Dopo un primo episodio scoppiettante e pieno di momenti alla “the boys”, con il secondo appuntamento stagionale, di solito di transizione, la storia invece ha preso il via con novità radicali destinate a cambiare l’intera serie ed i cui effetti si vedono già in questa terza puntata.
Infatti il discorso di Homelander, a sorpresa, lo libera dalla sua reputazione negativa e lo rende libero di agire mentre l’assunzione del nuovo composto della Vought da parte di Butcher, con relativi super poteri temporanei, ha degli effetti collaterali non solo a livello fisico, ma anche a livello psicologico e caratteriale, come già visibile in questo terzo episodio.
REUNIONS
In “Barbary Coast” si assiste a una doppia reunion: il ritorno di Deep nei Sette e quello di Hughie nei The Boys che ora sono al completo visto anche il precedente rientro in squadra di Marvin.
Il personaggio interpretato da Chace Crawford non ha mai convinto pienamente e la sua storyline si è dimostrata non all’altezza degli altri Super, motivo per cui il suo ritorno nei Sette non entusiasma affatto, così come A- Train che al momento appare fuori dalla narrazione principale e risulta essere un character abbastanza inutile.
Al contrario Homelander è ufficialmente tornato e lo si vede sia nella sua arroganza quotidiana, sia nelle relative manipolazioni psicologiche su Deep (splendida la scena in cui Abisso è costretto a mangiare Timothy) e Starlight (bello il collegamento tra l’open cold ed il finale di puntata) rimessa al suo posto e costretta anche a fargli da fidanzata.
A proposito di ritorni, l‘introduzione di Little Nina, criminale russa per cui Frenchie lavorava in passato, appare molto forzata visto che la sua entrata in scena coincide con la necessità dei The Boys di avere un contatto russo non ufficiale, una forzatura narrativa lapalissiana.
Nel frattempo Butcher, sempre interpretato magnificamente da Karl Urban, appare più instabile che mai a causa di quanto avvenuto nella puntata precedente e resta uno dei personaggi più interessanti della serie, scritto più che egregiamente e ben lontano dal classico stereotipo dell’eroe buono.
SOLDIER BOY
In questi primi tre episodi, usciti in contemporanea, si è parlato spesso di Soldier Boy e appare evidente come il personaggio interpretato da Jensen Ackles sia in realtà ancora vivo, visto che durante il flashback si vedono solo i russi che portano via il corpo ma non il cadavere.
Il flashback ambientato in Nicaragua è molto interessante, non solo per le versioni giovani di Grace Mallory e Stan Edgar, ma perchè vengono presentati tutti i componenti dei Payback e sottolineato, ancora una volta, quanto i Super spesso siano più un problema che una risorsa, uno dei main topic della serie insieme alla forte critica alla società ultra mediatica statunitense.
Anche la contestualizzazione storica è ottima e molto ci sarebbe da dire su Sandinisti, Contras e l’Irangate con cui Reagan finanziò i Contras ma non è questo il contesto adatto. Piccola curiosità da citare inevitabilmente però è il nome del quarto album dei The Clash “Sandinista!“, chiamato così in onore dei combattenti nicaraguensi e in sfregio a Margaret Thatcher, strenua sostenitrice dei Contras, decisa all’epoca a vietare l’utilizzo della parola Sandinista nel Regno Unito.
Restando in tema musicale, la colonna sonora di questo terzo appuntamento stagionale è ottima e accompagna al meglio le scene, dal pop commerciale ai pezzi più impegnati, le scelte sono sempre perfette e valorizzano al meglio la narrazione.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Un ottimo episodio per la serie di punta di Prime Video che si conferma, ma non vi erano dubbi, uno show scritto, diretto e interpretato in maniera ottimale. Nonostante qualche scelta autoriale non convinca, Deep e Little Nina in particolar modo, la puntata è molto interessante tra reunions, flashback-spiegoni e diversi spunti interessanti per lo sviluppo della trama orizzontale. La valutazione della puntata quindi è ampiamente positiva per uno show che ormai è una certezza.
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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.