Trap recensione film
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Trap

Senza Josh Hartnett (o un attore dello stesso calibro), Trap sarebbe stato massacrato, giustamente, dalla critica. È un film che va avanti grazie a forzature nella trama e plot twist irrealistici. Se non lo si prende troppo sul serio è molto fruibile e almeno bisogna dargli atto che porta sul grande schermo un'idea di base alternativa.

3.7
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Cooper sembra il papà perfetto che accompagna la figlia al concerto della suo cantante preferita, Lady Raven, e fa di tutto per rendere la serata speciale, se non che l’evento si rivela essere una trappola tesa dall’FBI per catturare un serial killer soprannominato “Il Macellaio”. E lui è il serial killer.

M. Night Shyamalan è un regista noto per la sua abilità di creare atmosfere cariche di tensione, spesso giocando sia con elementi soprannaturali che con la percezione dello spettatore. Trap è un film che si inserisce in questo filone, pur con alcuni elementi di rottura rispetto ai suoi lavori precedenti, tipo la componente soprannaturale.
Protagonista assoluto della pellicola è Josh Hartnett, che interpreta un serial killer braccato ad un concerto con la figlia, in una situazione diversa dal solito e che offre sicuramente ben più di qualche spunto interessante e diverso dal solito. Hartnett è il cuore pulsante della pellicola e, proprio grazie alla sua performance, il film riesce a mantenere un livello di intensità piuttosto elevato, nonostante alcune evidenti problematiche nella sceneggiatura (punto in comune con tanti altri film di Shyamalan).

You know the Butcher? That freaking nutjob that goes around just chopping people up? Well, the feds or whatever heard that he’s gonna be here today, so they set up a trap for him.

Il concept di Trap è nato da un’idea che Shyamalan aveva in mente da anni ma che ha deciso di sviluppare solo recentemente, tra l’altro inizialmente non immaginandosi nemmeno come regista della pellicola ma solo come sceneggiatore e produttore, scelta che poi è cambiata quando si è reso conto della possibilità di poter lavorare con sua figlia Saleka (Lady Raven nella pellicola).
La prospettiva è anche interessante perché per una volta si rovesciano le parti e ci si pone dal punto di vista del serial killer, in qualche modo empatizzando con lui, sperando che riesca a farla franca, il tutto in maniera inconsapevolmente malata. Shyamalan ha voluto mettere in scena un mondo in cui la realtà si mescola con la percezione distorta del protagonista, creando un’atmosfera claustrofobica che riflette la mente paranoica del killer (ma spesso tre passi avanti rispetto alla polizia) che tra le altre cose è costantemente supportato da botte di culo, deus ex machina e un po’ di stupidità generale.

SCHIERO JOSH HARTNETT IN POSIZIONE DI DIFESA


Ciò che tiene Trap a galla è senza dubbio la straordinaria interpretazione di Josh Hartnett: l’attore riesce a infondere nel suo personaggio una follia palpabile, evidente sia nei suoi occhi che nei suoi gesti che rendono credibile la disperazione di un uomo consapevole che il tempo per lui sta per scadere. Ma è una follia che poi si tramuta quasi in piacere visto che Cooper sembra prenderci gusto.
La capacità di Hartnett di cambiare registro è un aspetto che contribuisce a mantenere la suspense, specialmente nei momenti di apparente normalità nelle interazioni con la figlia e con altri personaggi, vuoi per la sua abilità nel nascondere la vera identità agli occhi di chi lo circonda (figlia compresa), vuoi per un po’ di stupidità generale (vedasi il commesso che parla un po’ troppo). Senza di lui, Trap rischierebbe di essere ricordato come un thriller anonimo e poco coinvolgente.

Your husband is the butcher! Cooper is the butcher!

Nonostante le premesse intriganti e l’ottima interpretazione del protagonista, il film non è però esente da difetti, come si potrebbe aver appurato da alcune frasi lasciate qua e la nelle righe sopra.
Bisogna partire da un presupposto: a meno di una sceneggiatura impeccabile, un film come questo deve per forza avere delle situazioni difficilmente credibili visto che porta costantemente il protagonista verso una serie di vicoli ciechi da cui deve poi uscire in maniera rocambolesca o con molta fortuna. Alcuni Molti momenti del film si rivelano essere forzature narrative necessarie per mantenere il ritmo e la tensione, ma che rischiano di minare minano la credibilità complessiva della storia. Episodi come la fuga in bicicletta o il tête-à-tête con Lady Raven, pur essendo funzionali allo sviluppo della trama, sono talmente improbabili da richiedere allo spettatore una sospensione dell’incredulità eccessiva. Il tutto pur comunque risultando apprezzabili a livello di ritmo.
Un altro aspetto problematico è la gestione di alcune azioni del protagonista: in più di un’occasione, Cooper riesce a compiere alcune azioni senza che nessuno se ne accorga, come nel caso dell’episodio dell’olio e delle patatine fritte. Questi momenti, per quanto possano contribuire a mantenere alta la tensione, sono risolti attraverso tagli di inquadratura che risultano evidenti tentativi di tappare i buchi di sceneggiatura. Purtroppo, questi escamotage finiscono per ripetersi troppe volte nel corso del film, generando una sensazione di artificiosità che potrebbe infastidire gli spettatori più attenti.

Dad! What are you doing? You’re acting weird.

Dulcis in fundo bisogna poi togliersi un sassolino fatto di nepotismo dalla scarpa: come scritto sopra, il personaggio di Lady Raven è interpretata da una delle figlie di Shyamalan che, pur con un’interpretazione sufficiente, non eccelle mai. Oltre a recitare, la giovane figlia ha composto ben 14 canzoni per la colonna sonora del film, un aspetto che aggiunge una nota personale e intima al progetto un nuovo tentativo di Shyamalan di spingere la carriera delle figlie. Peccato che le canzoni  siano piuttosto piatte e nessuna rimanga veramente impressa.


Trap è un film che, nonostante le sue imperfezioni, riesce a mantenere l’attenzione dello spettatore grazie all’ottima performance di Josh Hartnett e alla tensione costante che pervade la pellicola. Bisogna ammettere che si lascia guardare, per tutti i suoi 105 minuti, in tutta la sua enorme mole di deus ex machina e situazioni veramente difficili da difendere, facendo però emergere più di un dubbio sulla solidità complessiva del film.
Detto ciò, gli si concede la sufficienza solo per la fruibilità e l’incipit differente rispetto al solito ma a qualcuno, o a molti, non piacerà lo stesso. Classico film da vedere in un’afosa serata di agosto cercando di uccidere il tempo.

 

TITOLO ORIGINALE: Trap
REGIA: M. Night Shyamalan
SCENEGGIATURA: M. Night Shyamalan
INTERPRETI: Josh Hartnett, Ariel Donoghue, Saleka Night Shyamalan, Hayley Mills, Alison Pill
DISTRIBUZIONE: Cinema
DURATA: 105′
ORIGINE: USA, 2024
DATA DI USCITA: 02/08/2024

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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