The Chair 1×06 – The ChairTEMPO DI LETTURA 4 min

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The Chair 1x06 recensioneCon il sesto episodio, The Chair completa la sua stagione con un percorso che per la sua protagonista si potrebbe riassumere così: non il finale che Ji-Yoon si meritava ma quello di cui aveva bisogno.
Un cammino che ha mantenuto fede al ruolo di denuncia sociale dello show di Amanda Peet, proponendo un capitolo conclusivo che non asseconda il lieto fine, bensì continua nella sua rappresentazione tipicamente realistica.

“According to the faculty handbook, this is supposed to be an impartial panel… and I am not. Therefore, this is not a fair procedure.”

SEVERO MA GIUSTO


Data la caratterizzazione della serie, presentatasi come dramedy, nessuno si aspettava che il percorso costruito in questi sei episodi sfociasse in uno di quei lieti fine tipici delle commedie romantiche. Il senso primario di The Chair è stato sin dall’inizio quello di porre sotto la lente d’ingrandimento le più svariate problematiche sociali attuali. Con il dipartimento di inglese della Pembroke University a fare da sfondo, sono state egregiamente sollevate critiche sociali e culturali delle più svariate forme: dalla chiusura mentale con un conservazionismo radicato, alla sempre presente difficoltà della donna di imporsi in un ambiente lavorativo in contemporanea al gestire una vita famigliare; di spessore anche i riferimenti agli ostacoli incontrati dalle minoranze, per poi giungere ad analizzare il potere dei social media e il nuovo ruolo della cancel culture.
Una denuncia sempre avvenuta in tono ironico e sarcastico ma che ogni volta ha lasciato trapassare il giusto messaggio. Proprio per questo, il finale acquista ancora più senso in quanto tiene fede alle caratteristiche tipiche dello show.

Ju Ju: “Want some?”
Psicologa: “What is it?”
Ju Ju: “Poison.” 

È in quest’ottica che il percorso di Ji-Yoon, per quanto possa lasciare l’amaro in bocca, si rivela allo stesso tempo estremamente efficace. Con il voto di sfiducia che ha portato il personaggio di Sandra Oh (sempre all’altezza della situazione in ogni tipo di scena o circostanza) a perdere il ruolo di Direttrice appena guadagnato, la serie ha voluto evidenziare un messaggio ben chiaro. Se infatti ci si aspettava una situazione risolutrice nel corso dei sei episodi, si è rimasti sicuramente delusi da questo risvolto. Tuttavia, la scelta degli autori si rivela apprezzabile da un punto di vista estremamente realistico: The Chair ha voluto svolgere la sua funzione di denuncia fino alla fine e, per quanto sarebbe stato soddisfacente vedere Ji-Yoon imporsi nel nuovo ruolo, la realtà dei fatti che la serie voleva raccontare ha spesso risvolti diversi. Risvolti che vedono le competenze e l’integrità inchinarsi alle scelte politiche.
Al finale di Ji-Yoon si unisce di pari passo quello di Bill: anche in questo caso nessun miracolo finale con il reinserimento in carica del professore ma, come ormai accade spesso, le conseguenze di un gesto noncurante e di un apparente innocuo video messo online portano dietro strascichi quasi definitivi.
Se i finali dei due protagonisti si sono rivelati molto realistici, però, The Chair regala un’ultima soddisfazione con l’epilogo dedicato a Joan. Declassata per tutta la sua carriera in favore di colleghi di sesso maschile, la rivincita della donna, che per tutti e sei gli episodi ha dato vita alla parte più comica della serie, acquista un forte sapore di vittoria.

SEI EPISODI…  E POI?


Finora, nell’analizzare l’epilogo dei personaggi, si è parlato di conclusione come se questa fosse definitiva. In realtà, non è ancora dato sapere se i piani di Netflix contemplano una seconda stagione per The Chair. Con quest’incertezza in mente, nel commentare gli episodi appena andati in onda, non si può fare a meno che appuntare una fin troppa celerità finale. Nonostante nelle scorse recensioni si fosse lodato lo stile della serie che comprendeva questi soli sei episodi di appena 30 minuti ciascuno, a posteriori emerge una leggera sensazione di aver accelerato un po’ troppo il ritmo e le situazioni. Ma si tratta di un appunto a margine che non toglie niente alla riuscita della serie.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La rivincita di Joan
  • Il giusto finale per Ji-Yoon e Bill
  • Sandra Oh perfetta in ogni situazione
  • Chiusura della storia che rispetta i canoni della serie
  • Forse finale un po’ frettoloso?

 

Nonostante le già alte aspettative, The Chair si è rivelata una piacevolissima sorpresa di fine agosto. Una serie leggera e ironica ma capace di colpire in modo efficace con la sua messa a nudo di alcune delle maggiori problematiche sociali attuali. E poi Sandra Oh si dimostra eccezionale in ogni ruolo.

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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.

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