“All humans will, without exception, eventually die.”
Dello show di Kevin Williamson è stato detto praticamente tutto, in questi tre anni di presenza nei palinsesti televisivi: se ne è parlato sia bene (da ricordare i buoni episodi della scorsa stagione), sia male; si è tentato di sottolineare alcuni aspetti positivi come sono stati evidenziati quelli negativi. Ma dopo il nuovo arresto di Joe, nello scorso finale di stagione, lo show aveva subìto un forte rallentamento e alcuni personaggi erano stati radicalmente modificati per volere di trama. Alterando quella che potrebbe essere definita come naturale evoluzione e che di fatto così facendo assumeva le sembianze di una totale involuzione. Ryan passa da alcolizzato patologico a brav’uomo in un percorso di circa tre anni; parallelamente, Mike da innocente ragazzo e diligente poliziotto si tramuta in una persona assetata di vendetta e di sangue tanto da mettere in pericolo la donna che dice di amare pur di inseguire e catturare la propria preda. Questi erano i personaggi fino alla decima puntata di questa stagione. Poi lo show ha deciso di tagliare l’unico ramo (Joe Carroll) degno di nota di quest’albero che è The Following e tutto si è ribaltato: Ryan è sprofondato in una pozza d’alcool diventando ancor peggio di com’era stato presentato nel Pilot, mentre Mike torna ad essere un bravo e pacifico ragazzo pronto a prendersi cura dell’amico affetto da pesanti problemi di autocontrollo. E’ da ripetere per essere chiari: è lapalissiano che la scomparsa di Joe, intrinsecamente legato a Ryan, abbia scosso l’animo dell’agente dell’FBI, ma ridurlo nello stato nel quale ci viene presentato è davvero troppo. Inconcepibile.
Parlando di personaggi, una menzione speciale va fatta per Tom (il fidanzato di Max): l’agente della squadra d’assalto si dimostra per quello che è, ossia completamente inutile. Dopo aver occupato parte degli episodi passati con la sua trama (lui che sottrae il pc a casa di Mark, lui che spia Max e Mike, lui che ha i rimorsi e infine lui che uccide in maniera totalmente stupida un agente), ci si poteva attendere un risvolto un minimo più interessante. Invece gli sceneggiatori hanno deciso di disfarsi anche di questo personaggio (come avevano già fatto con l’agente Clarke), senza nemmeno sprecarsi troppo. Da una parte la morte di Tom è giusta e aspettata, ma come sempre in The Following è il modo in cui si arriva a ciò a destare qualche dubbio e a non convincere totalmente.
Emblema del nuovo Ryan è il rapimento della sorella di Theo, Penny. La decisione, oltre ad essere abbastanza riprovevole, fa storcere il naso: perché mai rapirla e trattarla male per ottenere informazioni, quando anche se fosse stata presa in custodia dall’FBI Ryan l’avrebbe trattata allo stesso modo?
Vanno infatti ricordati gli interrogatori di Joe (Ryan gli spezzò un dito), di Roderick (Ryan lo fece parlare dopo averlo psicologicamente malmenato), della seguace di Joe (spinta contro un muro e costretta a parlare, dopo diverse minacce) e tanti altri interrogatori che in queste tre stagioni hanno trovato luogo sulla pellicola. Ryan e gli sceneggiatori usano come scusa “qui non hai protezioni“, ma a conti fatti di protezione sembra non essercene mai stata al dipartimento in cui l’agente lavora.
Ricollegandosi alla morte di Tom Reyes, rimane abbastanza stupefacente la reazione di Max: la ragazza, informata della morte non batte ciglio. Anzi, sembra quasi sollevata quando viene informata che il corpo appartiene al proprio ragazzo e non a Mike. Ora, posto che Max e Mike siano profondamente innamorati, come questa scena dovrebbe farci capire, e posto anche che Max era sconvolta dal fatto che il suo fidanzato fosse una sorta di talpa (che in realtà non era, ma nessuno lo spiegherà mai), è davvero inconcepibile che la ragazza non versi nemmeno una lacrima o per lo meno mostri dispiacere e rammarico. E’ appena stata informata della morte del suo fidanzato e si rivolge alla telecamera quasi tirando un sospiro di sollievo.
Per piacere, levate a Jessica Stroup ogni prossimo incarico come attrice.
Parlando sempre di Max, gli sceneggiatori regalano allo spettatore un’ulteriore perla cinematografica di rara bellezza (o per meglio dire, due a distanza di pochi minuti). La prima vede come protagonista proprio la nipote di Ryan: la ragazza sta perlustrando un teatro alla ricerca di Daisy, appostata e pronta a uccidere Ryan. Ripetiamo: un teatro vuoto. Al primo colpo, appena Max entra nella sala, chi trova accovacciata per terra? Proprio Daisy che sta prendendo la mira prima di sparare. Un colpo di fortuna quanto meno discutibile.
La seconda scena vede come protagonista Penny: durante uno scontro a fuoco tra Theo/Penny e Ryan, la ragazza si trova al centro del fuoco, pur tenendosi in disparte. Invece di attendere gli spari del fratello per farsi coprire le spalle mentre fugge (cosa abbastanza basilare, trovandosi al centro di uno scontro a fuoco), la ragazza esce allo scoperto proprio nel momento esatto in cui Ryan inizia a sparare, finendo così a terra. Morta. Prima di morire vince però il premio di genio dell’episodio perché una scena tanto stupida non la si vedeva da parecchi episodi e come intensità surclassa forse le scene in cui la polizia accorre da un ricercato a sirene spiegate. Magistrale.
Nota a margine: la conclusione del secondo episodio ricorda in maniera molto decisa la conclusione della prima stagione. In quell’episodio, riversi a terra c’erano Ryan e Claire, in questo caso si ritrova soltanto Mike.
Vedremo se l’agente sopravviverà o se si unirà alla nutrita lista di personaggi scomparsi prematuramente in questa serie.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Cosa ci riserveranno gli sceneggiatori?
Demons 3×11 | 3.22 milioni – 1.0 rating |
The Edge 3×12 | 3.21 milioni – 1.0 rating |
A Simple Trade 3×13 | 3.07 milioni – 1.0 rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.