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Your Honor 2×08 – Part EighteenTEMPO DI LETTURA 3 min

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Ed eccoci arrivati all’ennesima recensione, dell’ennesima stagione, dell’ennesima serie che non doveva proprio vedere la luce in fondo al tunnel.
Dopo aver fatto perdere tempo a chiunque andando ad investigare sull’omicidio della moglie, Michael Desiato si prodiga nel rivestire i panni del bravo nonno di famiglia. Evidentemente la competizione con Jimmy Baxter è talmente forte che il personaggio interpretato da Bryan Cranston punta al titolo “cintura nera nel cambio pannolini” per riuscire a staccarlo definitivamente.
Ad aiutarlo c’è sicuramente il fatto che Fia è fuggita dalla famiglia e sembra non avere intenzioni nel riallacciare i rapporti. Ma sia chiaro: Fia non è scappata perché la propria famiglia pullula di criminali, rappresenta la mafia della zona e soprattutto commissiona omicidi come se nulla fosse. No, anzi, è solo in questo episodio che Fia scopre, durante un rapido interrogatorio che i Baxter non sono proprio degli angioletti. Ma gli sceneggiatori il patentino lo hanno trovato dentro gli ovetti Kinder? Perché qualche dubbio adesso inizia a sorgere.

T-1000 EUGENE


Messo da parte nonno Cranston la storia si concentra sul piccolo Terminator, Eugene, ora in prigione e sopravvissuto all’ennesimo attentato alla sua vita. Il ragazzo sta cercando di evitare di finire in prigione per oltre trent’anni per omicidio, ma è abbastanza scontato che dovrà avere delle informazioni da dare in cambio per poter riuscire ad abbassare tale condanna.
Parallelamente a ciò continua la confusionaria sottotrama del mondo delle gang ricolma di personaggi di cui non interessa assolutamente nulla a nessuno.
L’apertura del locale, con tanto di faccia a faccia tra gli scagnozzi di Big Mo e le teste calde dei Baxter, non interessa a nessuno, trama compresa. Certo, introduce la possibilità che gli uomini di Big Mo non siano così tanto fedeli alla propria leader, ma visto e considerato come era stato gestito il “problema Eugene”, di questa poca fedeltà c’erano già state svariate avvisaglie.
Da annotare il pessimo effetto applicato alla transizione del “mancato incidente” quando Gina Baxter frena ormai a ridosso di Big Mo, fuori dal suo locale. Una scena talmente posticcia e fatta male che per un attimo ci si sente catapultata a Bollywood. Complimenti vivissimi a tutti.

YOUR HONOR, ORA ANCHE MUSICAL


Ma in questo episodio non ci sono soltanto scene fatte male e la solita sceneggiatura approssimativa e poco interessante. No, “Part Eighteen” regala anche uno splendido momento musicale quando la controparte amorosa di Big Mo le dedica una canzone durante la festa d’apertura del nuovo locale. Ennesima porzione di trama interessantissima.
Oltre a questo resta ben poco da prendere in esame.
I Baxter sono definitivamente in rottura, scelta narrativa che apre la strada alla possibilità di un Jimmy in gattabuia come conclusione di tutto. Sullo sfondo Fia e Michael continuano ad approfondire il loro legame, con quest’ultimo che sembra pronto a dispensare pareri ed opinioni, mentre continuano ad accudire il piccolo Rocco Adam. E niente, questo è quanto. Giusto una veloce annotazione: anche questa puntata sfora i cinquanta minuti. La visione di Your Honor continua ad essere una tortura in tutto e per tutto.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • L’unica cosa veramente interessante potrebbe essere l’apertura narrativa all’arresto di Jimmy come possibile finale di serie…o di stagione, perché non c’è mai limite al peggio.
  • Your Honor diventa anche musical
  • Apertura del locale: ma a chi interessa?
  • L’omicidio della moglie di Michael già caduto nel dimenticatoio
  • Problemi di coppia per i Baxter
  • Big Mo non è una leader…una cosa che non aveva capito proprio nessuno
  • Nonno Cranston

 

Tra nonno Cranston e l’apertura del nuovo locale di Big Mo, l’interesse per Your Honor è praticamente sceso ai minimi storici. E già prima la serie di Showtime si seguiva con una certa fatica. La strada ad un possibile arresto di Jimmy, tradito da famiglia ed ex partner in crime potrebbe essere anche interessante, ma dopo dieci puntate totalmente superflue l’unica cosa che veramente interessa è poter mettere un segno di spunta su TvTime e non veder più ricomparire questa serie tv tra gli show in uscita.

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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