Con Becoming Karl Lagerfeld, Disney+ risponde a stretto giro di posta alla serie The New Look, incentrata su Christian Dior, uscita pochi mesi fa su Apple TV+.
Per la realizzazione, l’ideatrice e sceneggiatrice Isaure Pisani – Ferry si è ispirata al libro Kaiser Karl di Raphaëlle Bacqué, di grande successo in Francia.
Protagonista è Daniel Brühl, noto soprattutto per film come Goodbye Lenin e Rush.
A detta della stessa Pisani – Ferry, è stato scelto perché conosce realmente tutte le lingue in cui il suo personaggio si trova a parlare, cioè francese (lingua originale della serie), tedesco, inglese e un po’ di italiano. Di certo comunque non guastano il suo fascino discreto e la sua capacità di dare vita a un personaggio geniale, ma tormentato già dimostrata nella serie The Alienist.
RITRATTO IN CONTROLUCE
La vicenda inizia a Parigi nel 1972: Karl Lagerfeld, stilista tedesco, è definito “mercenario del prêt-à-porter” perché, nonostante l’età non più giovanissima (circa 40 anni), non sembra desiderare di aprire una casa di moda con il suo nome. Preferisce collaborare con diversi marchi, fino al punto di venire accusato di non avere uno stile proprio.
La particolarità dello show, comunque, è di tracciare la figura del suo protagonista non tanto attraverso le sue azioni e dichiarazioni, quanto come risultato dell’azione su di lui di forze molto potenti.
Queste forze, in buona sostanza, sono rappresentate da tre uomini:
- il primo, in ordine di apparizione, è Jacques de Bascher, personaggio realmente esistito. Dandy allo sbaraglio, senza una precisa idea di cosa fare “da grande”, diventerà per Lagerfeld il grande amore di una vita. Amore però platonico, almeno in questo primo periodo.
- la seconda figura di capitale importanza è il mitico stilista Yves Saint- Laurent
- e dulcis in fundo e il suo formidabile socio-compagno Pierre Bergé.
GLI OPPOSTI A VOLTE SI ATTRAGGONO
Karl è un represso che vive con la madre, è ossessionato dall’immagine che presenta al mondo al punto di mettersi il bustino e mentire sulla propria età. Yves è “senza pelle” e senza freni, ai limiti del caso psichiatrico. Viene arrestato in una retata della polizia mentre era andato in cerca di avventure con ragazzi di strada. Se non ci fosse Pierre a tenere le redini della sua casa di moda e della sua vita, si sarebbe bruciato da un pezzo.
Dal lato positivo però, non ha avuto alcun problema a fondare un suo marchio e ad esprimere il suo estro creativo.
Lagerfeld e Saint-Laurent hanno cominciato insieme il loro cammino sulle vie dell’haute couture, poi le loro strade si sono divise.
Col procedere della visione, sembra che Yves sia per Karl “l’oscuro oggetto di desiderio”, ma questo non viene spiegato bene, dato appunto il carattere sfuggente e misterioso del protagonista.
MONDO DELLE PASSERELLE E MONDO LGBT+
Tutto sommato, le vere e proprie sfilate occupano un minutaggio assai ridotto.
I dettagli dell’abbigliamento di Lagerfeld, degli ambienti in cui vive, hanno molta più importanza per raccontare il personaggio. Ne emerge quasi un desiderio di vivere nel passato, tra antiquata opulenza e stivaloni da moschettiere abbinati all’abito scuro.
Forse c’entra il fatto che la serie si occupa degli anni ’70, prima che il protagonista diventasse il celeberrimo direttore creativo di Chanel e di Fendi.
La narrazione non si sofferma a lungo nemmeno sulle questioni LGBT+. Si accenna solamente ai contrasti di Jacques col padre e ai dubbi che la sua fede cattolica gli causa.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Prodotto valido, retto da un solido e carismatico protagonista. Da affrontare con un’avvertenza: chi cerca una storia ricca di glamour e passerelle resterà forse deluso. Chi, invece, apprezza racconti di introspezione psicologica, troverà ampie soddisfazioni. Soprattutto se ritiene impossibile chiarire e precisare la “vera essenza”, l’interiorità di una persona.
La conclusione della serie lascia aperta la possibilità di una continuazione, ma non ci sono ancora notizie in proposito.
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).