Nella scorsa recensione, avevamo detto che pur non potendo dare un giudizio finale e complessivo alla seconda stagione di Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D., perché non ancora in zona season finale, potevamo già tirare le nostre conclusioni: e infatti, abbiamo nuovamente espresso estremo apprezzamento verso il tripudio di migliorie che, tutt’oggi, non accennano ad arrestarsi, come abbiamo sempre fatto da “Shadows” in avanti.
Ebbene, adesso al finale di stagione ci siamo arrivati per davvero, e non possiamo far altro che riconfermare e ribadire quanto detto dall’inizio delle nostre recensioni della stagione due fino ad oggi: che questa serie ha raggiunto un livello che nessuno si aspettava, riuscendo a migliorare tutto il migliorabile ma, contemporaneamente, rifiutandosi di sedersi sugli allori e continuando a sperimentare varie forme di narrazione e rappresentazione televisiva con eccellenti risultati. E la serie con “S.O.S.”, non contenta, vede e rilancia, confezionando un season finale superbo a cui nessuno era psicologicamente preparato, e con “psicologicamente preparato”, vogliamo dire che questo finale di stagione di ben due ore va al di là di ogni più roseo pronostico.
Se analizziamo bene la puntata (che poi sarebbero due puntate in una ma visto come è stata costruita sarebbe inutile e dispendioso analizzarle separatamente) è facile capire perché “S.O.S.” è un episodio così spettacolare e scoppiettante: perché punta tutto sulla messa in scena di scelte narrative coraggiose, inaspettate e imprevedibili, dando un taglio differente e inedito alla costruzione della trama generale del serial. C’è da dire che Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. ci ha abituato fin da subito a repentini cambi di status quo, nonché mutamenti degli obiettivi dei protagonisti e dell’ottica in cui si è abituati a vedere un certo scenario narrativo; ma mai come adesso, il serial ABC/Marvel Studios ribalta totalmente l’ottica delle situazioni a noi familiari, abbattendo anche un certo cliché tipico di qualsiasi format seriale. Sopratutto in una narrazione seriale di stampo fumettistico, vige la legge non scritta “cambiare tutto, per non cambiare niente”, “regola” verbale creata dai lettori per sottolineare, con una punta di sarcasmo, come tutti i cambi (spacciati come eternamente duraturi) siano, alla fine, una semplice pala in più di un mulino costantemente dedito ad attirare acqua a sè stesso, acqua che porta il nome e il sottotitolo di “storia: l’eterno ritorno dell’uguale”. Nei comics infatti è oltremodo in voga l’eterno riciclo di concept e schemi già visti in passato, costretti a ripetersi all’infinito con giusto qualche cambiamento qua e là, tanto per non dire che è proprio lo stesso sviluppo narrativo.
Magari sarà così anche per le future stagione delle gesta del Team Coulson, ma per il momento, in questo secondo capitolo conclusivo, si respira veramente aria di “niente sarà più come prima”, proprio grazie ai graditi e inaspettati sviluppi narrativi visti di questo finale di stagione che (a sua volta) ha il triplice compito di: 1) porre fine alla trama della stagione due e di tutti i suoi sottofiloni narrativi; 2) porre le basi per la giù annunciata e confermata terza stagione; 3) rafforzare il concetto che Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D., pur essendo un telefilm, narrativamente parlando, deve essere trattato come se fosse una sorta di macro-saga, spezzettate in più mini-sage, divise a loro volta in capitoli. Insomma: no alla definizione “ogni stagione, una trama a sé stante” ma si alla definizione “ogni stagione, un tassello della stessa storia, che cresce, muta, evolve”.
Il punto uno e il punto due, sono elementi indissolubilmente legati l’un l’altro, dato che le basi per l’anno prossimo nascono proprio dalla conclusione perfetta del cerchio iniziato con questa stagione. Partendo degli Inumani, dapprima segreto per pochi mentre ora destinati a diventare conoscenza di dominio pubblico oltre che argomento che farà molto discutere di sè e farà nascere una visione/considerazione della razza molto simile a quella che (nei fumetti) gira intorno agli X-Men, sopratutto grazie alla dispersione dei Cristalli Terrigeni e al takeover ostile di Jiaying: lo sviluppo non solo lascia presagire ad un ritorno della questione Inumana nel serial ma costruisce anche le fondamenta per il loro omonimo film previsto per il 2019, permettendo così al franchise di acquistare sempre più importanza e di tener vivo l’interesse.
