The Last Man On Earth 4×15 – Designated SurvivorsTEMPO DI LETTURA 5 min

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Giunti, oramai, quasi alla fine della quarta stagione, si sono inquadrati in modo abbastanza chiaro i punti di forza e i punti di debolezza di The Last Man On Earth. È indubbio, infatti, che lo show di Phil Lord e Chris Miller possa contare su numerosi assi nella manica, tra i quali la grande interpretazione di Will Forte, una grande vena creativa, una corposa partecipazione di guest star di assoluto livello e una notevole importanza riservata alla trama orizzontale. Quest’ultimo fatto non è così scontato per una comedy, ma necessario per una serie come questa; non a caso, infatti, alcuni tra gli episodi più solidi sono proprio quelli on the road, mentre, tra quelli meno convincenti, spesso si possano annoverare puntate abbastanza statiche e incentrate quasi esclusivamente sulla trama verticale.
Nessuno show, però, è perfetto, e TLMOE non fa eccezione; per questo motivo, non è particolarmente complesso individuare le difficoltà (spesso croniche) di questa serie (che, sia chiaro, sono comunque molto meno numerose dei punti forti; in caso contrario, non si sarebbero lette tutte le lodi che questo sito ha spesso riservato al prodotto di Fox): innanzitutto, un andamento piuttosto altalenante nella qualità degli episodi, con passaggi repentini da puntate di altissimo livello ad altre ben più mediocri ed insoddisfacenti. Inoltre, nonostante un cast certamente non numeroso, non si è mai riusciti ad integrare tutti alla perfezione all’interno dei meccanismi narrativi. “Designated Survivors” è molto importante, perché potrebbe essere quasi considerato come idealtipo dei 20 minuti settimanali di The Last Man On Earth, grazie alla capacità di concentrare in modo quasi scientifico i pregi e i difetti esposti in questa introduzione.

 

“I don’t know you
But I want you
All the more for that
Words fall through me
Always fool me
And I can’t react.” 

 

Nell’iniziare questa recensione, non si può non partire dall’evento catalizzante: il ritorno, abbastanza a sorpresa e inaspettato, di Mike Miller. La ricomparsa del character di Jason Suidekis è arrivata come un fulmine a ciel sereno: le ultime tracce di questa storyline, infatti, risalgono all’inizio della terza stagione, quando Tandy, accompagnato da Lewis, non ebbe il coraggio di entrare nella camera del fratello, decidendo così di lasciargli una lettera.
Molti aspetti di questo improvviso colpo di scena sono da segnalare come positive, a cominciare proprio dalle modalità del suo arrivo. Sebbene il taglio dei capelli di Tandy avesse rappresentato un indizio quasi schiacciante, infatti, gli autori sono stati bravi a far persistere un minimo di tensione e suspence, del resto, The Last Man On Earth non sarebbe certo stata nuova a colpi mancini di questo tipo. Si è rimasti, quindi, per qualche momento, in una situazione di incertezza all’interno della quale non si sapeva se il ritorno di Mike fosse stato reale o se si stesse assistendo ad uno scherzo di cattivo gusto o, più semplicemente, ad un sogno di Tandy.
Va segnalato, inoltre, il ribaltamento dei rapporti di forza tra i due fratelli: per tutta la vita, infatti, è stato Mike ad essere quello più affermato e con la vita più piena e soddisfacente; in questo nuovo mondo, invece, il benessere e il successo si misurano in termini molto diversi e, per certi versi, tendenti ad un passato molto lontano: quasi come in uno stato di natura, infatti, si può ritenere appagante e da ammirare la vita di una persona che è riuscita a crearsi una famiglia e ad avere dei figli. Il più grande pericolo, in questa nuova società, è la solitudine (oltre a non essere immuni al virus, ovviamente). Tutto ciò viene rappresentato da un singolo sguardo, quello di Mike, quando guarda verso il cielo dalla sua abitazione, esattamente come, ancora sull’orbita spaziale, guardava alla Terra.
Infine, non si può non apprezzare il breve flashback relativo alla visita a Tucson di Tandy di cui sopra. Come si ricorderà, infatti, quella parte fu alquanto densa di emozioni, per di più all’interno di un episodio tutto incentrato su tematiche sicuramente non leggere.

Todd: “That’s not even why I came in here”
Erica: “So why did you come in here, then?”
Todd: “Yeah, ‘c-cause I heard, uh this thing is wobbling, is all. You know, and I’m always like, “Not on my watch, ya heard?” Let’s see what’s going on here. That’s And there’s the problem. See? Right there. Hear that little wobble? Yeah. It’s all fixed”

Come accennato in precedenza, questa puntata incarnava perfettamente, oltre i pregi, anche i difetti. Il ritorno di Mike, infatti, ha sicuramente avuto i suoi risvolti positivi, ma non si può che notare come la sua improvvisa apparizione possa sembrare un po’ forzata, quasi un deus ex machina atto a far progredire una narrazione che, sin dalla morte di Karl, faceva molta fatica a decollare. Se su questo punto si potrebbe anche sorvolare, data la potenziale svolta che la presenza di Mike (e delle sue attrezzature) potrebbe assicurare all’intero universo narrativo dello show, lo stesso non si può fare con l’altro grande problema di “Designated Survivors”, ossia la gestione di alcuni personaggi, soprattutto di Todd. Egli, infatti, era sempre stato tra i più positivi e i più integrati nella narrazione, ma la situazione sembra essere cambiata nell’ultimo periodo. Sebbene sia comprensibile la sua voglia di diventare padre, non si spiega, in ogni caso, la sua folle gelosia e i modi abbastanza scortesi, assolutamente insoliti per un uomo da sempre rappresentato come mite e comprensivo (non a caso, è uno dei pochi, se non l’unico, ad aver sostenuto praticamente sempre Tandy).
Si segnala, inoltre, la continua difficoltà di dare risalto a Melissa, character ormai in crisi da intere stagioni (tanto che l’unico filone degno di nota è stato quello relativo alla sua situazione mentale). Su questo fronte, però, non tutto è negativo: Erica, infatti, sta finalmente acquisendo un certo rilievo; la speranza è che, in attesa delle eventuali clamorose svolte del futuro (è molto probabile che la gigantesca macchia rossa individuata da Mike rappresenti un nucleo numeroso di persone), si continui su questa strada.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il ritorno di Mike
  • “I don’t know you…” 
  • Erica più protagonista
  • Inversione di ruoli tra i fratelli
  • Scena della 3×06 dal punto di vista di Mike
  • Il finale
  • Il ritorno di Mike (o meglio, le modalità)
  • Todd 

 

Designated Survivors era un episodio potenzialmente sul livello dei migliori visti finora, ma alcune imperfezioni hanno reso ciò impossibile. Lo show di Lorde e Miller si dovrà accontentare, quindi, di un ringraziamento colmo di attesa per gli sviluppi futuri.

 

Special Delivery 4×14  3.61 milioni – 0.7 rating
Designated Survivors 4×15 1.36 milioni – 0.6 rating

 

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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.

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