Nell’intricato mosaico narrativo che è la trama di Bad Monkey, ogni episodio si configura come una tessera che, pur differendo per forma e dimensione, contribuisce a completare un disegno ben più ampio e complesso. Se alcuni capitoli spiccano per ritmo serrato e colpi di scena, altri scelgono di rallentare il passo, consentendo allo spettatore di esplorare con maggiore profondità le sfaccettature dei personaggi e le dinamiche che li legano. In quest’ottica, “That Damn Arm Is Back” rappresenta una pausa strategica, un respiro narrativo che permette di riflettere sugli sviluppi precedenti e di prepararsi per i conflitti imminenti.
ANDREW, NEMICO PUBBLICO N°1
Nel mondo delle serie televisive, ogni episodio ha il compito di servire non solo come parte di una narrazione continua, ma anche come entità autonoma capace di esplorare e approfondire le sue tematiche specifiche. Questo quinto episodio, pur inserendosi in una stagione già densa di colpi di scena e tensioni narrative, si presenta come un intermezzo riflessivo e strategico che, sebbene non privo di momenti di alta intensità, dedica ampio spazio alla costruzione e alla caratterizzazione dei personaggi.
Dopo la frenetica sequenza conclusiva della scorsa puntata, l’episodio si apre con un Andrew sorprendentemente sopravvissuto al tentativo di omicidio di Nick. Dopo essere stato brutalmente scaraventato in mare in stato d’incoscienza ed essere miracolosamente riuscito a nuotare indietro fino alla riva – rigorosamente, e convenientemente, off-screen – il protagonista passa la notte nella casa in vendita accanto alla sua, ritornando subito in pista con una rinnovata determinazione – non prima di aver perculato, come al solito, l’agente immobiliare incaricato di vendere la proprietà.
Il ritrovamento del telefono di Nick il mattino successivo, proprio nel luogo dell’aggressione avvenuta la sera prima, non solo rappresenta una prova concreta degli eventi tumultuosi appena trascorsi, ma diventa anche l’emblema della precarietà con cui, all’interno della serie, gli equilibri si capovolgono costantemente, riflettendo l’instabilità e la volatilità che pervadono la storia e i suoi protagonisti.
L’episodio si sviluppa seguendo una trama che, sebbene sembri procedere a un ritmo più disteso, non manca di offrire spunti interessanti. Le vicende personali dei personaggi, come la tensione crescente tra Andrew e l’agente Mendez, il sempre più precario equilibrio di Neville, e la complicata relazione tra Nick, Eve e Caitlin, sono qui approfondite con una cura particolare.
L’agente Mendez, la cui perseguitante determinazione nei confronti di Andrew è ormai ben consolidata, emerge come un antagonista la cui complessità morale e le cui tecniche investigative sono divenute familiari al pubblico. Tuttavia, è proprio questa sua incrollabile ossessione che infonde nella trama una tensione palpabile, mantenendo costantemente alta l’attenzione. Mendez, intrappolato in una spirale di rancore e vendetta, incarna il rischio che le sue azioni potrebbero spingere oltre i limiti della legalità e dell’etica, offrendo così uno specchio inquietante delle sue stesse debolezze. La sua incessante caccia ad Andrew non è semplicemente una questione di giustizia bensì una riflessione sulla natura dell’ossessione e sull’effetto corrosivo che può avere sulla morale di un individuo. Questo conflitto, pur rivelando le linee guida del personaggio, non fa che amplificare il senso di urgenza e incertezza che caratterizza la trama, esemplificando magnificamente come l’influenza degli antagonisti possa rivestire un ruolo cruciale nel plasmare le dinamiche narrative.
L’EPISODIO DOVE GOKU PRENDE LA PATENTE
Il furto della penna USB da parte di Neville, contenente prove cruciali sulla condotta fraudolenta di Nick, segna una svolta determinante nella trama: questa penna, simbolo al contempo di potere e vulnerabilità, non solo intensifica il conflitto, ma rappresenta anche il microcosmo delle dinamiche di controllo e manipolazione che permeano la serie, sottolineando come la verità, custodita in un oggetto così piccolo, sia comunque in grado di cambiare le sorti di tutti i personaggi coinvolti.
Nel frattempo, l’arrivo di Asia, amica della temibile Dragon Queen, che di temibile non ha certamente il nome (Gracie), introduce un altro elemento di introspezione, mentre l’interazione tra la ragazza ed Egg, che mette in mostra un’evidente tensione sessuale tra i due, offre una breve pausa dalle tensioni incessanti, con la chiara intenzione di smorzare i ritmi della narrazione. Lungi dall’essere una semplice digressione, la temporanea pausa della Dragon Queen dalle sue consuete apparenze intimidatorie rivela quindi nuove dimensioni del personaggio, suggerendo che dietro la sua figura, a tratti sovrannaturale, si nascondano strati di ben più umana vulnerabilità.
Parallelamente, la trama riguardante Nick e Eve si sviluppa attraverso una serie di eventi che riflettono la crescente disperazione dei due coniugi. Il primo, in particolare, appare sempre più angustiato dal rischio di essere scoperto e dalla crescente minaccia rappresentata da Andrew. L’atto disperato dei coniugi Stripling, i quali cercano di sottrarsi alle conseguenze delle loro azioni imbarcandosi su un aereo per fuggire dall’isola, rappresenta l’ennesimo tentativo dei due di eludere le proprie responsabilità, nonché la chance perfetta per Andrew di comunicare all’ignara Eve, utilizzando il telefono di Nick, che il tentativo di omicidio perpetrato dal marito non è esattamente andato a buon fine. Un finale che sicuramente pone i coniugi Stripling in una situazione non proprio favorevole, a maggior ragione considerando la scomoda presenza di Neville, in possesso di prove contro Nick e pronto a tutto pur di riavere la sua piccola capanna vista oceano.
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In definitiva, il quinto episodio, pur non raggiungendo le vette emotive dei precedenti, riesce comunque a mantenere viva l’attenzione dello spettatore grazie a un equilibrio sottile tra introspezione e suspense. È un episodio che rallenta per permettere alla storia di prendere fiato, preparando il campo per una seconda parte di stagione che si preannuncia esplosiva. La capacità della serie di alternare sapientemente momenti di azione a segmenti più riflessivi conferma ancora una volta la sua eccellente scrittura e la profondità dei suoi personaggi, rendendo questo episodio un passaggio necessario, seppur meno dinamico, nel percorso verso la conclusione.
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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.