Partiamo subito dal commentare il finale telefonato: “Nate” si chiama Jason ed è il figlio del Capitano Neville. Sorpresi? Neanche un po’. Questo scoop era facilmente intuibile da varie cose come l’incredibile somiglianza del figlio di Neville nei flashback e l’arroganza impunita nel lasciar scappare Charlie sono solo i due esempi più lampanti. Quindi se da un
lato è apprezzabile il fatto che Kripke abbia dato un senso alla presenza di Jason, dall’altro è discutibile il modo in cui ci è stato rivelato questo “enigma”.
La puntata Neville-centrica funziona alla grande, merito della sempre apprezzabile interpretazione di Giancarlo Esposito e del suo sguardo imperturbabile anche in versione boxer. Veniamo finalmente a sapere chi e cosa faceva Neville prima di entrare nella Milizia e scopriamo la vita di un uomo represso, licenziato dla lavoro e che non riesce ad ottenere il rispetto nemmeno del suo vicino di casa, almeno fino a quando non lo pesta a sangue. Da quel momento tutto cambia, scompare il timido impiegato e viene a galla l’irato capitano che, pur essendo il classico badass, è impossibile non amare. Peccato che suo figlio non valga nemmeno metà di lui…
Notizie importanti giungono sul fronte ragazzo asmatico che si ricongiunge con la sorella per circa 10 secondi prima di essere divisi nuovamente. La scena del treno è, come nei più classici dei film, il momento topico dell’azione: spazi angusti, inferiorità numerica e ticchettio di una bomba a scandire i minuti. Insomma adrenalina per tutti, anche per Revolution che non ha mai brillato moltissimo in credibilità durante le scene d’azione un po’ troppo stilizzate (vedasi lo scontro verbale tra Miles e Neville risolto con una mossa di karate). Il treno è a sorpresa il primo mezzo civilizzato che veniamo venire utilizzato da Monroe per i suoi fini, ovviamente un treno a carbone visto che l’elettricità non c’è, stupido io che ve lo continuo a ripetere. Fatto sta che, chi credeva che fossimo tornati in un mondo medioevale ora può redimersi constatando che il mondo di Revolution è ridotto all’inizio della 1° rivoluzione industriale. Bè dai rispetto all’annunciata preistoria dei critici c’è una bella differenza e finalmente la si comincia a notare.
Ma parliamo ora delle guest star che affollano questo nuovo mondo, guest star di nome Kim Raver e Jeff Fahey. La prima è più nota al grande pubblico per il ruolo della dottoressa Teddy Altman in Grey’s Anatomy, e qui interpreta la moglie di Neville. Diciamo che per ora non è che abbia colpito molto, colpa anche del ruolo marginale che le è stato assegnato in questo episodio tuttavia fa sempre piacere ritrovare facce note nelle serie che si seguono, quindi giudizio su di lei rimandato a data da destinarsi. Il secondo è l’ennesimo “amico” di J.J. Abrams che saltuariamente ritorna in una delle sue serie e se vi dico Lapidus non può non venirvi in mente Lost. A proposito di lui alzi la mano chi è rimasto basito dall’accoltellamento ai danni di Nora, non tanto per l’atto in sè quanto per la facilità con cui è stata subito attenuata la gravità del fatto solo perchè non erano stati presi organi vitali. Ora francamente mi vengono seri dubbi circa la coerenza degli autori visto che nello scorso episodio Maggie è morta per una coltellata, ok che era una coltellata diversa per veemenza e luogo però non esiste che in due puntate il valore di questo gesto passi dal valore di “massima allerta” a “ehi guardatemi, sono stata accoltellata ma sto bene e non rischio assolutamente di morire”. Insomma due pesi e due misure che rappresentano l’oggettività degli autori in relazione all’utilità dei personaggi, non molto buono per un serial ma ce ne sarebbe da discutere…
- Incontro scontro sul treno
- Monroe ora sà cosa cercare…
- Finalmente la presenza di Jason ha un senso
- Charlie ha tirato fuori le palle
- Interessante flashback di Tom Neville
- Nora VS Maggie: due coltellate e due evoluzioni diverse
- Miles sta perdendo un po’ di smalto col passare degli episodi
A parte le critiche doverose, l’episodio scorre piacevolmente veloce, peccato che nel voto finale debbano considerarsi anche le sviste degli autori…
VOTO EMMY
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.