Con il terzo episodio, Bad Monkey continua a dimostrare la sua capacità di bilanciare abilmente elementi di black comedy, mystery e drama, arricchendo ulteriormente il mosaico narrativo che, fino a questo punto, ha saputo catturare e mantenere alta l’attenzione dello spettatore. Immerso in una narrazione che pervade ogni scena di sottile ironia e tensione, questo terzo capitolo si distingue per la sua abilità nel mantenere alta la suspense e nel disvelare nuove sfaccettature relative alla trama e ai suoi protagonisti.
HE WAS NO ALVIN EINSTEIN
L’episodio si apre dove era terminato il secondo, nel piccolo caffè della sorella di Neville, luogo del primo incontro, seppur fugace, tra i protagonisti principali della serie. Questo prologo apparentemente ordinario, con Andrew intento a condurre un’ispezione nel locale, è in realtà un momento cruciale per stabilire nuove dinamiche tra i personaggi: l’iniziale “conflitto” tra Andrew e Neville si trasforma presto in una sottile complicità, grazie a una scena dal tono ironico in cui l’ispettore chiude un occhio sulla presenza in cucina della scimmia di Neville, in bella vista in una credenza intenta a mangiare uva. Evento che, oltre a sottolineare ancora una volta l’anima eccentrica della serie, sottolinea come il rapporto tra i due uomini, apparentemente distante, presto potrebbe evolvere in un’alleanza informale, suggerendo futuri sviluppi in questa direzione.
La puntata entra subito nel vivo con l’ennesima svolta nel caso: Andrew e Rosa, proseguendo con le loro indagini, interrogano Madeline, la fidanzata del giovane Phinney, vittima del brutale omicidio alla fine del primo episodio, scoprendo che il ragazzo avrebbe ricevuto ben 3000 dollari per attaccare il braccio mozzato di Mr. Stripling all’amo della lenza utilizzata dai turisti a inizio pilot, inconsapevole del macabro significato dietro quello che lui considerava soltanto uno scherzo innocuo. La pista li porta dunque a una scoperta decisiva, con il contenitore del braccio amputato che reca l’iscrizione Midwest Mobile Medical, riconducibile alla compagnia un tempo gestita dal defunto Mr. Stripling.
Nel frattempo, Neville, ancora provato dalla demolizione della sua casa, torna a riprendere la barca, ma l’incontro con Cristopher, esecutore degli interessi di Eve Stripling, si trasforma in un confronto minaccioso. Cristopher, interpretato con un cinismo glaciale dal buon Rob Delaney, mostra la sua vera natura intimidatoria, sparando un colpo di pistola come avvertimento e chiarendo il messaggio: Neville deve sloggiare. Il personaggio di Cristopher, che finora sembrava un semplice esecutore, inizia a emergere come una figura più sfumata e pericolosa, capace di mantenere l’equilibrio tra ironia e crudeltà, in perfetto accordo con il tono generale della serie.
In questo contesto di tensioni crescenti, torna in scena la Dragon Queen, figura esoterica che incarna il legame con il sovrannaturale nell’immaginario di Bad Monkey. Neville, disperato, si rivolge a lei per accelerare il rituale di vendetta contro coloro che gli hanno distrutto la casa, offrendo come pagamento, su richiesta della donna e di sua madre, la sua scimmia. La richiesta insolita della Dragon Queen, che pretende l’animale in cambio dei suoi servigi, aggiunge un’ulteriore sfumatura di grottesco alla narrazione, mantenendo viva quell’atmosfera di surreale eccentricità che fin dalle prime battute ha contraddistinto la serie. Nonostante la componente sovrannaturale possa sembrare distante dalla detective story centrale, essa si inserisce organicamente nell’intreccio, contribuendo a creare un universo narrativo unico, dove l’assurdo e il mistero coesistono in modo fluido e coerente.
A NORMAL AMOUNT OF IMMUNITY
Parallelamente, la trama principale si sviluppa con Andrew e Rosa che si avvicinano sempre più alla verità. La conferma del passato compromettente di Bonnie, ricevuta tramite una telefonata che amplifica la gelosia di Rosa e mette in luce, come sempre, le limitazioni recitative di Michelle Monaghan, spinge i due investigatori a recarsi a Miami, presso la vecchia sede della Midwest Mobile Medical. Lì, trovano delle ricette intestate a Israel O’Peele, che li conducono direttamente a casa del chirurgo, un personaggio in evidente declino interpretato da Zach Braff.
