“Every small town has a story. Mine has a legend.”
La notte del 2 luglio 1947, a Roswell, nel New Mexico, ci fu uno schianto. Gli ufologi sono convinti si sia trattato di un velivolo alieno, anche se il governo degli Stati Uniti parla di palloni sonda, facenti parte di un suo progetto segreto.
Quell’evento misterioso resta comunque l’irrinunciabile punto di partenza di questa nuova serie, tratta dai romanzi young adult di Melinda Metz, da cui era già stato tratto un altro telefilm nel 1999.
Shiri Appleby, Jason Behr, Brendan Fehr, Katherine Heigl e Colin Hanks, cioè gli interpreti di allora, sono stati sostituiti da Jeanine Mason, Nathan Parsons, Michael Vlamis, Lily Cole e Michael Trevino. Almeno due degli elementi principali del nuovo cast provengono dal mondo di The Vampire Diaries – The Originals e non è un caso: l’emittente è la stessa e pure l’impaginazione, intesa come ritmo, fotografia e musica.
La confezione è adatta alla storia narrata, anche se, rispetto ai libri e alla serie del 1999, si è scelto di alzare l’età dei personaggi principali, da liceali a venticinque – trentenni. Si assiste così al ritorno della protagonista, Liz, nella natia Roswell una decina di anni dopo averla lasciata ed essere partita per il college. Essendo una ragazza di famiglia latinoamericana, residente vicino alla frontiera tra Stati Uniti e Messico, ecco servita un’ottima occasione per una critica alla politica del presidente Trump, il quale ancora recentemente ha dichiarato che provvederà personalmente con mattoni e cazzuola all’edificazione del muro fra le due nazioni. Quando era interpretata da Shiri Appleby, il cognome di Liz era Parker e non si faceva cenno ad una sua origine ispanica, ma non si tratta di una modifica ad hoc per ingraziarsi una fetta di pubblico puntando sull’orgoglio etnico. Al contrario, il cognome del personaggio è Ortecho nei romanzi di Melinda Metz e all’epoca fu fatta quella che oggi verrebbe denunciata come operazione di white washing.
Come si diceva, l’età media dei personaggi è ben oltre quella liceale e quindi allo spettatore dovrebbero venir risparmiati i soliti piccoli intrighi e piccoli drammi tra i banchi di scuola. Questo non vuol dire che non ci siano amori, perché Liz ritrova subito Max, la sua anima gemella e presto scopre che lui è un alieno, dotato di magici poteri.
Altro amore è quello di Michael, anche lui alieno, per un giovane soldatino che ha perso una gamba in Iraq, guarda caso il figlio del comandante incaricato di cacciar fuori gli extraterrestri dal sacro patrio suolo e, già che c’è, pure gli immigrati clandestini. “Legal alien”, fra l’altro, è il termine in inglese per indicare gli stranieri legittimamente presenti sul territorio.
Il fascino del bad boy, Michael in questo caso, non sbaglia mai, una storia di contrasti (il più sballato si mette con il più inquadrato e ligio al dovere) ha sempre un suo perché, ma c’è un ma. Nella vecchia serie Michael era sempre stato innamorato di Isabel, la sorella di Max. C’era tutta una mitologia in cui si narrava di cosa fosse successo sul loro pianeta d’origine, dove Isabel era la perfida principessa e Michael il capitano delle guardie, fedelissimo al suo grande amico, il principe Max. Il pianeta di origine degli alieni non veniva mai mostrato, evidentemente per problemi di budget e questo toglieva un po’ di smalto alle vicende. Adesso, se questa sotto trama verrà tolta e sostituita da una storia d’amore tutta terrestre, c’è il rischio concreto che di alieni se ne vedranno ancora meno e che tutti i loro poteri verranno ridotti a qualche macchia colorata e corto circuito elettrico.
Far funzionare tutta la storia usando semplicemente gli extraterrestri come metafora degli stranieri e dei clandestini potrebbe essere un’idea intrigante, ma richiederebbe una maturità e profondità di sviluppo che probabilmente esulano dagli scopi dello show e dal target a cui è destinato.
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Pilot 1×01 | 1.51 milioni – 0.4 rating |
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).