“You think you know what you’re dealing with or who you’re dealing with, you don’t. Well, Milo was a pimp. So I thought you and your brother, his bitches. Now, I can’t speak for your brother. No, but you, I underestimated. You, I now understand, are something else, a different animal.”
Come può uno show avere tutti gli elementi per essere affascinante ma, al momento della visione degli episodi, risultare essere incredibilmente ripetitivo, monotono e inconcludente? Questa domanda attanaglia le menti dei recensori sin dai tempi del pilot, il quale aveva mostrato sia le potenzialità che le problematiche del prodotto televisivo creato da Taylor Sheridan – la cui ultima sceneggiatura è quella del secondo episodio della seconda stagione – e Hugh Dillon. Come oramai ripetuto in molteplici occasioni, l’intero funzionamento di Mayor Of Kingstown può essere riassunto con il frenetico movimento di Mike, il quale ricorda quello di una trottola. A bordo della sua auto, Mike telefona a decine di persone mentre sfreccia da un lato all’altro della città, cercando soluzioni sempre più disperate per garantire l’equilibrio a Kingstown. Questo nuovo episodio non fa eccezione alla regola, in quanto gli avvenimenti possono essere riassunti utilizzando la descrizione precedente. Quantomeno, però, “Barbarians At The Gate” ha introdotto alcune tematiche interessanti e la visione è stata piacevole. Per il momento, difficile aspettarsi di meglio.
EQUILIBRIO
Nel mondo delle relazioni internazionali, una delle correnti di pensiero principali è quella del realismo. In particolari, gli studiosi realisti si sono da sempre concentrati sul tema dell’equilibrio, sviluppando concetti come quello di Balance of Power e di Balance of Threat.
In poche parole, gli Stati – o i blocchi di alleanze a cui gli Stati appartengono – garantiscono la loro sopravvivenza facendo in modo che gli altri Stati/blocchi non guadagnino un predominio militare tale da poter soggiogare gli avversari. In questo contesto, la bomba atomica ha assunto un ruolo cruciale. Dato, infatti, che tutti i principali gruppi di Stati posseggono tale arma, allora nessuno vorrà giungere a un confronto militare diretto. Il rischio, infatti, sarebbe quello di una distruzione totale di entrambi gli schieramenti (concetto noto come Mutual Assured Destruction).
A Kingstown non sono presenti armi atomiche. Al loro posto, però, c’è Mike McClusky, la cui vita è dedicata ad assicurarsi che nessuna gang possa distruggere le altre, evitando dunque una guerra totale nel cuore della città. Questo compito diventa ancora più difficile nel momento in cui un nuovo attore entra in scena, come nel caso di Konstantin.
Messo di fronte alla presenza di un nuovo gangster che vuole distruggere il debole – per non dire inesistente – equilibrio in cui versa Kingstown, Mike ha dunque reso visibile la sua presenza, in modo da far capire a Konstantin il suo valore e il suo ruolo centrale negli affari illeciti della città.
I BARBARI
Il titolo dell’episodio rimanda al celebre libro del 1989 scritto dai giornalisti investigativi John Helyar e Ryan Borrough, intitolato “Barbarians at the Gate: The Fall of RJR Nabisco”. Il libro, che ha riscosso un grande successo, racconta della scalata con leva finanziaria (Leveraged Buyout) nei confronti della società RJR Nabisco. Il tema chiave dell’opera, in particolare, è che l’acquisizione avvenne tramite sporchi giochi strategici e tradimenti. In maniera poco sorprendente, la società ha cessato le operazioni nel 1999, dieci anni dopo l’acquisizione.
Il rimando, dunque, è al tentativo degli ariani e dei russi di allearsi per sottrarre il controllo del traffico di droga ai Crips, gang capeggiata da Bunny Washington. Al fine di eseguire una scalata ostile di questo tipo, è necessaria una figura centrale in grado di tessere le fila in maniera strategica. Nel caso della RJR Nabisco, ciò fu svolto direttamente dal suo CEO – F. Ross Johnson – che si alleò con Shearson Lehman Hutton per prendere il controllo della società. Nel caso di Kingstown, invece, questa persona è Merle Callahan, una vecchia conoscenza di Mike dai tempi del carcere.
L’introduzione di Callahan è senza dubbio un aspetto positivo per lo show. In un universo di personaggi che faticano a lasciare il segno, Callahan è sembrato fin da subito carismatico e machiavellico. Da questo punto di vista, il lavoro svolto da Richard Brake è sicuramente soddisfacente. Inoltre, l’esplosione delle auto della polizia – ad opera, probabilmente, dei nuovi alleati – rappresenta un’ulteriore salto di qualità nella strategia per dominare la città. L’equilibrio potrebbe crollare.
IAN
Un personaggio che sta godendo di una caratterizzazione sempre maggiore è quello di Ian. Il detective, infatti, è stato a lungo mostrato come una semplice estensione delle decisioni di Mike. Il sindaco decideva e Ian eseguiva, niente di più. La situazione, invece, è ora decisamente cambiata.
Ian si è ritagliato, già nel corso della seconda stagione, delle nicchie narrative in cui era il protagonista e non un mero esecutore. La sua storyline con il serial killer Charlie – seppur marginale nella narrazione complessiva dello show – aiuta a descrivere un agente assolutamente corrotto che, però, ogni tanto prova e riesce a fare la differenza.
Inoltre, nel corso di questa puntata, Ian decide di nascondere a Mike delle informazioni relative al passato di Iris. Ciò potrà avere delle ripercussioni, ma testimonia chiaramente la sempre maggiore autonomia e rilevanza del personaggio.
A differenza del poliziotto che l’ha rilasciata, Iris continua a non trovare una sua collocazione all’interno dello show. I segreti di cui Ian è a conoscenza e il suo passato con Konstantin, però, potrebbero rappresentare finalmente un punto di svolta anche per lei. Nella speranza che non sia del semplice wishful thinking.
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I barbari stanno arrivando e l’episodio raggiunge la sufficienza. Potrebbe andare peggio.
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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.