Braff offre una buona performance, oscillando tra il cinismo e la rassegnazione decadente, arricchendo il personaggio con una serie di sfumature complesse. La sua abilità nel dosare ironia e disperazione conferisce al ruolo una qualità inquietante e palpabile, evitando il rischio di cadere nella caricatura. Dopo un interrogatorio teso e rivelatore, si scopre che O’Peele è implicato in una truffa assicurativa su larga scala, di cui è complice, ma non l’unico artefice. Inoltre, il ritrovamento di un volantino con il nome di Cristopher Grunion, verosimilmente legato al nuovo resort in costruzione, suggerisce che l’operazione fraudolenta nasconda un disegno criminale molto più complesso, destinato a intrecciarsi con le vicende dei protagonisti.
Questo terzo episodio, sebbene apparentemente interlocutorio, riesce a mantenere viva l’attenzione dello spettatore grazie a una scrittura vivace e a una progressiva stratificazione delle trame e delle relazioni tra i personaggi. La regia continua a sfruttare al meglio le ambientazioni tropicali della Florida, creando un contrasto visivo tra l’idilliaco paesaggio e le oscure vicende che si consumano al suo interno. La crescente sinergia tra Andrew e Rosa, unita alla crescente ostilità di Neville verso coloro che hanno acquisito illegalmente la sua proprietà per costruire il resort, prepara infine il terreno per sviluppi futuri che promettono di intensificare ulteriormente il ritmo della narrazione, aprendo a nuovi possibili scenari, mentre il gioco di equilibri tra humour nero e tensione rimane la chiave di volta del successo della serie.
HEY SWEETIE
A valorizzare ulteriormente l’episodio, la trama si arricchisce di colpi di scena che ridefiniscono continuamente le sue coordinate. L’omicidio di Izzy rappresenta un punto di svolta cruciale, la cui tensione è amplificata dalla visione fugace di una figura che sembra essere proprio Cristopher. Evento che destabilizza ulteriormente il già precario equilibrio tra i personaggi, creando un’atmosfera di ulteriore inquietudine e ambiguità.
Nel contempo, l’irruzione notturna di Neville nell’ufficio di Cristopher, interrotta bruscamente dall’intervento di Egg, intensifica il clima di conflitto e disillusione che attraversa la serie. Neville, immerso nella sua ricerca incessante della verità, si confronta con il tirapiedi di Cristopher in un momento d’alta tensione, mettendo in luce le rivalità e le ambizioni che minacciano di esplodere in conflitti aperti, suggerendo che la lotta per il controllo e la verità è tanto personale quanto professionale, e che le loro azioni sono mosse da ambizioni e rancori profondamente radicati.
Il clou dell’episodio si rivela nella sorprendente rivelazione finale che riscrive completamente le premesse narrative. Fino a questo punto, il sospetto che Cristopher fosse l’amante segreto di Eve e un complice nell’omicidio del marito aveva guidato gran parte delle congetture del pubblico. Tuttavia, il cliffhanger finale rivela che Cristopher è, in realtà, Mr. Stripling, il famigerato defunto di cui si è parlato sin dall’inizio. Questo sviluppo non solo ribalta le teorie precedenti, ma dimostra anche che Stripling ha orchestrato la propria apparente morte come parte di un elaborato schema per incassare l’assicurazione, con Eve come complice nella truffa. La scoperta che Cristopher e Mr. Stripling sono la stessa persona mette quindi in evidenza la sofisticata intelligenza narrativa della serie, offrendo anche una riflessione sulla natura ingannevole delle percezioni iniziali e sulla misura in cui i personaggi sono disposti a manipolare la realtà per raggiungere i propri obiettivi.
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In conclusione, Bad Monkey conferma, anche in questo terzo episodio, la sua natura di prodotto solido e intrigante, capace di coniugare ironia e mistero con una narrazione sempre più articolata. Se la serie saprà mantenere questo livello di qualità e continuare a sviluppare le sue trame con la stessa coerenza e creatività, potrebbe affermarsi come una delle migliori novità di questa stagione televisiva, regalando agli spettatori un viaggio avvincente tra il noir, il grottesco e l’assurdo.
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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.