Scrivere di The Big Bang Theory non è mai un’impresa semplice. Un po’ per la delusione del recensore nell’assistere al progressivo – quasi agonizzante – tracollo dello show settimana dopo settimana, un po’ per la pressione circa il giudizio inquisitorio del fandom, refrattario al concetto di obiettività, che in parte spinge l’autore a trattenersi nel rigettare sul web parole deprecabili e stravaganti vituperi riguardanti celebri figure bibliche e relative associazioni animalesche. Data questa sussiegosa premessa, infarcita di termini altisonanti che avremmo potuto facilmente sostituire con un laconico, ma non per questo meno eloquente, “smadonnare”, passiamo ora all’analisi vera e propria dell’episodio.
A livello narrativo, la puntata si divide in due filoni ben distinti: da una parte la storia del motivetto e successivo ricongiungimento – e che nessuno si azzardi a mostrarsi sorpreso per tale avvenimento, poiché era chiaro come il sole che il cliff-hanger di “The Commitment Determination” fosse una palese trollata trovata per mandare avanti la baracca in vista della nona stagione – dall’altra lo stalking selvaggio di Howard e Raj nei confronti del primo fan dei Footprints on the moon. Storyline, quest’ultima, cominciata con i migliori auspici, per poi essere scaricata nel water a fine episodio, esattamente come il pesciolino rosso a cui avete dimenticato di dare da mangiare per una settimana.
Il lato positivo del ricongiungimento degli “Shemy” sta nel fatto che sia avvenuto a metà della programmazione annuale, scongiurando la terribile minaccia di un tira e molla lungo una stagione. Oltre che essere, in una manciata di occasioni, unica reale fonte di divertimento all’interno dell’episodio. L’esigenza di percorrere nuovi sentieri diegetici ancora inesplorati dovrebbe essere l’obiettivo primario di una serie con nove anni di onorato servizio alle spalle, eppure, appena sembra di scorgere un barlume di speranza in questo fosco abisso di mediocrità, ecco che noia e routine tornano prepotentemente a farla da padrone. Evidentemente contrari all’idea di progresso, gli autori mettono in mostra le loro opinioni anti-illuministiche riproponendoci l’impacciato Dave e la sua ammirazione nei confronti del suo, almeno in teoria, rivale in amore. La ridondanza delle situazioni proposte appare eclatante, facendo apparire l’altissimo pretendente di Amy come un mero espediente comico per far avvicinare i due in un contesto non troppo formale e quindi poco congeniale allo stile dello show. Il risultato è una serie di gag già viste durante il precedente appuntamento tra i due in “The Mystery Date Observation“, e già allora ben poco interessanti.
Persino la coppia d’oro Howard/Raj, unica certezza della serie, perde smalto, naturalmente non per colpa dei due attori, vittime di un comparto autoriale palesemente a corto di idee, neppure in grado di dare una degna conclusione a una storyline che di per sé poteva quantomeno offrire spunti dignitosi.
Insomma, i soliti problemi vengono a galla: staticità e ridondanza narrativa, mancanza di idee da parte degli sceneggiatori, incapacità di rinnovare il repertorio, e perché no, cambiare registro e approcciarsi ad un tipo di comicità differente. Basterebbe tornare alle origini, penserete voi. Purtroppo, però, quando il tuo bacino d’utenza è quasi pari alla popolazione dei Paesi Bassi, diventa davvero difficile trovare il coraggio per rinnovarsi, spaventati dal rischio di poter rovinare quel delicato equilibrio che ha reso The Big Bang Theory un vero e proprio fenomeno mediatico e sociale dei nostri tempi. In altre parole: capiamo la vostra posizione Lorre e Prady, ma ciò non toglie che brucerete ugualmente all’inferno.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
The Platonic Permutation 9×09 | 15.19 milioni – 3.8 rating |
The Earworm Reverberatione 9×10 | 15.27 milioni – 3.8 rating |
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.