The OA 2×07 – Nina AzarovaTEMPO DI LETTURA 4 min

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OA:Who are you?
Elodie:You know. Think of me in any way you like: an adviser, a guide, a resource a messenger.
OA:But you’re a traveler, like me.
Elodie:Yes.
OA:Can I ask you something? When you travel, can you remember the memories of the body you’re inside of?
Elodie:Of course. I don’t suppress the consciousness of the body that hosts me. That would be vicious. I integrate.

 

Si vede finalmente la luce in fondo al tunnel, con un po’ di fatica ma anche molto divertimento. Quindi, giusto per riassumere alcuni importanti informazioni date da questa 2×07:

  • Travelers, così si fanno chiamare i saltatori.
  • Echo, questo è il motivo (o per meglio dire l’escamotage) per cui tutto è intrecciato e i personaggi sono collegati tra loro anche in questo secondo universo.
  • Ruskin, in lui si può identificare lo spettatore medio che sta provando a capirci qualcosa.

E qualcosa comincia effettivamente a diventare più chiaro ma, ad un episodio dalla fine, la sensazione che tutto questo complessissimo quadro di universi, medium, deja-vu e polipi parlanti possa concludersi in un’oretta è veramente lontana. Eppure ci si continua a godere il viaggio, specie se tramite un compulsivo binge-watching che, sapientemente, tiene incollato lo spettatore puntata dopo puntata alternando le varie trame. Se, quindi, nel precedente “Mirror Mirror” si ripescava il plot relativo ai pochi rimasti nel primo universo, in questa “Nina Azarova” si cominciano ad unire un po’ tutte le trame lasciate in sospeso. Sempre con il solito aplomb ed una delicatissima ma dirompente scrittura sempre ad opera della protagonista Brit Marling.
Non si ha, infatti, quasi mai la sensazione che l’episodio stia perdendo tempo in giro (mentre per esempio “Mirror Mirror” era un po’ lento in alcune parti, esattamente come il suo predecessore “Magic Mirror”), anzi, ci si lascia trasportare dalla regia in una sorta di flusso di coscienza atto ad unire tutti i pezzi del puzzle. In tal senso, il nome di Ruskin è ridondante ma è anche il nome e la persona che si aspettava con ansia di conoscere, con un hype creato naturalmente grazie ai tanti “sentito parlare” che ci sono stati nel corso di questi 7 episodi.
Se OA/Nina/Praire è la “(wo)man of faith”, Karim è il “man of science”, due figure ormai inserite nella mitologia del piccolo schermo da poco più di un decennio da quel gran pezzo di storia chiamato Lost. Tramite i loro diversi approcci alla vita e ai loro credo personali, il pubblico riesce ad empatizzare e ritrovarsi direttamente partecipe nella storia, il tutto a seconda del carattere di ciascuno.

Ruskin:The dreamers all dreamt of four things.
Karim:I thought it was three.
Ruskin:Yes. A tunnel the size of a coffin, a curved, double-sided staircase, and a rose window. But after a while, all the dreamers that dreamed of those three things began to dream of a fourth thing. Do you know what it was? It was a man’s face. 
But it’s hard to describe a face from a dream. So I flew in all the best police sketch artists from around the world, brought them to CURI. In the end, we had 20-odd sketches. And they were all the same face. The house is calling you. You and only you.

L’incontro con Karim è di una disarmante bellezza perché riporta con i piedi per terra il character dell’investigatore, scettico per natura e più volte negazionista di qualsiasi genere di misticismo non spiegabile dalla scienza, e gli sbatte addosso l’ennesima situazione inspiegabile che però questa volta lo riguarda personalmente. Ogni convinzione viene meno, così come l’ideale posizione di vantaggio che Karim sbandiera in faccia a Pierre Ruskin, almeno fino a quando un secondo schiaffo frontale (anche se in ordine cronologico avviene prima) lo annienta completamente: lui non è il cacciatore ma solo una pedina. Michelle non è mai sparita in realtà e lui è stato semplicemente assunto da Ruskin in maniera volontaria ma indiretta. Non c’è alcuna posizione di vantaggio e tutti gli schemi saltano all’improvviso con questa rivelazione più il video da cui abbiamo tratto l’immagine di recap. Ora, forse, il “man of science” lostiano può cominciare ad abbracciare la visione della “(wo)man of faith”. Forse.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Karim: ora man of faith
  • Nina Azarova risorta
  • Hap continua a giocare con i suoi burattini
  • Incontro Karim-Ruskin
  • Incontro OA-Elodie
  • Regia, sceneggiatura e recitazione sempre elevatissima
  • 4° sogno
  • Karim ingaggiato da Ruskin: bel plot twist
  • Niente di particolare

 

In una sorta di riproposizione lostiana, The OA si gioca benissimo le sue carte spremendo al massimo i suoi personaggi e stringendo tutte le trame in un unico filone. E tutto viene ampiamente benedetto.

 

Mirror Mirror 2×06 ND milioni – ND rating
Nina Azarova 2×07 ND milioni – ND rating

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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