In perfetta continuità con la prima parte della miniserie, assistiamo ad un bizzarro alternarsi di trovate gratuite, giusto per ricordare che non si tratta del film del 1968 (come se ce ne fosse bisogno). Che poi questa serie di deviazioni narrative completamente fini a sé stesse riescono a creare anche delle grosse discrepanze sceniche. Infatti, sulla base di una continuità temporale (abbiamo come prima scena della seconda parte Rosemary che si risveglia dalla focosa notte), troviamo un Roman perfettamente recuperato da un colpo di pistola. Ma quello è il meno. Anzi, ammetto che potrebbe esserci stato un qualche particolare sfuggitomi. L’aspetto che trovo più raccapricciante, è il modo in cui questo lavoro televisivo ammazzi letteralmente tutte le caratteristiche vincenti del film di Polanski. Il risveglio di Rosemary, nel film, era condito dal bruttissimo dettaglio del (falso) stupro di Guy, da lui ammesso candidamente. Quel momento rappresenta una frattura nel personaggio che, con il crescere della sua negatività, diminuisce la sua presenza in scena. In questo caso, invece si è sentito il bisogno di ammorbidire completamente la vicenda, rendendo nota una risposta da parte della donna nel rapporto notturno, con tanto di “bis mattutino”. E proseguono senza sosta le macabre finestre di dialogo tra Guy e i coniugi Castevet, o comunque scene prive di Rosemary. Praticamente viene dato per certo un coinvolgimento esterno nonché esoterico nella gravidanza. Eppure nel film si riusciva a non avere il 100% delle certezze. Tanto per fare un simbolico esempio, era possibile notare nell’anziano Roman un buco all’orecchio, mentre questo Roman indossa un vero e proprio orecchino.
Si può accettare la differenza tra l’amicizia di RM con un anziano signore nel film, rispetto all’amicizia con la bella Julie della miniserie (benché in questo modo il tutto risulti banalizzato). Tuttavia, alcuni dettagli potevano essere tranquillamente risparmiati. Perché tutta la lunghissima (e brutta) sequenza della sua morte doveva avvenire in una scuola di cucina? Anche perché per arrivare a questo, ci avevano ricordato dallo scorso episodio di come le due amiche frequentassero questo importantissimo corso. Mi rifiuto poi di citare tutto lo stratagemma di Guy, per rubare la catenina. Insomma, il problema è sempre quello. Tutto troppo esplicito. D’altro canto, certi film sono divenuti celebri per sfumature, atmosfere, caratterizzazioni particolari, anche trascendendo dalla trama. Quanto sarebbe stonato un remake, ad esempio, di Casablanca? Quando invece la rilettura/omaggio del film “Provaci Ancora Sam” è assolutamente geniale. Anche Rosemary’s Baby non ha certamente tra le sue grandi qualità una trama originale ed articolata. Come avevo già detto, oltre all’impatto che poteva avere nel 1968 (impatto nullo nel 2014), un punto di forza era quello di lasciare molto all’immaginazione dello spettatore.
Per quanto riguarda la celebre sequenza finale, c’è da riconoscere molta fedeltà nella riproposizione (ad eccezione dell’ennesimo particolare inutile, incarnato nel personaggio del commissario). Unico dettaglio, ma non poco importante, è quello della reazione di Rosemary. Nel film, dopo la reazione isterica, culminata con l'”agguato” nel suo appartamento, la donna si sveglia nel suo appartamento ricevendo un’escalation di brutte notizie e di traumi. Eppure, prosciugata e ormai rassegnata alla situazione, modera le reazioni mantenendo uno sguardo completamente perso nel vuoto. Risulta quindi ridondante vedere Zoe Caldana che continua ad urlare. Certo la sua è sicuramente una reazione più naturale, però si perde completamente l’atmosfera onirica e sognante di Mia Farrow quando attraversa il corridoio per trovare tutti quanti radunati intorno alla culla. E quando poi culla il bambino (rigorosamente tenuto nascosto) crea una perfetta chiusura per il film. Noi qui cosa vediamo? Un bambino con degli occhi assurdi, dopodiché una donna in tailleur che porta la sua carrozzina lungo la Senna. Il messaggio è lo stesso. Lo stile, quello di una pubblicità di orologi.
Avrei trovato sicuramente più apprezzabile una rilettura completa del film, anche con scelte coraggiose e con dettagli radicalmente diversi. Non con tanti piccoli aggiustamenti in un impianto-fotocopia, che poi, così facendo, altro non hanno fatto che rovinare il tutto. Peccato.
PRO:
- La regia non è malissimo
- La sequenza finale molto fedele al film, forse troppo
- Julie sta su Doctor Who, precisamente nell’episodio “The Shakespeare Code”
- Tanti dettagli inutili
- Tutto troppo esplicito e niente lasciato all’immaginazione
- Censure di aspetti che avevano forse fatto scandalo… nel 1968!
- Margeaux bacia tutti a caso
- Il commissario
- Morte in cucina
Night 1 1×01 | 3.67 milioni – 1.1 rating |
Night 2 1×02 | 3.31 milioni – 1.0 rating |
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.