Son Of Zorn questa volta mette in scena un dramma in costume, dove il costume non è, come si potrebbe facilmente pensare, quello degli eccentrici abitanti di Zephiria, quanto invece quel costume standard e stereotipato che caratterizza le usanze del popolo a stelle e strisce. Banalissimo, direte voi. Abusato e oltretutto fin troppo conosciuto anche da noi, spettatori d’oltreoceano. Ne abbiamo piene le tasche di uscite serali dopo-lavoro in cui l’unico obiettivo è distruggersi il fegato, ad evidenziare la dicotomia tra Boss Linda e Slayer Linda. La persona con la testa a posto, nell’immaginario televisivo-cinematografico degli Stati Uniti, viene sempre caratterizzata come persona dedita ed inflessibile al lavoro, casalinga e pacata a casa (come la serata di Edie, Lizzy e Craig sembra dimostrare). Tale dualismo viene mostrato anche nella tragica vicenda di Headbutt che si trova a dover dare una regolata alla propria vita, anche grazie alla compagna giusta, dopo una vita di sregolatezze e di testate. La tecnica del flashback mediante il video è un interessante stacco temporale in cui veniamo a conoscenza della ragione per cui il zephiriano arriva a perdere un occhio.
Zorn e Headbutt sono quindi eccentrici e fuori luogo, personaggi del mondo nostrano, ma più inseriti che mai nelle dinamiche nordamericane. La forza stessa dello show sta proprio nel mostrare come cosa normalissima l’arrivo di Zorn, come se semplicemente arrivasse da un altro paese.
Ma il dramma in costume viene visitato in lungo e in largo anche attraverso le ultra-classiche feste scolastiche a casa della cheerleader di turno. Il drammatico disagio che Alangulon trasmette in continuazione è uno dei punti di forza dell’intera Son Of Zorn (d’altro canto il titolo è riferito proprio a lui). Il processo di avvicinamento al suo love interest avviene secondo passi poco stereotipati, proprio all’interno di un mondo che più stereotipato non si può. A ciò vi è il qualcosa in più dal punto di vista comico, rappresentato da Dorothy Clementina, come a voler trasporre la realtà zephiriana anche a livello adolescenziale, fuoriuscendo per una volta dalle intromissioni del padre di Alan.
La storyline della festa, quindi, si pone sulla falsariga delle vicende più adulte, tracciando però la minima trama orizzontale che Son Of Zorn finora ci ha regalato. Come detto, valore aggiunto è vedere una estrosa ButtGirl Dorothy Clementina che mangia del deodorante e perseguita un malcapitato considerato ossessionato dai bagni.
Abbiamo iniziato la recensione facendo riferimento al presunto grande stereotipo che Son Of Zorn sembra presentare. Chiariamo che quanto detto finora va illuminato da una luce estremamente positiva, in quanto i tempi comici, i dialoghi e le trovate narrative confezionano un risultato assolutamente godibile. Se da un lato lo schema dell’episodio, con un Headbutt con la testa a posto e Zorn “Lucignolo” della situazione, poteva essere totalmente pronosticabile, gli sviluppi e svolgimenti mantengono delle tempistiche assolutamente riuscite, segno questo del buon lavoro fatto finora nella caratterizzazione dei personaggi. Come dicevamo nelle prime recensioni, non per forza l’idea originale di partenza può far campare di rendita una serie intera.
Ulteriore merito da evidenziare è come, con pochi personaggi, la puntata riesca a far esplodere diverse e varie storyline. Se inizialmente ci si divide tra adulti e adolescenti (con una premessa nell’ufficio di Zorn), si passa poi a Dorothy da una parte nella festa e Alan dall’altra; Edie, Craig e Lizzy con una storia tutta nuova nell’appartamento, con Zorn e Headbutt nel pub. Questa capacità di ramificare gli episodi non è per forza garanzia di buona riuscita dell’episodio, quanto piuttosto garanzia di idee da parte degli sceneggiatori.
Detto questo, è doveroso evidenziare come le nostre considerazioni facciano esclusivamente riferimento alla godibilità dei 20 minuti di episodio. Un carpe diem seriale, con la consapevolezza che difficilmente in futuro si potrà aggiungere molto di più a quanto già è stato detto, sia a livello di recensioni che della serie stessa. Memori di altre serie della stessa pasta (vedi Wilfred), l’esperienza ci insegna che certi tipi di prodotti non sono destinati a durare.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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The Battle Of Thanksgiving 1×07 | 3.64 milioni – 1.6 rating |
Return Of The Drinking Buddy 1×08 | 3.16 milioni – 1.3 rating |
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.