Come ha rivelato Bokenkamp, lo showrunner di The Blacklist, Tom Keen doveva morire alla fine del primo episodio. Si pensò poi di farlo morire alla fine della prima stagione, invece no, ci è andata male ed ecco quindiquesto spin off.
Chi scrive sa di essere in buona compagnia quando dichiara di essersi disposta alla visione di questa puntata con grande scetticismo. Secondo alcuni, addirittura, questo spin off nasce morto, perché non è possibile far diventare “buoni” personaggi come Mr. Solomon. Effettivamente, una delle cose psicologicamente più difficili è cambiare idea su di una persona, una volta che ci si è fatti un’opinione di lei. Mr. Solomon è stato rubricato dagli spettatori alla voce “deve morire, possibilmente male”, per cui la partenza è, quanto meno, in salita.
Altro motivo di ostilità è il grande rallentamento nella serie madre causato dalla preparazione di Redemption, annunciata circa un anno fa.
Alla visione effettiva dell’episodio, comunque, bisogna ammettere che i punti positivi non mancano: a Ryan Eggold si può dare una chance e la vecchia ruggine fra il suo Tom Keen ed il personaggio interpretato da Edi Gathegi viene risolta, almeno per il momento, con una tregua in nome della professionalità.
I momenti di azione sono trattati come in un film di James Bond, con luci, colori e commento musicale a conferire al tutto un tono più leggero e brillante rispetto alla serie madre. In fondo, si sta parlando di una squadra non composta da forze dell’ordine regolari, ufficialmente autorizzate ad effettuare arresti e questa dovrebbe essere una delle principali differenze tra i due show. Per questo si possono accettare imprese ai limiti dell’inverosimile, come la cattura della nuotatrice rumena effettuata aprendo un buco sul fondo della piscina, o il salvataggio della donna con una bomba impiantata nell’addome. Su quest’ultimo punto, in realtà, si è visto di meglio, di molto meglio ai tempi di Mazinga.
Si è inoltre deciso di non creare una frattura insanabile fra i coniugi Keen: Lizzie “capisce” quanto sia importante per Tom chiarire alcuni punti del suo passato e della sua storia familiare e lo attenderà, insieme alla figlia Agnes.
Soprattutto, arriva Terry O’Quinn, noto ai più per la sua memorabile interpretazione di John Locke in Lost. Nella prima parte, il suo Mr. Hargrave sembra davvero un pazzo, pronto a mettersi in testa la carta stagnola perché gli alieni non gli captino i pensieri. Sul finale, però, cambia completamente musica: le sue insinuazioni sul piano della moglie per diventare, praticamente, padrona del mondo sono molto persuasive. Carinissimo: ancora non sanno di essere una famiglia e già papà confida al figlio un segreto da non rivelare a mamma!
La signora Susan è volto già noto agli affezionati di The Blacklist. Svolge il suo lavoro con perizia, aiutandosi col mantra anti ansia. Dovrebbe però smetterla con le avance a Tom, per quanto si capisca la sua felicità nel trovarsi davanti una versione più giovane dell’amato marito (perché, nonostante tutto, i due si amano, hanno solo qualche piccola divergenza di opinioni su quale nuovo assetto vorrebbero dare al pianeta). Molto meglio vederla dedicarsi al suo piano Whitehall, anche se non sappiamo ancora di cosa si tratti. Whitehall, per esempio, era l’immenso palazzo dei re d’Inghilterra, distrutto da un incendio nel 1698. Ci si chiede quale sarebbe la sua reazione, qualora sapesse di avere ritrovato il figlio perduto, per il quale si strugge da decenni, se le farebbe passare l’ansia, le causerebbe imbarazzo o la renderebbe ancor più determinata a realizzare i suoi grandi progetti. Ma per questo occorrerà, eventualmente, aspettare una prossima puntata.
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Leland Bray 1×01 | 4.20 milioni – 0.8 rating |
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).