Bisogna partire subito da un’affermazione che potrebbe risultare pesante per i fan più intransigenti: “Chapter Three: The Pollywog” è probabilmente la prima vera puntata di questa 2° stagione di Stranger Things che conferisce qualcosa di nuovo alla storia. Sia “Chapter One: MADMAX” che “Chapter Two: Trick Or Treat, Freak” sono servite da collante e da introduzione alla nuova situazione in cui Hawkins ed i suoi (piccoli) cittadini vivono dopo gli eventi della prima stagione, tuttavia, a parte l’introduzione di Max ed il riportare in gioco Eleven, poco altro era stato fatto. E non è da leggersi questa come un qualche tipo di critica, ma piuttosto come una semplice e veritiera constatazione. Si sentiva comunque la necessità di dare una spinta alla narrazione e la spinta è arrivata in maniera abbastanza pronosticabile dalla ribellione di Eleven e dall’introduzione di D’Artagnan, per gli amici Dart (Vader).
Eleven: “Friends don’t lie.”
Jim Hopper: “What?”
Eleven: “You say ‘soon’ on day 21. You say ‘soon’ on day 205. You now say ‘soon’ on day 326?”
Jim Hopper: “What is this? You’re counting the days now like you’re some kind of prisoner?”
Eleven: “When is ‘soon’?”
Jim Hopper: “‘Soon’ is when it’s not dangerous anymore.”
Eleven: “When?”
Jim Hopper: “I don’t know.”
Eleven: “On day 500?”
Jim Hopper: “I don’t know.”
Eleven: “On day 600?”
Jim Hopper: “I don’t know.”
Eleven: “Day 700? On day 800? I need to see him. […] Friends don’t lie!”
Esattamente come i film da cui i fratelli Duffer prendono ampiamente spunto per la loro serie, così Stranger Things agisce riproponendo delle situazioni e delle reazioni dei personaggi che sono parzialmente o totalmente prevedibili. Volutamente o meno, non è dato saperlo, molti eventi profumano di ingenuità, quell’ingenuità che trasudava negli anni ’80 e ’90 e che permetteva agli sceneggiatori di ricalcare molte situazioni mantenendo più o meno sempre il susseguirsi degli eventi. Questa descrizione è valida ovviamente per il triangolo amoroso Steve-Nancy-Jonathan, ma anche per il tempismo totalmente sbagliato di Eleven nella scuola, la sua fuga/reazione dopo il ritardo di Jim, la dimenticanza di Jim stesso ed i vari segreti tra i 4 ragazzi.
Stranger Thing è volutamente naive e diplomaticamente omaggiante (passateci il termine), non è una novità, tuttavia non ci si può esimere dal criticarlo per un uso eccessivo di questa “ingenuità”, soprattutto alla luce del fortissimo passaparola mediatico che circonda la serie.
Va comunque fatto notare che “Chapter Three: The Pollywog” ha anche degli ottimi momenti che tengono viva la narrazione e lo spirito della serie. Si sta ovviamente facendo riferimento innanzitutto alla scena finale, posizionata strategicamente per creare hype e proseguire il binge watching, che presumibilmente darà il via alla stagione, ma anche ai flashback di Eleven e Jim, utilissimi per colmare il gap di conoscenza fino a qui percepito, e l’inserimento di D’Artagnan come strumento per far reinteragire i 4 ragazzi sulle tematiche dell’Upside Down. La struttura della puntata è infatti volta ad enfatizzare i cambiamenti che ci sono stati e al tempo stesso prepara agli eventi che segneranno verosimilmente il cambio di marcia della stagione. Considerando i 9 episodi di questa seconda annata, la funzione della puntata è quella di chiudere (degnamente) il prologo e dare una spinta ai successivi 3 capitoli che rappresentano la parte centrale della stagione, e bisogna dire che svolge più che egregiamente il proprio compito. A questo punto è lecito aspettarsi un altro tipo di episodi ed un ritmo ben più accelerato.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Chapter Two: Trick Or Treat, Freak 3×02 | ND milioni – ND rating |
Chapter Three: The Pollywog 3×03 | ND milioni – ND rating |
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.