Nell’antica Roma, quando un generale vittorioso sfilava in trionfo per le vie della capitale, gli veniva affiancato uno schiavo o anche un uomo libero col compito di ripetere continuamente: Memento mori. “Ricordati che devi morire”. Un invito all’umiltà e alla prudenza, nel momento in cui l’uomo poteva essere maggiormente tentato dalla superbia.
Anche gli uomini e le donne del futuro di Star Trek sono mortali, e come tali vulnerabili. Estremamente vulnerabili. Specie in mondi tanto lontani da casa, alle prese con nemici misteriosi e sanguinari. Così il quarto episodio di questa prima stagione di Strange New World si presenta come un enorme richiamo alla mortalità degli eroi dello spazio, ma nasconde dentro di sé anche altro.
LA MINACCIA DEI GORN
I Gorn fecero la loro scomparsa nell’universo trekkiano assai presto, nella prima stagione della serie originale. Per la precisione nell’episodio “Arena“, uno dei più apprezzati dalla critica. Era il 1967 e la tecnologia era quella che era, di conseguenza il terribile alieno era semplicemente un costume da lucertolone goffo e non troppo spaventoso.
Negli anni, però, la mitologia trekkiana si è espansa e i Gorn hanno assunto la fisionomia di una specie estremamente bellicosa e sanguinosa, bestiale, completamente agli antipodi degli ideali della Federazione. Mentre Klingon, Ferengi e Romulani sono stati, in un modo o nell’altro, inclusi tra le fila dei “buoni”, la stessa cosa non è successa agli inquietanti rettiloni.
Strange New Worlds ha aggiunto ulteriori tasselli al ritratto dei Gorn fatto di sangue e violenze, in primis grazie al personaggio del tenente La’an Noonien-Singh. Tuttavia era difficile prevedere che tali mostri sarebbero entrati prepotentemente in scena così presto, già nel quarto episodio. Invece è successo proprio questo, anche se non è chiaro se ciò preannunci una trama orizzontale incentrata sulla minaccia da loro rappresentata nei confronti della Federazione.
NEMICI CHE NON SI VEDONO
Lo scontro fra l’Enterprise e le navi Gorn si svolge nella cornice del sistema planetario di cui fanno parte il pianeta Finibus III, le sue due lune, una nana bruna e un buco nero. Praticamente mezzo libro di astronomia. La presenza di così tanti corpi celesti si rivela funzionale alla trama perché, nella lotta con i Gorn Pike e il suo equipaggio, sfruttano le proprietà fisiche di tali oggetti astronomici, con qualche reminiscenza da Interstellar, anche se non mancano frangenti in cui l’azione si fa più confusionaria e persino le spiegazioni (pseudo)scientifiche risultano poco chiare. Ma forse è inevitabile che sia così, quando si parla di buchi neri e relatività.
Il vero problema della lotta che percorre l’intero episodio, però, sta nel fatto che gli avversari, i Gorn, non appaiono mai sullo schermo. Forse ciò è dovuto a ragioni legate alla continuity della serie: il primo “vero” contatto con i Gorn è avvenuto nel 2267 con gli eventi dell’episodio “Arena”, mentre i precedenti attacchi agli insediamenti federali hanno visto la morte di quasi tutti i possibili testimoni, La’an a parte. Ciò non toglie che la mancanza di un contatto visivo con i nemici privi lo scontro di molto potenziale pathos, oltre a rendere la minaccia dei Gorn qualcosa di fumoso, nebuloso e difficile da mettere a fuoco.
I PERSONAGGI SECONDARI
Parlando anche dei pregi di “Memento Mori”, che poi sono gli stessi dell’intera serie per quanto visto finora ci sono da un lato il ritorno agli episodi autoconclusivi, che non obbliga gli sceneggiatori a immaginare ogni volta qualche minaccia galattica sempre più grande e sempre più cattiva, dall’altro la coralità della narrazione.
Pike e Spock sono personaggi ben noti ai fan e abbastanza sviscerati già nella seconda stagione di Discovery, il che permette di concentrarsi maggiormente sui comprimari e sulle loro storie. A questo giro tocca, prevedibilmente, a La’an, grazie alla fusione mentale col vulcaniano che permette di avere qualche flash in più sul suo passato; ma è degno di nota anche lo spazio concesso a Uhura e al burbero andoriano (e botanico mancato) Hemmer.
Sorprende, invece, l’ennesima mancanza di George Kirk, fratello del ben più noto James che dopo aver rischiato la vita in “Children Of The Comet” è praticamente sparito dagli schermi. Abbastanza retorica, infine, la piccola sottotrama incentrata su Una, il cui sacrificio dovrebbe lasciare lo spettatore col fiato sospeso se non fosse che è ovvio che alla fine si salvi.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Forse non brilla come le precedenti puntate, ma anche “Memento Mori” si può definire una buona prova, segno che forse gli autori del nuovo corso di Star Trek hanno finalmente imboccato la giusta via. O forse Strange New Worlds sembra una serie tanto buona per demerito di Discovery e Picard, chi lo sa.
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Divoratore onnivoro di serie televisive e di anime giapponesi, predilige i period drama e le serie storiche, le commedie demenziali e le buone opere di fantascienza, ma ha anche un lato oscuro fatto di trash, guilty pleasures e immondi abomini come Zoo e Salem (la serie che gli ha fatto scoprire questo sito). Si vocifera che fuori dalla redazione di RecenSerie sia una persona seria, un dottore di ricerca e un insegnante di lettere, ma non è stato ancora confermato.