Bad Monkey 1×04 – Nothing’s Wrong With It, I Just Don’t Need It AnymoreTEMPO DI LETTURA 7 min

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Recensione 1x04 Bad MonkeyIl quarto episodio di Bad Monkey cambia bruscamente ritmo, presentandosi come il classico episodio flashback destinato a gettare nuova luce sul caso che è al centro della serie. Un espediente narrativo di questo tipo, spesso rischioso per l’equilibrio complessivo di una stagione, qui riesce comunque a mantenere viva l’attenzione del pubblico, pur cadendo nella trappola dello “spiegone” e quindi privando lo spettatore di quel senso di scoperta graduale che aveva caratterizzato le prime tre puntate.
Tuttavia, nonostante la struttura retrospettiva che inevitabilmente riassume molto di quanto già visto o intuito nelle puntate precedenti, il valore dell’episodio risiede principalmente nelle sfumature psicologiche dei personaggi e nelle dinamiche relazionali che emergono in seguito a nuove cruciali rivelazioni, oltre che nella qualità delle interpretazioni e nella profondità dei dialoghi che già avevano contraddistinto i primi tre capitoli della stagione.

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La puntata si apre con un salto temporale di cinque anni nel passato, introducendo una versione più giovane di Eve, aspirante attrice cagna di dubbio talento che, grazie alla sua astuzia e alla sua capacità di manipolare le persone, riesce a conquistare Nick Stripling (aka Cristopher), un uomo devoto alla figlia Caitlin, ma altrettanto influenzabile dalle persone che lo circondano. Il cuore dell’episodio è la sua storia d’amore con Eve, la cui evidente natura manipolatrice pone subito le basi per una relazione tossica e opportunistica.
Sin dal loro primo incontro in discoteca, Eve riconosce in Nick l’occasione perfetta per migliorare la propria condizione, un’opportunità che non esita a sfruttare fino a trasformarla rapidamente in un matrimonio d’interesse. Nick, al contrario, sembra accecato dalla bellezza di Eve e, forse per scelta o per ingenuità, decide di ignorare la sua vera natura manipolatrice, cadendo preda del suo fascino senza rendersi conto delle sue reali intenzioni. Quello che inizialmente appare come un uomo ordinario col baffo alla Ned Flanders, si rivela presto un abile truffatore, capace di orchestrare una serie di sofisticati crimini grazie anche alla complicità del suo migliore amico, il chirurgo Izzy, con il quale riesce a ingannare le autorità e a portare avanti una truffa su larga scala.
È qui che la serie si avvicina pericolosamente al rischio di risultare didascalica: le dinamiche fraudolente alla base della Midwest Mobile Medical erano già state chiarite nel precedente episodio, e ripercorrerle tramite flashback potrebbe apparire un inutile ricalco. Tuttavia, è interessante notare come la serie riesca a rendere credibile la progressiva discesa di Nick nel mondo della criminalità, spinto tanto dal desiderio di assicurare un futuro migliore a sua figlia Caitlin, quanto dalla sua incapacità di resistere alle continue manipolazioni di Eve. La dinamica tra Eve e Nick è un esempio lampante di come la serie esplori il tema della manipolazione e dell’influenza che una persona può esercitare su un’altra, e la scelta di tagliarsi un braccio, anziché limitarsi a due dita come inizialmente proposto da Mr. Stripling, è forse la manifestazione più evidente del controllo che la donna esercita su di lui. Controllo che si concretizza nel cedere letteralmente una parte del proprio corpo per un piano a cui inizialmente era addirittura restio. Non è un caso che la serie insista su questa tematica, con un parallelo implicito ma significativo tra Nick e Andrew Yancy, i quali, pur con motivazioni e contesti differenti, finiscono ugualmente preda delle macchinazioni di donne più fredde e astute di loro.

