“But there are different kinds of power. When I was kid, there was a gangster, real old-school type, Rex Calabrese. He was a big deal. Yeah. At least, in my neighborhood. He helped people. When someone in your family was sick, he’d find you a doctor. Short on rent, front you the cash. Knew everyone’s names, too. I don’t know how he kept them all in his head, but… He saw you on the street, he’d call out to you, ask how you were. Felt like he meant it, too. When I’m 14 or something, he has a heart attack and dies, still holding his cigar. In my neighborhood, they throw a parade in his honor. A friggin’ parade. I mean, it wasn’t fancy, but it was the gesture… the show of love… of what he meant. Can you imagine? To be remembered like that? Revered?“
Due anni fa Matt Reeves portava sul grande schermo la sua versione dell’uomo pipistrello, ma soprattutto la sua Gotham City, con The Batman. Un successo di critica e pubblico che ha convinto Warner Bros. a proseguire l’esplorazione di quell’universo con alcuni spin-off televisivi, prima dell’atteso sequel in arrivo nel 2026. Il primo progetto annunciato, e anche il primo ad essere realizzato, è proprio The Penguin, show incentrato sull’Oswald Cobb dell’irriconoscibile Colin Farrell, comprimario nel film ma qui vero e proprio mattatore.
A popolare l’ecosistema di personaggi ci sono vari volti noti della criminalità di Gotham, tra cui due note famiglie come i Falcone e i Maroni. Carmine Falcone, assassinato sul finale del film, è interpretato in questa occasione da Mark Strong, che rimpiazza John Turturro. Mentre l’altro volto importante è quello di Cristin Milioti, la famosa “madre” per tutti i fan di How I Met Your Father, qui nei panni dell’interessante personaggio di Sofia Falcone, anche nota come Impiccato (The Hangman).
SETTE GIORNI DOPO
Meglio partire mettendo le cose in chiaro: “After Hours” è un pilot coi fiocchi. Non manca nulla. Viene presentata la mission della serie, i personaggi principali, il background e il tono del prodotto. Alcuni di questi elementi potevano essere facilitati grazie alla sua natura di spin-off, tuttavia The Penguin si presenta come una creatura a sé stante. Nasce dalle ceneri di The Batman, da cui riprende il filo grazie ai servizi del telegiornale che narrano il finale del film e ciò che è accaduto nella settimana intercorsa tra i due prodotti, ma già è evidente che la serie di Lauren LeFranc abbia un suo stile, un suo mood e una sua vita nella Gotham di Reeves.
Proprio a Gotham, infatti, con la morte di Carmine Falcone e Salvatore Maroni in carcere, c’è un vuoto di potere. Un’occasione ghiottissima per il Pinguino che non si lascerà scappare questa occasione dalle mani, scatenando una guerra tra le due famiglie e traendone vantaggio per la propria scalata al potere. E il primo a lasciarci le penne è il figlio maschio dei Falcone, Alberto, “erede naturale” al posto del padre, ma subito fatto fuori da Os, troppo più furbo e affamato di lui.
UN ROBIN PER IL PINGUINO
Storicamente è sempre stato Batman ad avere un giovane aiutante, ma stavolta tocca ad uno dei suoi antagonisti assoldare qualcuno come suo assistente. È il caso di Victor Aguilar, un giovane ladruncolo colto con le mani nel sacco mentre provava a rubare una delle ruote della riconoscibilissima Maserati color prugna di Cobb. Non il miglior inizio tra i due, ma col tempo Vic passerà dall’essere un semplice autista e accompagnatore a vera e propria pedina segreta, capace di tirarlo fuori da situazioni abbastanza problematiche.
Ad esempio, si rivela decisivo quando invia il cadavere di Alberto Falcone a sua sorella, mascherandolo come messaggio di “vendetta” (“payback“) da parte di Maroni. Quindi un’ottima aggiunta al personaggio di Oz Cobb, dandogli più spessore e l’opportunità di mostrare un nuovo lato del personaggio, ovvero quello di mentore, seppur con un’etica e morale non proprio ortodosse.
FALCONE CONTRO MARONI
Questa promette di essere la macro-trama di questa prima, e forse unica, stagione. Una vera e propria guerra tra le due più importanti famiglie della criminalità di Gotham, scatenata senza pensarci troppo su dall’avido e affamato Pinguino, Oswald Cobb. Una tattica alquanto furba, ma molto pericolosa, che lo vede galleggiare tra Falcone e Maroni mentre cerca segretamente di aizzarli gli uni contro gli altri.
Mentre però Salvatore Maroni sembra essere il classico mafioso hollywoodiano, sul fronte Falcone c’è la new entry Sofia Falcone di Cristin Milioti che sin da subito spacca la scena e si presenta come papabile villain. Carismatica, schizofrenica e affascinante: gli ingredienti perfetti per un personaggio pieno di potenziale e che non ha perso tempo iniziando a incutere terrore sul protagonista. Decisamente una prestazione sorprendente, che lascia lo spettatore impaziente di rivederla nei prossimi episodi.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Un inizio perfetto per The Penguin, che prende l’eredità di The Batman e la utilizza per plasmare una propria dimensione all’interno di quell’universo. Lauren LeFranc non cerca di scimmiottare Matt Reeves, ma segue la direzione tracciata dando il giusto spazio e la dignità che merita il personaggio di Oswald Cobb, purtroppo “sacrificato” all’interno del film.
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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.