Un Uomo Vero 1×01 – Macchie Di SudoreTEMPO DI LETTURA 4 min

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recensione Un Uomo Vero 1x01Netflix non concede sconti per Un Uomo Vero (A Man In Full, in originale), nuova miniserie che risulta interessante già a partire dai credits presenti.
Si sta parlando infatti dell’adattamento di uno dei romanzi più celebri di Tom Wolfe, considerato uno degli scrittori americani più influenti del secolo scorso (è l’autore de Il Falò Delle Vanità), creatore di storie che rappresentano in maniera cinica e disillusa la realtà della società americana più capitalista e borghese.
Per realizzare la miniserie tratta da Un Uomo Vero, Netflix decide di assoldare un reparto tecnico e artistico con pezzi da 90. A cominciare dal produttore e showrunner David E. Kelly e la regista di questo primo episodio Regina King (Shameless e One Night In Miami), per finire con un cast  decisamente d’eccezione che fin da subito si fa riconoscere e attira l’attenzione. Ma di fronte a tanta altisonanza, il risultato sarà all’altezza delle aspettative?
Dopo questo episodio pilota in realtà è ancora troppo presto per dirlo, ma si possono tirare fin da subito alcune piccole somme.

JEFF DANIELS AKA “IL DONALD TRUMP DI ATLANTA”


Charlie Crocker: “Saddlebags. We’ll see about them saddlebags.”

Il protagonista principale del racconto è Charlie Crocker, qui magistralmente interpretato da un Jeff Daniels (Godless e The Looming Tower) in stato di grazia.
Spregiudicato immobiliarista e imprenditore, è una caricatura (fin troppo palese) di un “Donald Trump di Atlanta“, simbolo di un certo machismo vecchio stampo prettamente americano. La sua vita scorre fin troppo bene fra gli affari, sfarzose feste di compleanno e la nuova moglie-trofeo da esibire.
Peccato che, come ogni buona storia che si rispetti, arriva il momento di saldare il conto con i propri maneggi economici. Maneggi che, in questo caso, si presentano con un grosso debito che le industrie di Crocker devono alla banca, il cui rappresentante è Harry Zale (Bill Camp, già visto in The Queen’s Gambit), vera e propria “nemesi” del protagonista con la sua stessa voglia di primeggiare e con il solo obiettivo di distruggere la sua immagine e le sue aziende.
Da questo momento in poi il fallimento di Crocker non sarà solo il suo. Ben presto quasi tutti i personaggi che ruotano intorno alla sua figura (l’ex-moglie Martha, il suo avvocato Roger e un suo dipendente Wes) finiranno in una spirale di eventi drammatici che li legherà (controvoglia o meno) al destino di Crocker e quindi a coalizzarsi con lui per “risorgere insieme”.

TRAMA E CAST


La forza principale dello show sta sicuramente nel soggetto scelto e nell’adattamento di uno dei romanzi forse più “profetici” dell’inventore del new journalism. Il romanzo originario parlava infatti della crisi di una certa “America da cartolina” e del mito americano (qui rappresentato dallo stesso Charlie) in un paese che avrebbe presto visto tale mito crollare dopo la crisi dei mutui subprime del 2008.
In questo senso, il fallimento di Charlie e i suoi tentativi di rialzarsi in piedi dopo la scoperta del debito non possono che essere una metafora dello spirito di un intero popolo. Popolo che qui viene rappresentato in maniera stra-caricaturale con un forte accento del sud e con manie di egocentrismo tipici di una certa mentalità (e comunque mai in over-acting).
In questo va detto che con un cast del genere (che annovera, fra gli altri, Diane Lane, Lucy Liu, Tom Pelphrey, William Jackson Harper e Aml Ameen) era veramente difficile sbagliare.
I problemi in realtà nascono soprattutto da una sceneggiatura che, almeno in questo primo episodio, risulta abbastanza fiacca, mostrandosi fin troppo esplicativa fra i classici “dialoghi lo dimo” e metafore sulla caccia abbastanza scontate. Il tutto appare così fin troppo prevedibile, perfino i plot twist che dovrebbero, in teoria, scuotere lo spettatore.

CONCLUSIONI


Anche la figura stessa di Crocker appare, in questo senso, da un lato quasi epica, ma anche molto ridicola (come i suoi tentativi di farsi grosso alzando in aria l’indice per richiamare l’attenzione) non creando molti motivi per empatizzare con un individuo del genere.
Certo c’è la voglia di continuare ad assistere a battibecchi e scontri fra lui e Harry (entrambi, di fatto, co-protagonisti dello show), ma finora il tutto appare come il classico dramedy americano basato su storie di potere e ricchezza (a tratti, una brutta copia di Succession). Con queste premesse il tutto appare un prodotto già visto e rivisto che, per lo spettatore contemporaneo, lascia sicuramente degli spunti di attualità, ma intrattiene ben poco. Il rischio, quindi, è di diventare poco incisivo per quanto riguarda l’aspetto satirico di tutta la vicenda, che invece ne dovrebbe essere il fulcro.
Sicuramente i prossimi episodi miglioreranno da questo punto di vista (perlomeno pensando allo sforzo produttivo annesso), ma per il momento si può dire che ci si aspettava qualcosa di più.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Tutto il cast in generale ma sicuramente Jeff Daniels e Bill Camp
  • Ritratto dell’America contemporanea e della sua crisi
  • Introduzione e scena finale
  • Minutaggio da rivedere
  • Si vede che è un episodio meramente introduttivo
  • Metafore e riferimenti abbastanza palesi e poco incisivi

 

Tratto da un romanzo di Tom Wolfe, Un Uomo Vero racconta la parabola discendente di Charlie Crocker (e del suo universo di amici e famigliari) nell’America che deve fare i conti con la sfiducia dopo il crollo della borsa. Una storia di “non-redenzione” che si basa su un soggetto decisamente forte, ma finora risulta ben poco incisiva e “tagliente” nel suo adattamento.

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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