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Your Honor 2×04 – Part FourteenTEMPO DI LETTURA 4 min

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Nella precedente recensione si parlava dell’accurato (per quanto possibile) lavoro di ridefinizione dello show. Anche perché una cosa è apparsa chiara fin da subito: questa stagione non s’aveva da fare e non si sa bene per quale strano allineamento planetario, invece, si è pensato di portare avanti il progetto.
Ciò nonostante, Your Honor ha trovato nuovamente la luce per una seconda stagione ed il risultato è barcollante, incerto, tendente ad una sufficienza risicata e principalmente legata agli interpreti principali. Ritrovarsi Bryan Cranston e Michael Stuhlbarg all’interno dello stesso prodotto non è sicuramente una cosa da tutti i giorni. Tuttavia lo show fa acqua da tutte le molte parti ed ora, dopo aver rinvigorito la sottotrama gangster con nuovi personaggi e nuove dinamiche, sembra tentare il colpo gobbo e gettare ulteriore fango addosso a Michael Desiato.

HECTOR SALAMANCA IS BACK


La puntata è puro e semplice immobilismo scenico in cui Michael continua a non voler collaborare con Olivia, salvo poi essere costretto a farlo; Jimmy tenta di riallacciare i rapporti con la figlia e allo stesso tempo puntare alla carriera politica; Charlie rimane il ponte di comunicazione, nonché strumento, per incastrare Jimmy. Da segnalare l’arrivo nel cast di Mark Margolis, il cui nome potrebbe dire molto poco a tanti, ma se viene citato il suo personaggio più celebre, Hector Salamanca (Breaking BadBetter Call Saul), magari qualche ricordo inizia a riaffiorare.
Apertura e chiusura di puntata portano in scena la medesima dinamica narrativa: Jimmy e Michael a colloquio, seppure le modalità siano diametralmente opposte. L’apparente aria pacifica con cui Jimmy parla con Michael ad inizio episodio viene soppiantata dalla rabbia e dalla frustrazione nel momento in cui il capo famiglia dei Baxter percepisce il profondo legame che si sta creando tra Michael stesso e Fia. Un legame legato essenzialmente alla nascita del piccolo Rocco.

RENDERE PRESENTABILE SADDAM HUSSEIN


Una buona fetta di minutaggio si va poi ad incasellare nella categoria “inutile perdita di tempo” dal momento che la fase “messa a nuovo di Michael” era totalmente evitabile. Il giudice, evidentemente lasciatosi andare in prigione, deve essere reso presentabile per presenziare alla festa di compleanno di Jimmy Baxter. Ecco quindi che scatta il momento fashion in cui Michael, in piena fase Saddam Hussein (per stessa ammissione dei personaggi in scena), deve essere riaccompagnato all’interno dei costumi della società civile. La fase del sarto e del parrucchiere era facilmente evitabile, soprattutto se si tiene in considerazione che anche questa puntata sfora i cinquanta minuti totali di visione.
Non è tanto la messa a nuovo di Michael a risultare superflua, in altri contesti una sequenza di questo tipo avrebbe anche avuto senso. Ma nel momento in cui la storia fatica a decollare, e soprattutto fatica ad acquistare senso episodio dopo episodio, risulta decisamente inutile soffermarsi sul taglio di capelli e sul colore della giacca da far indossare all’ex giudice per non sfigurare (e non farsi troppo notare) tra i membri dell’alta società.

UNA TRAMA MOLTO POCO GANGSTER


Per quanto concerne la sottotrama gangster, la storia continua a procedere in maniera a se stante, senza avere un chiaro collegamento con quanto sta avvenendo a Michael e Jimmy. Il ritorno in città di Eugene smuoverà sicuramente le acque, ma andrà capita l’entità del danno collegata al suo ritorno e soprattutto se la sceneggiatura prevede un ricongiungimento della famiglia Baxter con il futuro del ragazzo. Una cosa da non dare totalmente scontata vista e considerata la pressapochezza generale della sceneggiatura fino a questo punto.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Recitazione ed interpretazione dei personaggi da parte del cast in generale
  • Sottotrama gangster che movimenta un po’ la storia, ma con poca fatica visto che di guizzi energici a livello di storia sembra non palesarsi nulla
  • La comparsa di Mark Margolis
  • L’utilissima porzione di puntata dedicata a Michael Desiato che torna ad essere una persona presentabile all’interno della società
  • Tira e molla continuo tra i vari personaggi
  • Immobilismo generale… che protrae ulteriormente la storia

 

Continua a mancare la colonna portante all’interno di questa stagione: una storia. Il desiderio da parte della polizia di sfruttare Michael per incastrare Jimmy non può essere un valido espediente narrativo per creare interesse. E la sottotrama gangster, con personaggi quasi totalmente nuovi, non è sufficiente in quanto manca di empatia verso il pubblico, ancora in fase di conoscenza relativamente ai personaggi. La recitazione non potrò salvare in eterno questo show.

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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