Stateless 1×03 – The Right ThingTEMPO DI LETTURA 4 min

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We are stars. We are brilliant, shining stars!

L’episodio dedica innanzitutto ampio spazio al personale incaricato di garantire la sicurezza del centro di detenzione per migranti. Si vedono così le varie sfumature delle loro emozioni e del loro coinvolgimento, ovviamente tanto maggiore quanto più stretto è il contatto fisico quotidiano con i rifugiati. Si passa dunque dal miscuglio di rabbia, compassione e paura delle guardie, deputate a gestire materialmente ogni situazione, alla serena indifferenza della dirigente Genevieve, la quale ha soprattutto in mente i calcoli economici e il ritorno d’immagine. In mezzo c’è Claire Kowitz, con il poco invidiabile compito di mediare tra ragioni della politica aziendale e situazione contingente.
Sicuramente, sotto questo aspetto, Stateless ha avuto un grande apripista in Orange Is The New Black. Prima dell’arrivo dell’ormai storica serie firmata Jenji Kohan, infatti, non si era mai avuta una rappresentazione della vita carceraria dove a ciascun detenuto e a ciascun secondino venisse riconosciuto lo status di essere umano in pari grado. Si possono trovare similitudini anche fra la Korvo e la società privata della gestione del carcere di Litchfield.
Questa tematica può risultare a tratti noiosa e ostica per chi, fra il pubblico, vive una realtà molto lontana da quella rappresentata. D’altronde è stato dichiarato negli stessi dialoghi: non si sa cosa far fare agli internati, perché, ad esempio, il baseball richiede mazze, le quali potrebbero trasformarsi in corpi contundenti, mentre un’attività di tipo teatrale porrebbe infiniti problemi legati alla sensibilità e alle diversità delle varie culture. Alcuni rifugiati, poi, sono lì da anni, in eterna attesa di veder vagliata la loro situazione dalle autorità competenti e questo non stimola certo l’allegria.
Per fortuna ci pensa Sofie – Eva ad aggiungere un po’ di pepe e a colorare la situazione, utilizzando quanto appreso nel corso di Evoluzione Personale. Il personaggio di Yvonne Strahovsky sembra inventato apposta a questo scopo. Adesso rischia pure di ritrovarsi ragazza immagine per portare avanti la causa dei migranti. In realtà la sceneggiatura si basa su fatti realmente avvenuti, più precisamente sul caso di Cornelia Rau. Si vedrà nelle prossime puntate se per Sofie sarà in serbo la stessa sorte di Cornelia.
Sempre a proposito della sotto trama che la riguarda, si rivedono Dominic West e Cate Blanchett. Questo fa solo piacere, perché nel primo episodio i due hanno formato veramente un magico trio con la loro pupilla-vittima. (Non si capisce perché la ragazza abbia sbagliato tutto al saggio finale. Forse si è accorta che era tutto un pretesto per la pur perfetta esibizione di Cate Blanchett, o forse sta proprio lì il suo disagio mentale).
Nel resto della puntata, si gettano le basi per gli avvenimenti della puntata successiva, o forse di tutta la seconda metà di questa miniserie. L’agente carcerario Cam Sandford, uomo dal cuore tenero, è diviso fra la fedeltà al suo lavoro e quella verso la sua famiglia, quando sospetta un coinvolgimento della sorella nel contrabbando di foto compromettenti dal centro per rifugiati, con l’aiuto di suor Bernadette. Peggio ancora, le foto forniscono materia prima al giornalista David Meakin per la sua campagna contro le condizioni di vita nei campi profughi. Si prospettano proteste da parte di alcuni gruppi di cittadini australiani.
In tutto questo fermento, spiace vedere Ameer messo fuori gioco dalle medicine che gli vengono somministrate. Questo, comunque, mettere in ancor maggiore risalto il personaggio della figlia Mina, la quale cerca di radunare tutto il suo coraggio per far fronte a tutti gli eventi che le sono capitati a una così giovane età.
Nelle sequenze finali si capisce come siano in preparazione una rivolta e una evasione dal centro immigrati. In una situazione così complessa e delicata, capire quale sia la cosa giusta da fare diventa molto difficile, soprattutto per i personaggi più coinvolti nel susseguirsi degli avvenimenti.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Yvonne Strahovsky
  • Cam Sandford e il suo cuore tenero
  • Si rivedono Cate Blanchett e Dominic West
  • Mina
  • Trama a tratti ostica e noiosa 
  • Ameer fuori gioco

 

Giunta a metà percorso, la serie sembra avere preso definitivamente velocità e promette sviluppi significativi per i prossimi episodi. Tenendo conto di come la finalità sociale, il sostegno ad una buona causa, passi spesso davanti ad esigenze schiettamente artistiche, il prodotto si conferma fruibile anche se non eccezionale.

 

Incognita 1×02 ND milioni – ND rating
The Right Thing 1×03 ND milioni – ND rating

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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