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Il destino di Izzy è forse uno degli elementi più tragici di questo episodio. Da fedele amico e complice di Nick, si ritrova coinvolto in un piano che sfugge al suo controllo e che alla fine lo porta alla morte. La sua decisione di chiamare Andrew per confessare tutto, spinto dal senso di colpa e dalla paura, rappresenta un ultimo disperato tentativo di salvare se stesso. Tuttavia, il tempismo di Nick, che arriva a casa di Izzy prima dell’ex detective, segna definitivamente il destino di quest’ultimo.
L’omicidio di Izzy non è solo un momento di svolta nella trama, ma anche una dimostrazione della spietatezza di Nick, ormai completamente trasformato da vittima a carnefice, capace di compiere l’estremo gesto pur di proteggere il suo piano e la sua famiglia. Questo evento segna inoltre un ulteriore passo avanti verso l’inevitabile incontro tra Andrew e Nick, al centro del consueto cliffhanger di fine episodio, consolidando l’idea che in questa serie nessun personaggio sia mai realmente al sicuro. La violenza poi non è mai fine a sé stessa, ma sempre funzionale a sottolineare le derive morali dei protagonisti, che si ritrovano intrappolati in una spirale di scelte sempre più disperate.
La figura di Eve, che finora era rimasta sullo sfondo come un enigma, emerge con forza in questo episodio. La sua freddezza e capacità di calcolare ogni mossa vengono finalmente messe alla prova quando, in un momento di puro istinto, uccide a sangue freddo una donna innocente, la meteorologa locale Heather, che si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato. Questo gesto rappresenta il punto di non ritorno per Eve, che, pur essendo sempre stata la mente dietro gran parte delle mosse di Nick, si era finora tenuta lontana dall’azione diretta. La sua trasformazione in assassina è il segnale definitivo che la sua discesa nell’oscurità è completa, rendendo evidente come il vero pericolo nella serie non sia rappresentato da truffatori disperati come Nick e Izzy, ma da chi, come Eve, è disposto a tutto pur di ottenere ciò che vuole.
Parallelamente, l’episodio introduce una sottotrama legata al passato di Andrew, che serve non solo a delineare meglio il suo carattere, ma anche a gettare le basi per eventuali conflitti futuri. Il confronto con l’agente Mendez, presentato come un poliziotto corrotto che sfrutta, allo scopo di arricchirsi, il sistema di ricompense ai cittadini in cambio di indizi su eventuali crimini, spiega in parte perché Andrew sia così isolato all’interno del dipartimento. La sua tendenza a sfidare l’autorità e a non seguire le regole, pur motivata da un forte senso di giustizia, lo rende un outsider in un mondo dove il compromesso e la corruzione sono la norma. Questo scontro latente con Mendez aggiunge quindi un ulteriore livello di tensione alla narrazione, suggerendo che il vero nemico del protagonista potrebbe non essere solo il criminale che sta cercando di incastrare, ma anche il sistema corrotto che invece dovrebbe proteggerlo.
Il colpo di scena finale, con Nick che aggredisce Andrew con un piede di porco, lascia quindi gli spettatori con un cliffhanger carico di incertezze. Se da un lato la puntata ha svelato gran parte dei segreti che finora avevano alimentato il mistero, dall’altro resta da capire se Andrew riuscirà a sfuggire a questa trappola o se sarà proprio il suo destino a mettere in luce le profonde ambiguità morali che la serie ha svelato con cura fino a questo momento.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Narrazione avvincente che collega abilmente passato e presente, svelando motivazioni e dinamiche dei personaggi
  • Buona interpretazione di Zach Braff, che dà vita a un personaggio complesso tra cinismo e disperazione
  • Colpi di scena ben orchestrati che ribaltano le aspettative dello spettatore, mantenendo alta la tensione
  • Dialoghi brillanti e ironici che alleggeriscono l’atmosfera pur rimanendo coerenti con il tono noir della serie
  • Flashback che rischia di risultare ridondante, ribadendo informazioni già note e rallentando la narrazione
  • La dinamica tra Eve e Nick, pur intrigante, può apparire a tratti prevedibile e meno sorprendente rispetto alle rivelazioni precedenti

 

In definitiva, questo quarto episodio di Bad Monkey si presenta come un necessario “spiegone” che, pur sacrificando parte della tensione narrativa, riesce a mantenere vivo l’interesse grazie a dialoghi taglienti, performance solide e la capacità della serie di mantenere un tono sempre sospeso tra l’assurdo e il tragicomico.
La serie conferma la sua capacità di giocare con le aspettative dello spettatore, offrendo un racconto che, pur non privo di difetti, riesce sempre a intrattenere con intelligenza. Con un cliffhanger che vede Nick accoppare Andrew con un piede di porco, la serie promette di riacquistare immediatamente il suo ritmo incalzante, esplorando ulteriormente le dinamiche di potere e le conseguenze di comportamenti manipolatori, in un mondo dove le linee tra vittime e carnefici diventano sempre più sfumate.

 

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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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