Due (lunghissimi) anni di attesa ma finalmente The Boys è tornato. I trailer avevano già fatto capire che la serie non avrebbe perso tempo prima di entrare nel vivo, e infatti, seppur in una dimensione prettamente introduttiva, questa premiere non lesina su sangue, sesso ed atmosfere disagianti, regalando al suo pubblico esattamente ciò che era stato promesso fin dal rilascio del primo teaser trailer: tanta, tanta ignoranza.
“WHAT A BUNCH OF FU*KING WANKERS”
Nonostante i due anni di pausa, la stagione compie un lavoro egregio nel ricatapultare lo spettatore all’interno delle vicende, riprendendo esattamente da dove era stato lasciato al termine della seconda stagione.
Hughie lavora con entusiasmo al fianco di Victoria Neuman all’interno dell’ufficio governativo preposto al controllo dei Sup, mentre Butcher, Frenchie e Kumiko rappresentano il vero e proprio braccio armato – anche se tenuti costantemente al guinzaglio – al servizio dell’agenzia della Neuman e della CIA. Dall’altro lato della barricata ci sono invece Homelander, al centro della bufera mediatica scatenata dalla relazione con la nazi-supereroina Stormfront e alle prese con un chiaro esaurimento nervoso che minaccia di minare ulteriormente il suo già precario equilibrio mentale; Starlight, in piena ascesa e pronta a ricoprire la carica di co-capitano dei Sette per riparare al danno d’immagine causato da Homelander e, a sorpresa, Stormfront, o almeno ciò che ne rimane, incredibilmente sopravvissuta allo scontro con la progenie del suo “compagno” seppur gravemente menomata.
Una serie di dinamiche che viene introdotta allo spettatore in maniera sempre molto estrema, tra le consuete esplosioni di interiora, stimolamenti dell’uretra a fini ricreativi, sessioni di masturbazione senza passione molto disagianti da guardare, brutti film e reality show incentrati sul mondo dei supereroi e così via, ma che mette in mostra anche una discreta linearità e coerenza della scrittura. Un prodotto che ha creato, negli anni, una modesta fan base e che genera ogni volta un hype incredibile nei mesi precedenti il rilascio, ma soprattutto un prodotto che riesce, puntualmente, a ripagare sempre abbondantemente il suo pubblico nonostante le aspettative siano ogni volta mastodontiche.
Un successo che naturalmente non passa soltanto per l’ottima scrittura ed il materiale originale da cui la serie attinge, ma anche e soprattutto dal talento di alcuni dei suoi interpreti, uno su tutti l’Homelander di Antony Starr, in grado di gelare il cuore dello spettatore con un solo sguardo o una micro-espressione del volto. Il tutto condito da un uso esagerato, ma mai casuale, della violenza e del gore, utile a rievocare la dimensione più fumettistica dell’opera e a rendere, paradossalmente, ancor più realistico e terrificante questo scenario distopico a tema supereroistico.
SIAMO FATTI COSÌ – EPISODIO SPECIALE
Lo showrunner Eric Kripke, prima del rilascio in blocco dei primi tre episodi, aveva dichiarato agli spettatori che il primo episodio avrebbe contenuto la scena più folle vista all’interno della serie. Mai giudizio fu più accurato.
La sequenza in questione è, naturalmente, la parentesi non esattamente a lieto fine alla “Esplorando Il Corpo Umano” che vede il little asshole ricercato dai The Boys alle prese con la stimolazione dell’uretra del suo partner. Sequenza che tra l’altro sembra trarre ispirazione da una serie di meme di Ant-Man che sconfigge Thanos infilandosi subdolamente nel suo ano. Questa bizzarra teoria su Thanus ha iniziato a circolare su Internet già nel 2019, prima ancora di Avengers: Endgame, quando i fan ipotizzarono che Ant-Man potesse sconfiggere Thanos rimpicciolendosi e strisciando nel suo sfintere per poi ingigantirsi improvvisamente, polverizzandolo dall’interno. Scelta molto peculiare ma, a quanto pare, anche molto efficiente dal punto di vista pratico. Un doveroso ringraziamento ad Eric Kripke per la dimostrazione empirica.
Se invece si lascia da parte per un attimo il fattore creatività ed il culo di Thanos, rivolgendo l’attenzione invece su quello prettamente disturbante, a svettare è la sequenza che mostra allo spettatore ciò che rimane di Stormfront. Nel breve incontro con Homelander, tra deliri riguardanti la supremazia della razza e sfoghi adolescenziali di quest’ultimo, c’è anche tempo per una breve sessione di masturbazione senza passione, peraltro interrotta, per mano – l’unica rimasta – di un’appena cosciente Stormfront. Una sequenza che magari non toccherà le vette della precedente in termini di follia, ma che senza dubbio porta con sé molte indicazioni sulla natura deviata e meschina del (co-)leader dei Sette e che riesce quasi a far pensare allo spettatore: “oh, povera nazista di merda”. E questo, se ci pensa bene, non è roba da poco.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Beh, che dire, un inizio senza dubbio incoraggiante. The Boys è tornato con il botto e promette di regalare al suo pubblico una terza stagione ricca di sangue, disagio e ignoranza. Tre elementi che se accostati ad una scrittura mai banale, una messa in scena altrettanto spettacolare e un protagonista in stato di grazia, non possono far altro che puntare in direzione di un meritatissimo Bless.
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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.