“Joe Carroll ha intrapreso una guerra contro la religione e contro Dio. Il male deve essere fermato.”
“Joe Carroll waging war against religion, against God. The evil must be stopped.”
La puntata riprende esattamente dove l’avevamo lasciata: Claire è riuscita finalmente a piegare l’FBI alla
sua scelta ed incontra Ryan. Nel successivo dialogo tra i due possiamo scorgere incredulità e un lontano senso di distacco nel volto di Ryan (come sempre ottimo Bacon nella recitazione).
Quando infatti la donna cerca di avvicinarsi lui fa un veloce passo indietro quasi non riuscisse ad accettare che Claire, la donna che amava si fosse nascosta per tutto quel tempo senza proferire parola a lui. Diciamo che Ryan ha i suoi buoni motivi per reagire in questo modo, ma ci si poteva attendere una reazione più rabbiosa da parte dell’agente dell’FBI: dopo più di un anno lei si rifà viva e lui ci impiega solo alcuni minuti per accettare la cosa. Giocare in questo modo con i sentimenti dei propri protagonisti è rischioso e alle volte controproducente. Ma siamo su The Following: la sagra dello snaturare le persone, questa cosa è pura normalità. E’ vero che in questo determinato caso, l’amore che si prova verso una persona precede qualsiasi altro sentimento negativo, ma credo che sia umanamente più credibile una reazione di rabbia che una di totale compiacimento ed accettazione del fatto dopo pochi minuti.
Claire durante il faccia a faccia con Ryan ripresenta le motivazioni per le quali è rimasta nella protezione testimoni per tutto questo tempo: ancora non convincono. Rimangono ancora troppo campate in aria. E ancora non si spiega perché se la stessa FBI afferma, in “Resurrection“, che il gruppo di followers di Joe sia ristretto a pochissimi individui lei rimanga comunque segregata e nascosta a tutti. Ormai credo che questa domanda ce la porteremo nella tomba.
Claire è decisa e determinata nel voler uccidere l’ex marito cogliendolo di sorpresa paragonandosi ad una specie di arma segreta. Lei? Gli sceneggiatori devono aver preso spunto da qualche canovaccio comico per queste splendide battute proferite da Claire durante la discussione con Ryan. Non c’è altra spiegazione.
Un altro aspetto che lascia basiti è il reverendo Kingston Tanner come scelta stilistica: è discutibile dare a Joe un nuovo fronte su cui combattere oltre a quello di Ryan e Lily. Non convince appieno ma potrebbe non deludere se venisse sfruttata a dovere.
Giunge alla sua fine il personaggio di Mandy che viene uccisa, come era prevedibile, dai gemelli Luke e Mark una volta che la ragazza decide di non tradire Joe e di non rivelare il luogo dove si nasconde il famigerato killer. Non è una grande perdita per quanto riguarda il peso del personaggio, ma sembra aver scosso Carroll. Di Mandy ricorderemo sicuramente la stupidità con la quale lascia Korban per gettarsi tra le braccia dell’acerrima nemica dell’uomo che considerava un padre.
Tilda, Lucas, Robert e Angela (la ragazza alla quale Joe aveva insegnato ad uccidere in “Freedom“) ricevono il compito di lasciare un altro video messaggio a Carrie e di rapire il figlio del tele-evangelista. La giornalista è scortata da agenti dell’FBI in seguito al primo attacco ricevuto in “Unmasked“. L’unica scena nella quale questi non compaiono, lei viene attaccata e le sue due guardie del corpo attaccate. Troppe coincidenze fortuite per il gruppo di Korban.
Come detto poc’anzi ritroviamo Tilda e Lucas, due personaggi che da quando sono stati inseriti nella trama sono risultati subito figure di spicco e possibili co-protagonisti. Purtroppo però gli sceneggiatori hanno preso la discutibilissima decisione di liberarsi di Lucas lasciando presagire che prossimamente Tilda cercherà vendetta visto il forte legame (sentimentale?) che la univa al giovane ragazzo. Da rivedere in toto.
