The Last O.G. 1×01 – PilotTEMPO DI LETTURA 4 min

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Dopo anni passati tra varie apparizioni cinematografiche, comparsate disperse in giro per gli studi di Saturday Night Live, incidenti d’auto e sgradevoli scappate sugli schermi slegate da qualsiasi connessione a show televisivi di ogni tipo, Tracy Morgan, ex co-star di 30 Rock, è tornato protagonista nel piccolo schermo, vestendo i panni di Tray nella serie prodotta per TBS niente meno che da Jordan Peele, intitolata The Last O.G.
La scrittura della serie delinea una trama abbastanza attuale per il genere, un ex condannato, scontata in pieno la sua pena di quindici anni in prigione per crimini legati alla droga, viene rilasciato e ritorna a casa trovando tutto profondamente cambiato e meno “suo”. Da questo punto di vista non si può certo urlare alla novità, le comedy con un protagonista fuori dal mondo che si sente alienato o profondamente diverso sono una norma di questi tempi, quasi quanto le black comedy e The Last O.G. presenta diversi punti in comune con entrambi i generi. Lo script, in effetti, sembra molto ispirato a quelli di Unbreakable Kimmy Schmidt, Louie, Master of None e Atlanta.
Il ruolo di Morgan migliora la percezione dello show, la sua figura, più o meno invariata rispetto a quella vista in passato, conferisce alla scena un dinamismo eccezionale e una personalità molto esuberante sempre pronta a parlare, se non con la bocca, almeno con il corpo. Il suo ritorno a Brooklyn, quartiere passato dagli spacciatori dei suoi giorni ai ragazzi con telefoni e selfie stick attuali, è senza dubbio uno dei momenti più esilaranti dei venticinque minuti di questo pilot, così come la sua convivenza con Tiffany Haddish, che interpreta la ex compagna di Tray, e che dopo quindici anni si ritrova accompagnata con un bianco. Interessante anche il ruolo dei figli, che il protagonista non ha mai conosciuto essendo nati mentre era in prigione. Un padre che cerca di recuperare il rapporto coi figli figura come tematica a volte portante, in tantissime comedy storiche e non, e anche per questo vale la pena seguirne lo sviluppo.
L’accoppiata per ora sembra funzionare, la chimica c’è, anche se il ruolo della Haddish, molto più improviser come stile, risulta un po’ sporcato, le loro scene sono senza ombra di dubbio il pezzo forte di questo episodio che invece paga dazio per quanto riguarda il resto degli elementi. Il personaggio di Mullins non si associa benissimo con quello di Tray, e l’interesse per le loro scene da parte dello spettatore non è al pari di quello per le scene col solo Morgan o di quelle in cui è accompagnato dalla Haddish. I problemi sembrano addirittura crescere per quanto riguarda la scrittura dei jokes dei protagonisti: parecchio è affidato alla cultura pop nera, e in quel caso i problemi spariscono magicamente, con lo scorrere dei minuti tuttavia si incontrano delle battute legate ai più comuni cliché sulla sfera sessuale e sulla delinquenza abbastanza insulse e stereotipate che hanno accompagnato i personaggi di colore per tanto tempo, ma che al momento stanno un po’ scadendo nel banale.
La storia di Morgan rispecchia abbastanza quella del suo personaggio, quindi è facile rattristarsi guardando lo show, così come è facile ridere perché Morgan raramente cade nello scontato e il suo stile migliora, se possibile, le sue capacità. The Last O.G. prende tanti elemeni un po’ a destra e un po’ a sinistra, ma tutto sommato si presenta come uno show solido con basi black comedy ben definite.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il ritorno di Tracy Morgan in TV si traduce in un Up automatico
  • Accoppiata Morgan-Haddish azzeccata
  • L’utilizzo dell’observation comedy da parte di Morgan
  • Cultura Pop nera
  • Il plot è attuale e tutto sommato ben strutturato
  • Molti jokes riciclati
  • Difficile convivenza tra Morgan e qualsiasi membro del cast che non sia la Haddish
  • La Haddish predilige uno stile improv che la incasella un po’ in TV

 

Una partenza discreta per una serie che rivisita bene elementi della pop culture nera mettendo in mostra con grande efficacia il cambiamento dei tempi e valorizzando i suoi protagonisti principali. Prendendo spunto da chi ha prodotto serie simili negli ultimi anni, pur non raggiungendo il livello degli show che l’hanno ispirato e con qualche difettuccio non da poco, The Last O.G. supera la prova del pilot, in attesa di miglioramenti sui singoli jokes e sul contorno in cui collocare perfettamente Tray.

 

Pilot 1×01 ND milioni – ND rating

 

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