno ad essere estratti vivi dalla grotta grazie ad uno sforzo umano ed una mobilitazione mondiale imponente.
Ron Howard riesce a restituire sia il peso sociale della vicenda, sia il dramma, sia la gioia finale. Particolarmente interessante (ma azzeccata) la decisione di mantenere la lingua thailandese per i vari personaggi in scena, così da mettere in mostra anche la difficoltà di comunicazione tra soccorritori stranieri (che parlavano principalmente in inglese) e gli improvvisati aiutanti del luogo. Si parla di scelta interessante perché non sempre si decide di seguire questa strada: la miniserie HBO Chernobyl, per esempio, aveva optato per una trasposizione in lingua inglese di ogni personaggio. E insomma, sentire l’accento britannico di Jared Harris mentre stava interpretando Legasov non era proprio un qualcosa che si sposava alla perfezione.
Le riprese durante le immersioni sono strette, claustrofobiche come si è già detto. Ed il pubblico si ritrova a tirare lunghe boccate di ossigeno quasi a tempo con i sub quando questi riescono a riemergere per riprendere rapidamente fiato. Poi si torna nel tetro antro della grotta: buio, sassi, rumore d’acqua, lunghi silenzi e solo una lievissima musica in sottofondo che aiuta ad alimentare quel pathos già trasmesso dalle singole riprese.
People came to help, different countries, different languages, different cultures coming together. There may be misunderstandings but all you need is generosity and a united effort and you will succeed.
L’alto minutaggio farebbe pensare ad una esagerata diluizione del racconto e invece Thirteen Lives riesce a mantenere un preciso passo narrativo senza evidenti rallentamenti. Dopo una fase iniziale di presentazione dei ragazzi e del coach e della loro scomparsa, il film si prefigge l’obbiettivo di raccontare le prime fasi dei soccorsi (dal 24 giugno all’8 luglio). L’ultima ora circa viene essenzialmente dedicata agli ultimi due giorni dove il piano di recupero dei ragazzi viene effettivamente messo in atto, ma il peso di voler concentrare così pochi giorni in così tanto tempo non si percepisce, soprattutto perché avvenimenti collaterali da raccontare se ne presentano a iosa.
Alcuni dettagli raccontati dal film potrebbero effettivamente risultare delle esagerazioni o eventi inseriti per aumentare il pathos (di per sé già alto) all’interno della pellicola. All’interno del documentario della National Geographic, The Rescue uscito nel 2021 dubbi di questo tipo vengono dissipati.
Alcuni esempi:
- il problema della maschera eccessivamente piccola per uno dei bambini era vero e dopo diversi tentativi, esattamente come mostrato in Thirteen Lives, sono riusciti a far aderire il viso alla maschera così da evitare che l’acqua potesse introdursi all’interno della stessa;
- il soccorritore che perde il cavo guida ritrovandosi nella zona sbagliata della cava rischiando di perdersi è un altro fatto realmente accaduto;
- al termine del salvataggio, mentre i presenti stavano festeggiando bevendo Jack Daniel’s, le pompe che estraevano l’acqua dalla grotta sono entrate davvero in avaria costringendo tutti i presenti ad allontanarsi dalla zona per sicurezza;
They’re packages. We’re just the delivery guys.
L’incidente avvenuto nella grotta di Tham Luang ha mobilitato il mondo intero tant’è che i protagonisti della pellicola, Richard Stanton (Viggo Mortensen), John Volanthen (Colin Farrell) e Richard Harris (Joel Edgerton), erano tre normalissime persone che avevano la pura e semplice passione per l’immersione. Tre persone comuni (come tante altre che hanno aiutato nei 18 incessanti giorni) che sono state in grado di salvare da morte certa tredici persone, tredici vite.
L’aspetto sociale viene ben presentato all’interno del film sia per quanto concerne il dispendio di forze ed energia, sia per quanto riguarda sacrifici veri e propri. Da questo punto di vista il primo di cui occorre far menzione è quello di Saman Kunan (a cui il film è dedicato) che durante uno dei viaggi per trasportare cibo ai bambini perderà coscienza sott’acqua morendo successivamente.
Parlando di sacrifici sono poi da far menzione quelli economici visto e considerato che tutta l’acqua delle grotte verrà pompata nei vicini campi coltivati (distruggendone il raccolto) dopo aver ricevuto il benestare degli agricoltori della zona, disposti alla perdita pur di aiutare nel recupero dei giovani ragazzi.
You all have come from all over. From the nearby town. Others, from different countries around the world. You have given your time. Your expertise. Some, even the rice crops. Hello. And you ask for nothing in return. But I know that you all did this for one reason. The love for the boys.
Thirteen Lives è un survival drama di stampo biografico che riesce a raccontare i fatti realmente accaduti senza perdersi in eccessivi leziosismi o esagerazioni narrative. Guardando The Rescue, come già detto, ci si renderà conto dell’accuratezza del lavoro fatto da Ron Howard e William Nicholson. Anche dal punto di vista dell’analisi psicologica dei personaggi (l’anestesista Harris su tutti) è stato fatto un gran lavoro per addentrare il pubblico nella mente dei vari personaggi e far comprendere la situazione al limite che si stava vivendo all’interno di quella grotta che, per 18 giorni, ha calamitato attenzione e soccorsi da tutto il mondo.
Si tratta, facilmente, di un possibile candidato agli Oscar.
TITOLO ORIGINALE: Thirteen Lives REGIA: Ron Howard SCENEGGIATURA: William Nicholson INTERPRETI: Viggo Mortensen, Colin Farrell, Joel Edgerton, Tom Bateman DISTRIBUZIONE: Metro-Goldwyn-Mayer DURATA: 147′ ORIGINE: UK-USA, 2022 DATA DI USCITA: 05/08/2022, Prime Video |