The secret to staying happily married is “Secrecy”.
Parola di Conrad Grayson. E se lo dice lui -che ha fallito due volte nel matrimonio con la stessa donna e conta decine di amanti- cari amici miei, credeteci.
enunciata in una scena particolare, in cui il padre passa per così dire il “testimone” a Daniel, sotto forma di un appartamento a New York in cui gli uomini di famiglia hanno portato per anni le amanti con cui divertirsi, mentre le mogli erano all’oscuro di tutto. Ovviamente, dato che stiamo parlando di uno show al femminile e che ha sempre elogiato di più il gentil sesso, si scoprirà poi che in realtà le coniugi Grayson erano a conoscenza eccome di questo luogo anzi, controllavano anche che i mariti fossero arrivati a destinazione quando volevano. Insomma, come spesso accade, gli uomini sono solo degli idioti che credono di avere in mano il Mondo, quando in realtà sono manovrati da una donna dal potere più grande.
A proposito di Daniel bisogna sempre fare una nota a piè di pagina: dobbiamo ricordarci che Revenge è un serial fantastico, non intendendo in tal modo la qualità ma il genere del telefilm, ovvero che ha a che fare con la fantasia. Sì perchè, se l’idea iniziale di tre anni fa era quella di prendere spunto dal romanzo di Dumas, ormai innegabili sono i distaccamenti dall’originale di uno show che se ha incominciato con una base solida, per il secondo anno ha deciso di fondarsi su teorie cospiratrici, per tornare vagamente alla realtà in questa nuova stagione, anche se sappiamo che questa non è esattamente ciò che noi intendiamo per vita reale. Ciò che accade negli Hamptons ha dell’assurdo, dell’immaginario e probabilmente del fantascientifico (ad esempio, interessante sarà vedere come spiegheranno gli autori il ritorno di Lydia quando tutti l’hanno vista imbarcarsi su quell’aereo poi distrutto). Non ci immagineremo mai di incontrare uno come Nolan Ross al negozio di computer sotto casa, eppure lui è uno dei personaggi centrali -e migliori, oserei dire- di questo show. Così come la presenza di Daniel è importante perchè la sua ingenuità permette alla storia di avanzare fino a quel fatidico giorno in cui il mondo dei Grayson verrà sconvolto. Questa è la missione di Emily, ed è giusto dopotutto che vi siano soggetti del genere che permettano di realizzarla. Almeno, questo è quello che ormai, dopo tre anni e diverse delusioni, un qualsiasi spettatore può arrivare a concludere per poter continuare a seguire questo telefilm senza impazzire ogni volta.
- “Rule number 17: no fish for breakfast.”
- Le perle di Conrad sul matrimonio. “Non sposare mai la tua amante, semmai cambia amante”.
- La storyline di Charlotte: almeno fate fare qualcosa a questa povera ragazza.
- L’appartamento segreto vicino al Met.
- Jack: è un personaggio descritto male, che sembra decidere una cosa per poi cambiare idea nell’episodio successivo.
- L’ennesimo incontro melodrammatico tra Jack ed Emily.
- Eventi surrealistici per un serial che si propone di descrivere la realtà hamptoniana: un giovane padre che lascia il figlio orfano di madre chissà dove, e continua la sua vita senza problemi; il ritorno dell’amante uccisa su un aereo federale.
Episodio in definitiva abbastanza gradevole. Il colpo di scena finale -o colpi di scena- sono posti in una maniera e un tempismo adeguati, così da non stonare con la narrazione complessiva, e le nuove storyline dei personaggi acquistano sempre più senso man mano che le puntate avanzano. Il problema però è sempre quello: vi è poca coerenza e una trama che rasenta il fantascientifico, e questo non è di certo uno di quei serial in cui l’elemento immaginario può essere plausibile. Perciò, è vero che accettando questo presupposto si vivono meglio quei 40 minuti di visione dello show, però è pur vero che non possiamo attribuire voti e meriti che oramai il serial non possiede più.
VOTO EMMY
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.
Io spero che Revenge si concluda con questa terza stagione.
Ogni episodio è sempre meno credibile del precedente.