Un’altra coincidenza a dir poco fortuita e prevedibile è quella di far arrivare Mike e Ryan al College in contemporanea con il rapimento del giovane Preston Tanner: questa coincidenza più che altro è sottolineata dal fatto che il gruppo di Korban arriva quando ancora il Sole è alto nel cielo, ma deve aspettare che il ragazzo rincasi per attuare il proprio piano. Ma mentre tutto sembra andare per il verso giusto ecco la macchina di Ryan oltrepassare il cancello d’entrata. Tempismo a dir poco perfetto.
Il piano per confondere Ryan e Mike, ossia incollare la maschera raffigurante il volto di Joe sul viso di ogni ragazzo all’interno del dormitorio è ben architettata e decisamente interessante. Peccato che venga mal sfruttata facendo morire un’unica persona: Lucas. Nuovamente un’altra coincidenza fortunosa.
Iniziano a diventare troppe.
Ryan intravede Robert e Tilda scappare con il figlio del reverendo e li insegue lasciando completamente solo Mike nella casa senza sapere se e quanti proseliti di Joe vi fossero. Quando Mike lo chiama più tardi vediamo Ryan seguire da distanza ravvicinata il furgoncino dei rapitori. Ma Ryan ha i fari dell’auto accesi. Chi gli ha insegnato a fare gli inseguimenti? Topolino? Perfino Ted Newton (interpretato da Christopher Castile) in Beethoven sapeva che gli inseguimenti si fanno con i fari spenti.
Ma non si ferma solo a questo Ryan: oltre a non riferire la sua posizione, terminata la chiamata con Mike, scaglia fuori dal finestrino il proprio cellulare rendendo impossibile la sua localizzazione da parte dell’FBI. Per quale assurda decisione dovrebbe farlo? Nelle scorse puntate sembrava essersi ricreduto sulla sua voglia di vendetta. Eppure in questa occasione si comporta egoisticamente non volendo far esporre Claire ad ulteriori pericoli, sacrificando sé stesso. Oltre a ciò, nelle ultime inquadrature, ci viene fatto intuire che Ryan, completamente da solo, si introduce all’interno di Korban senza essersi fatto notare da nessuno. Nessuno lo ha visto e lui è già alle spalle di Joe.
Da saltare a piedi pari questi ultimi dieci minuti di puntata.
Una delle poche note positive che si riscontrano in “Betrayal” è sicuramente Joe: dopo la caduta della scorsa puntata in cui pareva essere diventato un invasato religioso qualunquista, stavolta Carroll si presenta per come è realmente: ateo e miscredente, rinnega il suo passato da religioso e odia l’ipocrisia che secondo il suo parere si cela alle spalle della religione. E’ pronto a fingersi il primo sacerdote della setta di Korban pur di giungere al completamento dei propri ideali di grandezza. Egoista ed egocentrico è deciso però a servirsi della religione per portare morte e distruzione appoggiandosi ai propri adepti: proprio la morte è uno dei pilastri portanti di qualsiasi religione si prenda in considerazione.
Piccola nota a margine della puntata: ok, la Microsoft avrà anche pagato per la pubblicità del suo Surface Pro 2, ma tutte le riprese (anche delle scorse puntate) del tablet sono lunghe e a dir poco inutili in quanto a utilità di trama: è tedioso soffermarsi 8-10 secondi ogni volta solo su quel determinato oggetto quando una normale ripresa durerebbe meno della metà. Da migliorare anche il lato pubblicitario della serie.
- Joe per quanto detto prima e anche per essere uno dei pochissimi personaggi in continua evoluzione (in contrasto con l’involuzione di Ryan ora nuovamente deciso a vendicarsi sul killer)
- Scelte irrealistiche e troppe coincidenze fortuite
- Inseguimento di Ryan: completamente da rimuovere come scena, unitamente a quella successiva nella quale l’agente si libera del cellulare
- Claire come arma nei confronti di Joe
- Non caratterizzazione dei personaggi introdotti, lasciandoli abbandonati a sé stessi in balia degli eventi (si veda Lucas)
Freedom 2×11 | 4.17 milioni – 1.4 rating |
Betrayal 2×12 | 4.41 milioni – 1.4 rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.