A scanso di equivoci, sono state messe anche le basi per lo spin-off (fortunatamente stroncato sul nascere) incentrato sulla coppia che scoppia Mockingbird/Lance Hunter, spin-off che non è andato in porto a causa di svariate lamentele sul web riguardo alla pochezza dell’idea. Al di là di questo, la parentesi che ha visto i due contrapporsi alla villainesca coppia Grant Ward/Agente 33 (il cui rapporto ricorda molto quello sadico e morboso che c’è tra il Joker ed Harley Quinn, anche se con più lucidità), mostra come i presupposti per una loro solo series c’erano tutti: si poteva dire lo stesso anche delle idee per continuarla in maniera duratura? Non lo sapremo mai, ma francamente, non ci interessa, meglio che stiano dove stanno bene: all’interno del Team Coulson.
A proposito di Coulson, si trova nuovamente arricchito nel riacquisto del suo avversario per eccellenza: l’Hydra, stavolta apparentemente guidato da Grant Ward, sul quale vale la pena soffermarmi un po’ di più. Nella seconda parte di questa seconda stagione, Ward è sempre apparso come quello dalla caratterizzazione più ambigua, cosa che ha sottolineato la sua pericolosità e imprevedibilità d’azione ma che, dall’altra parte, ha aperto al personaggio così tante strade di sviluppo, che rischiava di perdersi e svalutarsi. Dopo la scomparsa della sua adorata Kara (sfortunatamente per mano sua) il personaggio è stato ridimensionato da una certa libertà narrativa che rischiava di esser mal utilizzata in futuro, confinandolo in un ruolo in cui l’attore Brett Dalton ci sguazza con divertimento ed allegria e che, di conseguenza, permette agli sceneggiatori più praticità e sicurezza di scrittura: quello del cattivo. Gli eventi, insomma, hanno cominciato a giocare pesante e la posta in gioco si fa sempre più alta, tant’è che lo stesso Coulson incarica Skye di mettere insieme una squadra S.H.I.E.L.D. dotata di superpoteri; difficile dire se vedremo davvero questa fantomatica squadra nella terza stagione, ma già l’idea di vedere una versione dei Secret Warriors su piccolo schermo, è di per sè allettante, molto più dello spin-off Mimo/Hunter di sicuro. Soprattutto poi bisogna constatare come, piano piano, lo show stia introducendo sempre più personaggi tratti direttamente dal fumetto o comunque personaggi dotati di superpoteri, alzando sempre di più la posta in gioco ed espandendo a dismisura le possibilità narrative del serial ABC/Marvel Studios.
Tutti questi punti, sviluppati nella puntata tra vertiginose scene d’azione e momenti di pura suspance dove ogni cosa poteva accadere e concretizzarsi (e, in effetti, così è stato), si raggruppano automaticamente nel terzo punto indicato sopra: cioè, di come la storia generale di Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. non sia limitata e “compartimentata” di stagione in stagione, avvicinandosi di più ad un modello di costruzione narrativo molto simile a quello visto in The Wire. In quest’ultimo la struttura della serie è interamente orizzontale, analizzata però in tutti i suoi aspetti, evitando brillantemente noia, ripetitività, storie stagnanti e realizzate con poca fantasia. Ulteriore conferma di tutto ciò, sono anche i pochissimi e pressoché irrisori difetti del doppio finale, che si riducono ad rapporto qualità dell’episodio/ratings totalmente sballato (ormai difetto che ha messo le radici in questo serial) e il debutto ufficiale di Mr. Hyde che sembra realizzato con mezzi più di fortuna e che, dopo tanta anticipazione, non soddisfa appieno l’aspettativa.
