Stranger Things 2×02 – Chapter Two: Trick Or Treat, FreakTEMPO DI LETTURA 4 min

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Con grandissima maestà di tenebre, poscia ch’io ebbi descritto l’albero, quell’antichissimo proavo di tutti i Dei Gentili, Demogorgone, accompagnato da ogni parte di nuvoli et di nebbie, a me, che trascorreva per le viscere della Terra apparve.”
(Giovanni Boccaccio, Genealogie degli Dei dei Gentili)

 

La serie ideata, scritta e prodotta da MattRoss Duffer, veri e propri padri del progetto, torna un anno dopo il successo planetario ottenuto con la scorsa stagione, tentando di confermare tutti gli elementi positivi per un’ulteriore salto di qualità. Una serie a basso budget, almeno inizialmente, che è già stata confermata per una terza e una quarta stagione, segno del grande investimento che Netflix vuole fare su uno dei suoi prodotti di punta. Con “Chapter Eight: The Upside Down” la prima stagione riusciva a spiegare tutte le stranger things lasciate in sospeso, anche se i tentacoli vomitati dal povero Will una volta sano e salvo a casa non promettevano certo nulla di buono. Un anno dopo gli avvenimenti dei primi 8 capitoli, nel 1984 tutti i protagonisti (bambini, fratelli e parenti vari) continuano a vivere ad  Hawkins, remota e tranquilla cittadina dell’Indiana, senza eccessivi problemi.
L’avvelenamento delle zucche e le continue oscure visioni di Will danno la sensazione che qualcosa di terribile stia per accadere e minacci l’intera città. Nella prima puntata, esclusa l’introduzione di nuovi personaggi, sono stati confermati tutti gli elementi che hanno reso Stranger Things un vero e proprio fenomeno globale. Anche in questo inizio di stagione il citazionismo anni ’80 è molto presente, forse troppo; l’intento sembra ancora una volta quello di omaggiare i classici della letteratura e del cinema fantastico degli anni ottanta, con forti riferimenti ai film di Steven Spielberg e John Carpenter e ai romanzi di Stephen King.

 

Dustin: “Hi Max, I’m Dustin and this is Lucas.”
Max: Yeah, I know, the stalkers.”
Lucas: “We weren’t stalking you.”
Dustin: “No, we were just concerned because you now, you’re new and all.
Lucas: “Yeah for you safety.”
Dustin: “There are a lot of bullies here.”
Lucas:So many bullies, it’s crazy.”
Max: “Is that why you’re wearing proton packs?

 

La puntata scorre piacevolmente ma non riesce mai a decollare del tutto, deludendo in parte ed accusando una generale ed eccessiva lentezza. D’altro canto ancora una volta la realizzazione dell’episodio è tecnicamente impeccabile; un’egregia colonna sonora accompagna lo spettatore durante tutta la puntata, condita da atmosfere più cupe e dark rispetto alla prima stagione. La regia e in particolar modo la fotografia spiccano per qualità ed efficacia. Sembra evidente la volontà di creare un vero e proprio universo, quello di Stranger Things, sempre più ricco e dettagliato. Per ora non ci sono rivoluzioni copernicane in atto e la serie rimane identica alla precedente, con l’introduzione però di nuovi personaggi e maggiori dettagli che rendono il mondo di Hawkins (e quello del Sottosopra) il vero e proprio marchio di fabbrica della serie targata Netflix.
Videogames e giochi di ruolo tipici dell’epoca (e non solo) condizionano fortemente la percezione della realtà dei 4 protagonisti principali, che nonostante siano ancora dei ragazzini, sono chiamati ad affrontare problematiche enormi. Tutto questo però non fa perdere loro l’innocenza e la spensieratezza tipica dell’età giovanile, Will a parte, uscito malconcio dalle disavventure nell’Upside Down. Il personaggio più interessante rimane Eleven, interpretata dall’astro nascente Millie Bobby Brown che sarà sicuramente la vera e indiscussa protagonista di questa stagione e non una comprimaria come nella prima. È cresciuta, è cambiata e sta diventando precocemente adulta, messa a dura prova dalle terribili esperienze che ha dovuto affrontare. Menzione speciale per lo Chief Hopper interpretato da David Harbour, con l’attore ancora una volta sorprendente per la bravura e  l’umanità della sua interpretazione. Al suo fianco spicca anche la fantastica Wynona Rider, icona anni ’90 per eccellenza, con la sua interpretazione di Joyce sempre nevrotica e fuori dalle righe. Viene confermata quindi la dimensione corale della storia, con diverse storyline che procedono parallele e sono destinate ad incontrarsi. Svanisce la sorpresa ma resta la grande qualità sul piano tecnico della realizzazione.
Chi ha amato la prima stagione sicuramente amerà anche questa, chi aveva dubbi continuerà ad averli. Stranger Things è una serie che divide fortemente il pubblico, ma l’enorme seguito di fan, l’attenzione mediatica, l’imponente merchandising, ne fanno uno dei fenomeni globali più importanti nel mondo delle serie tv.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • David Harbour e Wynona Ryder
  • Colonna sonora
  • Fotografia e regia
  • Mostro
  • Visioni Will
  • Eccessivo citazionismo anni ’80
  • Puntata lenta e sottotono

 

Una puntata ben fatta ma nulla di più. Aspettando l’inizio della vera storia, un Save pieno di aspettative e speranze per i prossimi episodi.

 

Chapter One: MADMAX 2×01 ND milioni – ND rating
Chapter Two: Trick Or Treat, Freak 2×02 ND milioni – ND rating

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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.

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