The Blacklist 6×22 – Robert Diaz (No. 15)TEMPO DI LETTURA 4 min

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This has haunted us for too long.

La liberazione della Task Force occupa il primo quarto d’ora circa dell’episodio. Il tema viene svolto in modo rapido e indolore, con toni quasi scanzonati, tanto il pubblico non aveva mai avuto dubbi sulla riuscita dell’impresa. Meritano comunque una menzione il commento musicale dei Sofi Tukker (altro gruppo degno di un cameo nella serie, dato l’ampio uso fatto delle loro canzoni) e il ritorno sulle scene del ragazzo di origine orientale genio del computer.
Giusto il tempo di uno spuntino gourmet offerto da Red e si passa al secondo problema all’ordine del giorno: il complotto alla Casa Bianca, da consumarsi durante un dibattito presidenziale in diretta tv. Con un colpo di scena non del tutto imprevedibile, il vero bersaglio è la First Lady. In effetti, era una delle pochissime spiegazioni in grado di rendere plausibile la storia.
La faccenda delle due persone travolte con l’auto da un Robert Diaz ubriaco, macchia in grado di bloccare la sua corsa alla poltrona presidenziale, ha un illustre precedente storico nella tragedia di Chappaquiddick, che impedì per sempre a Ted Kennedy di candidarsi alla Casa Bianca. D’altronde, gli statunitensi hanno un concetto di “ha mentito alla nazione” difficile forse da capire per gli italiani. Il trattamento inferto ai membri della Task Force da Milian Sandquist e dai suoi uomini ha invece illustri precedenti fin dai tempi più antichi, almeno dalla favola del lupo e dell’agnello.
La puntata, dunque, procede in un crescendo di imprevedibilità fino al ritorno in scena di Dembé, assolutamente a sorpresa. A causa della sua ricomparsa, il pubblico ha il disappunto di vedere Anna McMahon eliminata in modo fin troppo rapido e conveniente, ma poi ha l’infinito piacere di vedere la riconciliazione tra lui e Red con unicorni e arcobaleni.
Gli ultimi minuti dell’episodio, essendo un finale di stagione, sono dedicati a sciogliere alcuni interrogativi rimasti in sospeso, ma soprattutto a preparare il terreno per il prossimo ciclo di avventure.
La chiusura migliore, più chiara e soddisfacente si ha con la comparsa in scena di Katarina Rostova, nientemeno. Si parlava, tempo fa, proprio in queste recensioni, della tecnica dei videogiochi, ovvero cominciare a far intravedere presto il cattivone finale. La mitica spia russa è stata nominata per la prima volta alla fine della seconda stagione e vederla ora ha il valore aggiunto di smentire una volta e per sempre la teoria secondo cui aveva cambiato sesso diventando Red.
Ci sono solo pochi istanti, però, in cui una parte degli spettatori può festeggiare con soddisfazione. I due amanti d’un tempo si incontrano a Parigi, scatta un mezzo bacio, ma subito lei tramortisce lui e lo fa portar via dai suoi scagnozzi. Un degno cliffhanger per dare l’arrivederci all’autunno 2019.
La prossima stagione, quindi, inizierà con il Concierge del Crimine impegnato a liberarsi, ma soprattutto con le ripercussione del ritorno sulle scene della Rostova per la figlia e la nipotina. Altri punti da chiarire saranno l’identità dell’amico d’infanzia di Red e cosa significhi esattamente la frase “la direttiva Townsend è operativa” pronunciata da Dembé. Parlare di “direttiva” implica lavoro di gruppo, qualcuno che dà ordini e altri che li eseguono, ma potrebbe indicare sia la Cabala sia un gruppo di lavoro di cui fa parte lo stesso Red.
Altro punto da chiarire sarà lo status della Task Force dopo il tumulto degli eventi in cui è rimasta coinvolta: ad un certo punto sembrava non esistesse neanche più (quando tutti erano in gabbia), poi Harold Cooper e Cynthia Panabaker, come se niente fosse, sono comparsi davanti al presidente Diaz per chiederne le dimissioni. Questo punto, però, potrebbe anche dipendere da cosa succederà a Red e dallo stato di salute di quest’ultimo (altra questione che certamente sarà fondamentale in futuro).

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La colonna sonora curata dai Sofi Tukker
  • Ritorna Dembé
  • Katarina è viva (e non è Red)
  • The Nest
  • Non si capiscono bene attuale situazione e destino della Task Force
  • Forse Lizzie ha fatto un grosso sbaglio a riprendersi la figlia

 

Episodio funzionale, semplice e sobrio con cui The Blacklist conclude una stagione tutto sommato positiva, in termini di ascolti e qualità, priva dei tempi morti da cui erano state caratterizzate le precedenti (soprattutto la quarta). Gli sceneggiatori si sono sforzati di dare risposte al pubblico e di fornire nuovi tasselli per rendere meglio comprensibile il complicato mosaico da cui è costituita l’ossatura della serie. Certo, non sempre spiegazioni e giustificazioni sono state perfettamente calzanti e coerenti con quanto detto in passato, o contraddistinte da una logica a prova di bomba, ma il prodotto si dimostra sempre godibile e in buona salute.

 

Anna McMahon 6×21 3.95 milioni – 0.6 rating
Robert Diaz 6×22 4.45 milioni – 0.6 rating

 

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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