Ebbene sì, è inutile andare a controllare il voto di sotto, “Where The Stars Are Strange” della seconda stagione de Il Signore Degli Anelli – Gli Anelli Del Potere, puntata che segna il ritorno ad alcune delle ambientazioni migliori e di alcuni dei personaggi meno considerati della serie, suscitando come sempre perplessità e critiche è, in ogni caso, un episodio migliore del precedente.
Come sempre, l’universo della Terra Di Mezzo raccontato da Prime Video offre un’esperienza visiva impressionante, ma molti degli elementi narrativi non riescono a mantenere lo stesso livello di qualità che si sperava prima dell’inizio dello show.
KHAZAD-DÛM: TRA MERAVIGLIE E SBADIGLI
Come prevedibile dal titolo del paragrafo la puntata riporta in scena Khazad-dûm, il regno sotterraneo dei nani che si è imparato a conoscere nella scorsa stagione, che continua a essere una vera e propria gioia per gli occhi. La CGI utilizzata per rappresentare questa bellissima città sotterranea è semplicemente impeccabile. Gli ampi spazi, i vari tipi di illuminazioni e le ombre suggestive dimostrano un lavoro tecnico eccezionale, confermando ancora una volta come Khazad-dûm sia uno dei punti di forza visivi della serie.
Tuttavia, mentre l’aspetto estetico è indiscutibile, la rappresentazione dei nani e delle loro dinamiche interne lascia ancora a desiderare. Il rapporto tra il principe Durin IV e suo padre, il re Durin III, non riesce a destare questo grande interesse di cui necessiterebbe.
Unica eccezione degna di nota è la prova di Disa, miglior personaggio dell’ambientazione, che si distingue con una performance più concreta, soprattutto nella scena che la vede con le sue consorelle e il crollo disastroso delle pareti. In ogni caso il finale, con la convocazione dei nani per discutere degli anelli, suggerisce insperati e interessanti potenziali sviluppi, anche se la parte narrativa dedicata a Khazad-dûm rimane decisamente la più debole dell’intero episodio.
LUI CHI É? COME MAI L’HAI PORTATO CON TE? IL SUO RUOLO MI SPIEGHI QUAL É?
Il viaggio di Nori, Poppy e lo Straniero (sempre più Gandalf nella mente dei fan) continua a mantenere un certo fascino, ma solleva diversi dubbi. Rhûn, il misterioso luogo dove il trio si trova, è rappresentato con grande cura e la tempesta di sabbia nei pressi del pozzo è una delle scene visivamente più accattivanti e spettacolari della puntata. Tuttavia, il tentativo di insediare un Istar in questa regione durante la Seconda Era sembra una scelta discutibile dal punto di vista della coerenza con la lore di Tolkien.
Se lo Straniero si rivelasse essere realmente Gandalf, questo costituirebbe un retcon piuttosto audace, considerando che nella tradizione di Tolkien gli Istari non appaiono prima della Terza Era (Saruman, Alatar e Pallando). Eppure, in questa storyline vi è un potente Mago Oscuro e lo Straniero, una bella differenza da quanto raccontato da Tolkien. Questa scelta narrativa potrebbe alienare i fan più puristi, che potrebbero vedere in questo cambiamento una forzatura non necessaria. Nonostante ciò, l’alchimia tra i personaggi funziona, e il loro viaggio riesce a mantenere l’attenzione dello spettatore, soprattutto ora che il trio si è diviso a causa di forza maggiore e il pericolo risulta essere dietro l’angolo.
DIO DAI MILLE VOLTI
Il fulcro della narrazione, ovviamente, gira attorno alla creazione degli Anelli Del Potere e dei personaggi che gli gravitano attorno. È necessario evidenziare l’evoluzione di Galadriel che la porta su un percorso di maggiore equilibrio, il che è un segnale positivo dopo le diverse incongruenze della prima stagione. Tuttavia, il vero cuore dell’episodio risiede nel fatidico nuovo incontro tra Celebrimbor e Sauron, che si presenta sotto le spoglie di Annatar per ingannarlo e manipolarlo. Questa scena è cruciale, non solo per la trama della serie, ma anche per la mitologia della Terra Di Mezzo, in quanto evento chiave per la creazione di tutti gli altri anelli.
L’inganno di Sauron è rappresentato con grande astuzia e il modo in cui manipola Celebrimbor è sia affascinante che inquietante. Tuttavia, la rappresentazione di Celebrimbor lascia fin troppo perplessi. In teoria, dovrebbe essere uno dei più grandi fabbri e menti della sua epoca, ma nella serie appare spesso ingenuo e facilmente manipolabile. Questa svalutazione del personaggio, rispetto alla grandezza che ci si aspetterebbe da lui, è uno dei punti più deboli del prodotto televisivo e questa rappresentazione non può che risultare deludente. Un’occasione sprecata per una delle migliori menti dell’intera mitologia Tolkeniana.
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In conclusione, questo secondo episodio de Gli Anelli Del Potere offre momenti di grande ed accattivante bellezza visiva, insieme ad alcuni sviluppi narrativi fondamentali, ma continua a soffrire dei soliti difetti che probabilmente non abbandoneranno mai la serie. Il prodotto di Prime Video sembra muoversi su una linea sottile tra fedeltà, innovazione e citazionismo massiccio alla prima trilogia di film. Resta da vedere se le promesse fatte in questo episodio verranno mantenute e si spera anche superate nei prossimi appuntamenti, comunque il risultato attuale è una serie che continua ad oscillare tra alti visivi e bassi narrativi con la speranza, nel breve termine, di vedere qualcosa che vada oltre la sufficienza totale.
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Detto anche Calendario Umano, si aggira nel sottobosco dei prodotti televisivi e cinematografici per trovare le migliori serie e i migliori film da recensire. Papà del RecenUpdate e Genitore 2 dei RecenAwards, entra in tackle in pochi ma accurati show per sfogarsi e dire la propria quando nessuno ne sente il bisogno.