Ma come dicevamo, questi sono solo difetti irrisori e per nulla influenti che non svalutano tutto quello che “S.O.S.” è riuscito a mettere a segno in maniera superlativa, andando al di là di ogni ottimistica aspettativa.
- “S.O.S”, in quanto doppio season finale, è stato pubblicizzato dalla Marvel Comics con due immagini promozionali: una realizzata da Ryan Sook, e una realizzata da Joshua Budich.
- La canzone che Calvin cantava sul quinjet s’intitola “Daisy Bell“.
- L’Inumana dai capelli rossi, da alcuni dichiarazioni della crew, sembra non essere il personaggio teorizzato nella scorsa recensione ma uno nuovo chiamato Alisha: personaggio creato appositamente per lo show. I suoi poteri sono molto simili a quelli di Jamie Madrox, mutante conosciuto anche con l’alias di Uomo Multiplo e con il potere di fare copie di sé stesso esattamente come fa Alisha. L’unica differenza è che anche se il Madrox originale viene messo fuori combattimento, le sue altre copie continuano a rimanere in funzione perché acquistano vita propria.
- Il “Science, biatch” esclamato da Fitz nell’insultare Gordon, è una versione parodiata del mitico “Science, bitch” di Jesse Pinkman: uno dei co-protagonisti di Breaking Bad.
- “Someone must really love their Honey Bunny“. Un altro grande riferimento ad un grande film, Pulp Fiction; nello specifico, a come i due ladri ad inizio del film si riferiscono l’un l’altro utilizzando dei soprannomi.
- Alcuni fan, su Internet, hanno cominciato a teorizzare che (visto quanto successo negli ultimi secondi del doppio season finale) il monolite non sia altri che il simbionte di Venom. Prendete questa speculazione come tale e solo ed esclusivamente come mera speculazione, ma visto il ritorno dei diritti di utilizzo dell’Uomo Ragno ai Marvel Studios, la cosa potrebbe sul serio essere quello che sembra.
- Il modo in cui i Cristalli Terrigeni si disperdono sulla Terra ricorda vagamente il modo in cui la Nebbia Terrigena si disperde nel crossover in sei numeri Infinity,
- Quando la notizia dello spin-off era ancora fresca, molti fan su Internet, cominciarono a speculare che la nuova serie sarebbe stata incentrata proprio sui Secret Warriors. Ma chi sono esattamente questi personaggi? È un supergruppo messo assieme da Nick Fury, composto da figli e nipoti di note personalità con poteri, di cui i registri ufficiali delle organizzazioni come S.H.I.E.L.D. e la stessa comunità supereroistica non erano al corrente, quindi si presentavano come personalità ideali per contrastare l’invasione segreta degli Skrull avvenuta su Secret Invasion. Un perfetto esempio è proprio Daisy Johnson/Quake, figlia di Mr. Hyde, personaggio di cui solo Fury era al corrente dell’esistenza. Nella loro serie personale, poi, i Secret Warriors aiuteranno Fury a ricostruire lo S.H.I.E.L.D. dopo che venne smantellato da Norman Osborn. Prima comparsa: Mighty Avengers #13 del 2008.
Famose inoltre, sono le sue collaborazioni con il criminale Cobra (con cui faceva coppia negli anni ’70) mirate alla distruzione del duo Capitan America/Falcon e nel gruppo di villain in via di redenzione Thunderbolts, dove instaura un rapporto affettivo con l’asgardiana Gunna. I poteri di Hyde sono attivabili grazie alla Hyde Formula, il composto chimico che conferisce a Calvin Zabo forza, resistenza e stamina sovrumana, oltre ad un fattore rigenerante: tutto questo a scapito della salute mentale, rendendo Hyde una figura dominata dall’ira e dal sadismo.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Scars 2×20 | 4.45 milioni – 1.5 rating |
S.O.S. (Part 1) 2×21 | 3.88 milioni – 1.3 rating |
S.O.S. (Part 2) 2×22 | 3.88 milioni – 1.3 rating |
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