Mayor Of Kingstown 3×04 – Rag DollTEMPO DI LETTURA 4 min

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Il finale della scorsa puntata era un plot twist orchestrato ad hoc per accompagnare lo spettatore in terre inesplorate dello show: un faccia a faccia tra una fazione etnica di Kingstown e il suo “mayor”. Ironia, ovviamente, visto che si tratta dell’essenza di questo show, creato da Sheridan e che fin dalla prima stagione non ha mostrato la minima verve tipica del prodotto ben più noto dello sceneggiatore statunitense (Yellowstone). C’è sempre molto lavoro da fare, ma dopo ventiquattro puntate c’è anche la sensazione che l’apice dello show sia stato ampiamente raggiunto e superato: una qualità inespressa, in definitiva. “Barbarians At The Gate” dava il là, mentre “Rag Doll” si prende il suo tempo per distogliere totalmente l’attenzione da qualsiasi altra storia per focalizzarsi interamente su questo ennesimo scontro che porterà Mike allo scontro con russi e ariani.
La telefonata tra Callahan e Konstantin sicuramente rende più complicata la situazione del personaggio interpretato da Jeremy Renner. Ma in definitiva interessa poco perché le dinamiche sono le medesime delle precedenti due stagioni con il buon Bunny, ora messo in naftalina in attesa di tempi migliori.

I DIALOGHI DI KYLE


Proprio Bunny e la sua gang vengono lasciati sullo sfondo, come buona parte dei personaggi dello show, quasi fossero un pubblico di uno spettacolo, intenti ad ascoltare tramite le frequenze intercettate della radio della polizia l’inseguimento dei due attentatori che avevano piazzato in precedenza le bombe. L’utilità? Lasciarli nell’episodio perché sarebbero stati loro a catturare il fuggiasco nel finire di puntata.
Il resto conta ben poco.
La puntata resta quanto meno godibile per il lato poliziesco, apprezzato e ben presentato in generale all’interno dello show. Nonostante sia chiaramente enfatizzato e reso decisamente sopra le righe. Meno interessanti risultano i dialoghi, sempre un po’ raffazzonati e mal costruiti.
Dopo l’inutile dialogo tra Mike e la signora, con il primo stupito del fatto che questa lo conosca e sappia chi sia la sua famiglia (buongiorno Mike e benvenuto a Kingstown, dormito bene?), questa volta tocca al fratello Kyle.
Alla fine dell’inseguimento uno dei due fuggiaschi viene bloccato in un vicolo e Kyle si avvicina per ammanettarlo. Tre poliziotti con la pistola puntata contro il fuggiasco e la SWAT alle spalle pronta sul campo; l’uomo stesso ha le braccia levate in aria, l’aria terrorizzata e promette di essere innocente e pronto a collaborare; Kyle si avvicina lentamente, lo tranquillizza parlandoci, e lo ammanetta.
Ian e il capo della SWAT successivamente redarguiscono Kyle perché si sarebbe comportato da “pazzo” e da “sfrontato” rischiando la vita. Dove esattamente questa si sia anche solo lontanamente avvicinata alla realtà non è dato saperlo. Ma evidentemente occorreva rappresentare Kyle come un pazzo pronto a tutto per necessità di trama, quindi i prossimi episodi verteranno in piccola parte anche su quello. Buono a sapersi, altro minutaggio sprecato per seguire una evoluzione narrativa non necessaria. Ottimo così.

DECOSTRUZIONE DI UN VILLAIN: BUNNY


Tanto vale godersi un episodio quasi sufficiente, allora, prima del consueto ritorno negli abissi infernali di uno show che non sa più in quale direzione andare.
La prigione e le dinamiche al suo interno, dopo una seconda stagione votata alla decostruzione dei suoi equilibri, sembrano stantie e non possono che puzzare di già visto. Anche perché sarebbe il colmo se anche in questa stagione ci fosse una rivoluzione interna alle mura o, come nella prima stagione, una sommossa. Qualcosa di nuovo è possibile averlo o si continuerà con la solita minestra riscaldata?
Bunny è il personaggio per ora lasciato in disparte in questo inizio di stagione, un vero peccato perché è di fatto l’unico “capo” ben caratterizzato (dopo due stagioni di focus, minutaggio praticamente simile a quello di Mike). Costruire e presentare nuovi antagonisti (russi e ariani), sfruttando il passato di Mike (shot caller, membro della Fratellanza) è una scelta azzardata che potrebbe sì essere interessante, ma potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio.

QUANDO FINISCE QUESTA SERIE TV? SEMPRE TROPPO TARDI


Ormai a ridosso della metà della stagione occorre guardare al futuro: “Iris”, la prossima puntata, evidentemente verterà sul personaggio interpretato da Emma Laird. Gli sceneggiatori devono aver pensato che un episodio di stacco dal suo personaggio era troppo e che quindi occorreva rimediare con una bella puntata focalizzata su di lei. Magari dove veniva raccontato anche un po’ del suo passato, perché no? Oppure il titolo è uno specchietto per le allodole e quello che verrà presentato sarà tutt’altro. Poco male, lo show proseguirà in un modo o nell’altro fino ad agosto con la speranza che così come per Yellowstone, arrivi la conferma di un finale. Magari senza dover protrarre questa agonia narrativa fino alla quinta stagione.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Poteva andare decisamente peggio
  • Quasi metà stagione
  • Ci sono gli inseguimenti con le auto e po’ di botte
  • Dialoghi casuali e senza senso
  • “Lasciamo da parte tutti e focalizziamoci solo sul plot twist dello scorso episodio, cercando poi di far ricollegare tutto con il finale di puntata”: GENIO!
  • Bunny versione macchietta
  • Il passato di Mike viene a galla ora?

 

Mayor Of Kingstown, dopo essersi trasformato in un orribile mix di Grey’s Anatomy e Prison Break (la quinta stagione revival), cambia schema e prova con il buon crime poliziesco. Il risultato? Una puntata che fa schifo, ma non come altre che sono passate all’interno dello show. Il finale di stagione è ancora molto lontano, purtroppo.

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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